In seguito alle pressioni internazionali le donne iraniane sono state ammesse a una partita del campionato di calcio, seppure isolate dagli altri tifosi.
A partire dalla rivoluzione islamica del 1979, le donne iraniane non hanno mai potuto assistere di persona agli eventi sportivi.
Nel 2019 Sahar Khodayari è stata arrestata dopo aver tentato di introdursi allo stadio travestita da uomo. Si è suicidata dopo aver saputo di rischiare sei mesi di prigione.
Il 25 agosto 2022 per la prima volta le donne sono state ammesse a una partita di campionato a Teheran.
Nella giornata di giovedì 25 agosto, allo stadio Azadi di Teheran si è disputata la partita di calcio tra l’Esteghlal e il Mes Kerman, valevole per la lega professionistica del Golfo persico, l’equivalente della nostra serie A. L’incontro è finito 1 a 0 per la squadra di casa, l’Esteghlal. Ma verrà ricordato per un altro motivo. Sugli spalti, seppure in una sezione separata dagli altri tifosi, c’erano circa cinquecento donne iraniane. Era una cosa che non succedeva dalla rivoluzione islamica del 1979.
This week a limited number of Iranian women were allowed into Tehran's Azadi Stadium to watch a league football match for the first time since 1979. Watch this wonderful report by @Ft360_ir. Some truly touching footage! #Iranpic.twitter.com/1A8TtaRLrU
Formalmente non c’è una legge che proibisca esplicitamente alle donne iraniane di assistere di persona a un evento sportivo. A partire dalla rivoluzione del 1979 che ha trasformato l’allora monarchia in una repubblica islamica sciita ispirata alla sharia (legge islamica), però, le autorità hanno sempre evitato che ciò accadesse. Per decenni le donne che hanno infranto questo divieto non scritto sono andate incontro ad arresti, percosse, detenzioni e abusi.
È il caso di Sahar Khodayari, una ventinovenne che è stata arrestata nel 2019 mentre tentava di entrare proprio allo stadio Azadi di Teheran, travestita da uomo. Quando ha saputo di rischiare sei mesi di prigione perché era apparsa in pubblico senza indossare il velo (hijab), Khodayari si è data fuoco ed è morta a seguito delle lesioni riportate. È stata soprannominata blue girl perché era una tifosa dell’Esteghlal, che scende in campo con una maglia azzurra.
Women in Iran are finally attending a professional domestic football match in-person!
Authorities have been enforcing a ban on women in stadiums since the 1979 Islamic Revolution.https://t.co/4v0JKcVkz6
Mosse anche dall’indignazione per una vicenda tanto tragica, diverse ong – tra cui Human rights watch – hanno chiesto alla Fifa di intervenire. L’organizzazione ha quindi imposto un ultimatum al governo dell’Iran. Quest’ultimo finora si è limitato a consentire l’accesso allo stadio di un gruppo di tifose in occasione di Iran-Cambogia, un incontro di qualificazione per i mondiali che si terranno in Qatar nel 2022. L’apertura però è stata molto parziale. Solo pochi mesi fa, a marzo 2022, altre donne iraniane che avevano regolarmente acquistato i loro biglietti per Iran-Libano sono state respinte, anche facendo ricorso alla violenza.
La partita tra l’Esteghlal e il Mes Kerman rappresenta quindi una novità, perché è la prima di campionato in cui le tifose erano regolarmente tra il pubblico, in una zona degli spalti separata dagli uomini, e dopo essere entrate da un ingresso ad hoc. Oltre a incitare la loro squadra del cuore, hanno scandito anche un coro per blue girl.
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