In Piemonte, a pochi chilometri dal confine francese, la Valle Maira offre tutto ciò che chi ama l’autenticità dei territori montani cerca.
Se in montagna non si può sciare, andiamo a ciaspolare. I luoghi magnifici dove farlo
Neve in tutta Italia e impianti sciistici chiusi. Perché non scoprire le montagne a ritmo lento con le ciaspole? I nostri luoghi preferiti dove ciaspolare.
Nevica abbondantemente in tutta Italia. Da anni gli operatori turistici non ricordavano una stagione così favorevole per lo sci e gli sport invernali. Sappiamo tutti però che le limitazioni imposte dala coronavirus frenano gli entusiasmi e gettano nello sconforto gli addetti ai lavori oltre che gli appassionati. Le montagne però rimangono lì, bellissime, e possono essere vissute in modi alternativi: perché non cimentarsi con le ciaspole? Ciaspolare è un’attività sempre più apprezzata e permette di godere a pieno del panorama e della natura circostante. Il ritmo lento che la contraddistingue è quello che noi amiamo e che vi suggeriamo per finire il difficile 2020 e iniziare in modo splendido il 2021. I nostri sentieri preferiti per ciaspolare nei prossimi mesi.
Lombardia, Val Seriana
Un territorio magnifico, poco affollato e vicino alle grandi città lombarde che offre scorci stupendi e attività per tutta la famiglia: siamo in Val Seriana e ciaspoliamo ammirando la Presolana che qui chiamano la regina. Partendo dall’antico borgo di Valzurio, la “passeggiata”, praticabile sia con gli sci alpinisco che con le ciaspole, si svolge dapprima nella folta pineta, per poi sfociare, verso quota 1200 metri, sugli ampi pascoli del Möschel, dove la valle si apre e mostra un ambiente severo e selvaggio, specie nella parte più alta. Si tratta di un itinerario per tutti di circa 2 ore con un dislivello di 450 metri. Ci si incammina lungo la strada che, con tornanti e buona pendenza, percorre la Valzurio: sulla destra scorre il torrente Ogna. Ignorando alcuni sentieri che si incontrano lungo il percorso, si continua a salire, alternando tratti di salita a tratti più dolci e pianeggianti, immersi ora in boschi di faggi e abeti, ora in radure più aperte.
La strada è stata costruita per l’attività di miniere di barite, le ultime chiuse negli anni cinquanta del secolo scorso, situate in testa alla valle. Dopo circa un’ora e mezza di cammino, si esce dal bosco e si entra nella conca dove sono situate le Baite del Möschel dalle quali è possibile ammirare diverse cime della bergamasca: Pizzo della Presolana, Monte Ferrante, Cima Timogno ed il Monte Avert. Dalle Baite del Möschel è possibile, in circa un’ora, risalire la valle fino alla Baita Bassa di Pagherola, seguendo la traccia della mulattiera che si fa più pendente, in un bosco ricco di abeti che più sopra lasciano il posto ai larici. La discesa è da effettuare lungo l’itinerario di salita.
Trentino, Vallagarina
Storia, natura e un buon allenamento sono gli ingredienti per questa bella escursione con le ciaspole in Vallagarina: si tratta di un giro ad anello nei suggestivi boschi dello Zugna tra i ricordi della Grande Guerra e gli ampi panorami sulla valle. Circa 5 chilometri per un itinerario mediamente impegnativo che si snoda attraverso boschi di faggi e pini, partendo dalle retrovie dell’esercito italiano nella prima guerra mondiale fino alla linea del fronte a ridosso delle trincee austro-ungariche. Il percorso di ritorno include i camminamenti scavati da soldati, transitando davanti al cimitero di S. Giorgio per poi risalire verso il Rifugio Zugna. Circa 2 ore per un dislivello di 250 metri.
Stessa distanza e forse anche la medesima fatica è richiesta per il bel giro che segue il sentiero numero 6 Zestarei: si parte dal campeggio di Polsa passando da malga Montagnola e proseguendo in salita verso il Monte Vignola. Per chi non vuole fare sport in solitaria, le ciaspolate organizzate sul Monte Baldo sono un’occasione da cogliere al volo: ogni settimana, durante tutta la stagione invernale, sono in programma escursioni medio-facili per bambini e adulti con la preziosa guida dei maestri della Scuola Sci Monte Baldo con partenza dalle località di San Valentino e Polsa, sull’Altopiano di Brentonico, qui tutte le info.
Alto Adige, Val d’Ultimo
Andiamo a ciaspolare fin su in Alto Adige, sul Monte Luco che fa parte della Catena delle Maddalene e si trova sul lato estremo meridionale della Val d’Ultimo. Questo percorso si estende per circa 6 chilometri e, se ben allenati, può essere coperto in circa due ore. L’escursione con le ciaspole inizia all’altezza dell’Albergo Palade. Seguendo la strada forestale per circa 1,5 ore si giunge alla Malga del Monte Luco (1853 metri). Dopo poco più di metà percorso si può accorciare la salita imboccando il ripido sentiero escursionistico numero 10. La malga, che in inverno é chiusa, si trova su un piccolo altipiano con ampie vedute verso le Dolomiti. Continuando per circa 40 miuti, seguendo il sentiero 10A in direzione sud, si giunge a una forcella sopra il limite boschivo a circa 1950 metri: da qui la visuale si apre alla catena delle Maddalene e alle Dolomiti di Brenta. La meraviglia. Il ritorno segue l’itinerario di salita. Importante: quest’escursione è da intraprendere da metá dicembre a fine marzo.
