In Piemonte, a pochi chilometri dal confine francese, la Valle Maira offre tutto ciò che chi ama l’autenticità dei territori montani cerca.
Le donne viaggiatrici d’altri tempi
Il viaggio delle donne viaggiatrici ha un valore inestimabile che va ben oltre il dirigersi verso una meta lontana. E c’entra anche la moda.
Il turismo, inteso come settore economico accessibile a tutti, ha iniziato a farsi spazio con la rivoluzione industriale, con la diffusione dei treni e dei primi mezzi di trasporto. Prima di questo periodo, il viaggiare era rappresentato perlopiù dai lunghi pellegrinaggi compiuti verso le città religiose come Roma, Gerusalemme e Santiago de Compostela.
La donna in viaggio
Storicamente, il viaggio, come molti altri ambiti della vita, è stato difficilmente accessibile alle donne, a causa della loro condizione sociale di inferiorità. Eppure, possiamo menzionare alcune coraggiose viaggiatrici che hanno intrapreso da sole viaggi memorabili. La prima avventura storicamente agli atti, per portata simbolica e suggestione, è stata quella di Jeanne Baré, esploratrice francese che nel ‘700 ha partecipato alla spedizione Bouganville travestita da uomo circumnavigando il mondo intero fino a quando non s’accorsero dell’inganno e la cacciarono dalla nave.
L’epopea delle donne viaggiatrici
Le più affascinanti storie sulle donne viaggiatrici coincidono con l’inizio del viaggio d’esplorazione e con la nascita di un grande movimento d’emancipazione. Molte donne hanno affrontato difficoltà, pregiudizi, ostacoli e solitudine, con un desiderio di libertà e di scoperta più forte del timore di viaggiar da sole. Ci sono le storie di Isabella Bird, che fugge dall’Australia verso le Hawaii e in Europa prima di fermarsi nel 1873 in America, e diventa la prima donna membro della Royal Geographic Society. Di Amelia Edwards, che dopo i viaggi in Egitto diviene la prima, fiera sostenitrice della difesa dei monumenti egizi, contro l’archeologia predatoria. Gertrude Bell, la “regina del deserto” che attraversa l’Arabia per sei volte a fine Ottocento e contribuisce a fondare l’Iraq. Poi i viaggi verso l’Africa di Vivienne de Watteville in Kenia e Congo belga, e di Isabelle Eberhardt che nel 1897, durante il suo primo viaggio nel Nord Africa si converte all’Islam e combatte vestita da uomo a fianco dei ribelli contro il dominio coloniale francese in Algeria. Di Alexandra David-Néel che nel 1924 raggiunge a piedi un Tibet allora inaccessibile agli stranieri, di Freya Stark che nel 1931 ha già completato tre escursioni a piedi nell’Iran dell’ovest, di Dervla Murphy che nel 1963 va dall’Irlanda in India sola, in sella a una bicicletta.
E, ancora, negli anni ’20, ricordiamo Amelia Earhart, una pioniera dell’aviazione celebre per aver volato sull’Atlantico e sugli Stati Uniti in totale solitudine.
La moda come ostacolo per le donne viaggiatrici
Le donne viaggiatrici sono sempre state considerate delle ribelli perché, il solo fatto di spostarsi liberamente senza accompagnatori, andava contro ogni codice morale delle epoche passate. Le donne erano infatti costrette a dipendere dagli uomini e, date le circostanze, il turismo femminile non poteva essere accettato.
In un contesto del genere, l’abbigliamento è stato un mezzo significativo per ritardare l’emancipazione delle donne. Infatti, gli indumenti poco agevoli che andavano di moda a cavallo tra fine ‘800 e inizio ‘900, impedivano qualsiasi tipo di spostamento fisico: gonne ingombrati e bustini non erano certamente gli abiti più adatti per intraprendere un viaggio.
Fu solo a partire dalla Seconda guerra mondiale, quando la donna entrò a far parte del mondo del lavoro a tutti gli effetti, che si registrò una grande trasformazione anche nell’abbigliamento: si iniziarono a utilizzare tessuti più leggeri e linee più morbide, rendendo gli abiti semplici e confortevoli.
Da qui in poi, grazie al loro lavoro remunerato e a una moda completamente rinnovata, le donne viaggiatrici furono finalmente pronte per esplorare il mondo indisturbate.
L’outfit della donna viaggiatrice
A dimostrazione del fatto che la donna iniziò a diventare sempre più protagonista nel mondo dei viaggi, i primi stilisti si sono cimentati nella creazione di alcuni look femminili personalizzati e ispirati a diverse mete.
Questi sono solo alcuni degli annunci pubblicitari che uscirono sulle riviste di moda più importanti degli anni ’40. L’intento era proprio quello di avvicinare il pubblico femminile al viaggio con qualcosa che certamente ne avrebbe catturato l’attenzione: la moda.
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