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La povertà non può essere sconfitta? Le donne in Ruanda provano il contrario
Dieci donne ambiziose e di talento, abitanti del villaggio di Cyeza, del distretto di Muhanga in Ruanda, hanno fondato una cooperativa nel 2006. L’obiettivo era sviluppare la propria specialità artistica, la tessitura con le fibre di agave (sisal), e farne un impiego. Ogni donna ha una storia diversa da raccontare, ma una cosa le accomuna:
Dieci donne ambiziose e di talento, abitanti del villaggio di Cyeza, del distretto di Muhanga in Ruanda, hanno fondato una cooperativa nel 2006. L’obiettivo era sviluppare la propria specialità artistica, la tessitura con le fibre di agave (sisal), e farne un impiego. Ogni donna ha una storia diversa da raccontare, ma una cosa le accomuna: la determinazione di provvedere alla sicurezza finanziaria delle proprie famiglie.
Yusta ha lanciato l’iniziativa. Dopo aver ricevuto una formazione professionale nella produzione di cesti ha deciso di mettersi in contatto con amici, e amici di amici, per insegnare loro i trucchi del mestiere, chiedendogli di unirsi a lei.
Con le più positive prospettive, Yusta e le sue compagne hanno creato uno spazio tutto per loro, dove potersi riunire, sviluppare le proprie conoscenze e condividerle con le altre, progettando prodotti innovativi e superando i problemi che la vita presenta ogni giorno. Le donne della Abarikumwe Association, letteralmente “persone che stanno insieme”, credono fortemente nei vantaggi di far parte di un’associazione, così come nel potere del duro lavoro accompagnato dalla passione per l’artigianato come mezzo per uscire dalla povertà.
Azizi Life, impresa sociale che mette in contatto gli artisti di talento locali con il mondo esterno, lavora con loro dal 2008. Gli ha così permesso di accedere al mercato globale e le ha spinte ad essere ancora più creative, producendo articoli stravaganti, come braccialetti, orecchini, decorazioni di Natale e porta tovaglioli.
Le donne guadagnano approssimativamente 50mila franchi ruandesi (circa 60 euro) al mese. Queste entrate gli permettono di aiutare le proprie famiglie e la comunità e di investire nelle terre. Ad esempio, Yusta ha comprato un piccolo appezzamento di terra per piantarci piante di caffè. Con le vendite è riuscita a prendere in affitto altre terre dove ha piantato fagioli. Con i ricavi della tessitura e del caffè ha comprato una bellissima casa, con una piantagione e un grande giardino per la sua famiglia composta da 7 persone.
Anche le compagne di Yusta, le donne di Abarikumwe, hanno trovato modi creativi per risparmiare. I loro guadagni non sono in banca, ma “vivono, mangiano e respirano”. Solitamente si presentano sotto forma di maiali o di bestiame che riescono a permettersi. Tenendo presente che un maiale può dare alla luce fino a dieci cuccioli, i quali possono essere venduti una volta grandi per 100mila franchi ruandesi l’uno (circa 120 euro), si tratta di un investimento più che intelligente.
Le storie delle donne di Abarikumwe dimostrano, indipendentemente da quanto siano povere, come possano contare sulle loro straordinarie capacità di adattamento, sfruttando la creatività e l’innovazione per affrontare le loro condizioni di vita. E questo è il tessuto africano celebrato con l’hashtag #TheAfricaTheMediaNeverShowsYou, creato da giovani africani per mostrarci l’Africa che i media non mettono in prima pagina.
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