Sud Tirolo, Merano
Ora siamo a Verano, non lontano dalla più nota e splendida Merano: qui una meta molto ambita dagli amanti dei sentieri escursionistici è quella chiamata degli “Omini di pietra“. Si tratta di un pianoro dove sono numerose queste “sculture” che tipicamente vengono create per segnalare i sentieri. Il tour per raggiungere questo luogo parte dal parcheggio sopra l’albergo Grüner Baum e il ristorante Das Stübele. Porta lungo il sentiero numero 16 fino alla malga Leadner. Da qui proseguite per il sentiero numero 11 fino alla malga di Verano, da cui prendere il sentiero europeo E5 fino al Giogo dei Prati-Auener Joch per raggiungere infine agli Omini di pietra (2003 metri). La discesa passa per la Casera di Meltina e la malga Sattlerhütte lungo il sentiero numero 15 fino al parcheggio Kircheben. Continuate sulla strada fino a Hohlweg dove si prende l’autolinea Altopiano del Salto per tornare a Verano (informarsi sugli orari). È un bel tracciato di quasi 18 chilometri, dunque non per tutti, caratterizzato da 750 metri di dislivello che può essere coperto in circa 4,30 ore di cammino. Ma ne vale davvero la pena.
Val Gardena, Vallunga
Ora passiamo in Val Gardena e più precisamente in Vallunga: un profondo solco vallivo a U che si estende per svariati chilometri abbastanza in piano ma presenta dei fianchi che digradano scoscesi dagli altipiani di Crespëina e del Puez. Data la favorevole conformazione del terreno, in valle si snodano molte piste di fondo e anche un percorso dedicato alle ciaspole (con segnavia) fino alla fine della valle stessa (Plan da la Ciajeies). Comunque è possibile battere la “propria” traccia anche tra le vertiginose pareti di roccia. Camminiamo nel Parco Naturale Puez – Odle, immersi in uno scenario da sogno. Il tutto arricchito da “gemme” come la rovina di Castel Wolkenstein, la Cappella di S. Silvestro e parte della Via Crucis con stazioni scolpite a mano nel legno degli alberi. L’anello completo è di circa 7 chilometri, 200 metri di dislivello per 3 ore di meravigliosa fatica.
Valle d’Aosta, Valle di Gressoney e La Thuile
Cambiamo regione e spostiamoci in Valle d’Aosta dove una delle escursioni più spettacolari da intraprendere con le racchette da neve è quella che segue l’Alta via 1, tra monumentali larici, per raggiungere uno dei villaggi più rinomati della Valle di Gressoney, Alpenzu. Ad attirare gli escursionisti sia in estate che in inverno, oltre il favoloso panorama su Saint-Jean e sulle vette del Monte Rosa, è la storia del popolo Walser che qui ha lasciato molte tradizioni, usi e costumi. I discendenti degli alemanni infatti arrivarono ancor prima del 1200 nella Valle di Gressoney e qui lasciarono tante testimonianze e il piccolo villaggio di Alpenzu ne è un segno importante. Questo itinerario con le ciaspole è di circa 3 ore andata e ritorno, il dislivello di 360 metri, quindi anche adatto ai meno esperti.
Sempre in Valle d’Aosta per un’altra semplice escursione sui crinali che questa volta sovrastano La Thuile: non difficoltosa ma lunga circa 5 ore la ciaspolata che porta a Cretaz dove il panorama ripagherà di tutte le fatiche. Ecco tutte le indicazioni: a Pierre Carrée si incontra una biforcazione con palina segnaletica e occorre seguire le indicazioni per Crétaz, sentiero 2b, incamminandosi per un breve tratto lungo una stradina asfaltata. Poi si risale la pista innevata immersa nel bel bosco di larice e abete rosso. Dopo una lunga serie di tornanti, lentamente si fuoriesce dal bosco portandosi nella spaziosa radura sulla quale sono ubicati i casolari di Villaret. Poco dopo si compie un’ampia svolta a sinistra e si percorre un lungo un tratto pressoché rettilineo sino a raggiungere il piccolo villaggio di Cretaz.
Piemonte, Valle Vigezzo
E ora in Piemonte nella bella Valle Vigezzo, qui, dopo una sosta a Santa Maria Maggiore, splendido borgo su cui sventola la Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, si raggiunge in auto il paese di Toceno e si imbocca la strada per Arvogno. Lasciata l’auto all’altezza delle ultime case del paese, si imbocca 50 metri più a monte l’antica mulattiera che sale tra un incantevole bosco di pini silvestri. Usciti dal bosco si sale lungo pendii innevati e fra le poche baite dell’alpeggio dove si può ammirare una delle viste panoramiche più affascinanti della Valle Vigezzo: dai monti del Ticino, alla Val Grande fino alle montagne svizzere del Canton Vallese.
Arrivati a incrociare un ampio tracciato si prende la direzione a sinistra che porta alla Colma di dentro, da dove si può ammirare il panorama sulla Valle di Arvogno, la Pioda di Crana, la Scheggia e all’orizzonte anche l’inconfondibile sagoma del Monte Rosa. Nei pressi di una bella baita ristrutturata, in direzione est inizia un sentiero in piano che fra rododendri e larici secolari porta alla Piana di Vigezzo. Si raggiunge la stazione di arrivo della cabinovia e si prende un’ampia strada innevata che conduce prima alle costruzioni che si affacciano sulla Valle Vigezzo e poi alla Colma di Toceno, ripercorrendo la mulattiera dell’andata, che viene quindi percorsa anche in discesa. È bene sapere che, il tratto tra la Colma di Fuori e la Piana di Vigezzo, sono in casi particolari soggetti al pericolo di valanghe. Un’alternativa più sicura per raggiungere la Piana di Vigezzo consiste nel salire direttamente dalla Colma di Fuori in direzione Nord-Est alla Cima, per proseguire verso la Piana sempre seguendo la dorsale.
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