
La struttura andrà ad ampliare il già esistente canile della Muratella, e darà precedenza a chi ha adottato un animale da canili o gattili.
La donnola ha corpo affusolato, esile ed elegante, testa leggermente schiacciata, muso corto con lunghe vibrisse, elegantissimo.
La donnola (Mustela nivalis) è un mustelide caratterizzato da orecchie corte e occhi piccoli e vivaci. Le parti superiori sono marroni e quelle inferiori bianche, ma senza una linea di separazione netta, la coda è corta.
La donnola ha abitudini prevalentemente notturne, ma si può incontrare anche di giorno durante la buona stagione. Si costruisce il nido sotto terra, senza scavare ma utilizzando tane di altri animali, in buchi o tra le radici degli alberi, in mucchi di pietre, fienili e fori di muri e la imbottisce con peli, piume, penne e crini.
D’inverno non va in letargo, ma esce raramente dalla tana; vive solitaria e solo nel periodo riproduttivo si creano piccoli nuclei familiari. Quando caccia si muove rapidamente ma silenziosamente, esplora le cavità che potrebbero celare una preda, si alza sulle zampe posteriori per individuarla. Quando l’ha avvistata le
si avvicina silenziosamente per poi aggredirla fulmineamente, immobilizzarla con le zampe e ucciderla con una morso della potente dentatura alla nuca. Spesso beve il sangue delle sue vittime sul posto e le trascina poi in un luogo sicuro che usa come dispensa per divorarla con tranquillità. Per fuggire corre velocemente e, se necessario, può nuotare.
La donnola popola una grande varietà di ambienti, dalla pianura alla montagna, dove si spinge fin oltre i 2.000 m sopra il livello del mare. Frequenta terreni coltivati, zone cespugliate, sassaie, boschi, canneti lungo le rive dei corsi d’acqua, zone dunali, praterie aride, pascoli d’alta quota, ecc. Può spingersi anche all’interno degli agglomerati urbani se riesce a trovare senza difficoltà cibo e luoghi di rifugio.
La donnola mangia piccoli roditori, uccelli anche di medie dimensioni e le loro uova, rettili (vipere comprese), anfibi e pesci, ma anche invertebrati. Non esita ad attaccare conigli e lepri, animali ben più grandi di lei.
Gli accoppiamenti avvengono di norma in marzo-aprile, ma nelle aree con clima mite anche negli altri mesi dell’anno. La gestazione dura circa 7 settimane, dopo le quali nascono nella tana 3-7 piccoli ciechi e inetti che la madre allatta per circa 2 mesi. Nei primi giorni di vita la madre li lascia solo per nutrirsi e li difende con coraggio, pronta anche a trasferirli in caso di pericolo; ad un mese di vita aprono gli occhi e la dieta lattea viene integrata con pezzettini di carne. Dopo qualche tempo i cuccioli di donnola accompagnano la madre fuori della tana apprendendo le tecniche di caccia e trascorrendo parecchio tempo in giochi e inseguimenti, fino a divenire autonomi in autunno, quando si rendono indipendenti. La maturità sessuale viene raggiunta ad un anno di vita.
Presente in tutta Europa ad eccezione di Irlanda e Islanda, in Nord Africa e in gran parte dell’Asia, con numerose sottospecie. Alla fine del 1800 è stata introdotta in Nuova Zelanda, insieme
con l’Ermellino, per contrastare l’espandersi delle popolazioni di coniglio. Vive in tutta Italia dove è piuttosto comune e diffusa, anche se in passato è stata perseguitata con tagliole e trappole dai contadini che l’accusavano di uccidere animali domestici. In Italia la donnola è distribuita con un areale pressoché continuo in tutta la penisola. È presente anche in Sicilia, Sardegna e Asinara.
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