E-fuel e carburanti sintetici, cosa sono e perché l’Italia li vuole utilizzare

Lo stop alle auto a benzina e diesel dal 2035 spinge l’Italia e altri paesi al supporto di auto con motore a combustione interna alimentati con e-fuel.

Ultimo aggiornamento del 30 marzo 2023.

  • L’Unione europea ha approvato una legge che impone a tutte le auto nuove vendute a partire dal 2035 di avere zero emissioni di CO2, rendendo di fatto impossibile vendere nuovi mezzi alimentati a combustibili fossili.
  • Tuttavia, la Germania si è opposta a questa norma e ha ottenuto che sia consentita la vendita di auto nuove con motore a combustione interna se alimentate con e-fuel.
  • Con e-fuel si intendono carburanti sintetici prodotti tramite fonti energetiche rinnovabili, ma il dibattito resta aperto su quanto siano realmente sostenibili. L’Unione europea boccia anche i biocarburanti proposti dall’Italia.

Poco più di dieci anni: dal 2035 in Europa non potranno più essere vendute auto a benzina, ma le auto tradizionali potranno essere ancora usate se alimentate con carburanti classici prodotti con energia rinnovabile, i cosiddetti e-fuel. Il dibattito riguardante la reale sostenibilità degli innovativi prodotti è destinato a imperversare nei prossimi mesi e potrebbe modificare le successive leggi europee riguardanti gli obiettivi della mobilità del futuro. L’Unione europea ha deciso di puntare su elettricità e idrogeno, lasciando nel limbo i carburanti sintetici e disincentivando i biocarburanti sostenuti dal governo italiano.

Cosa sono gli e-fuel

I carburanti e-fuel sono benzine con le stesse caratteristiche di quelle tradizionali, ma la differenza è che vengono prodotti in modo sostenibile, ovvero tramite elettricità o con energia rinnovabile. In questo modo il processo di produzione diventa meno inquinante e le emissioni nocive future dei carburanti sono pari alla quantità prelevata dall’atmosfera per produrre il carburante, rendendolo complessivamente CO2 neutro. Oltre a puntare su mezzi completamente elettrici, alcune case automobilistiche scommettono sugli e-fuel anche perché ciò permetterebbe di protrarre la longevità dei mezzi oggi su strada.

Un distributore di benzina a Parigi
Un distributore di benzina a Parigi © Pascal Le Segretain/Getty Images

Le benzine sintetiche o e-fuel non sono ancora prodotte su larga scala: il primo impianto commerciale al mondo è stato aperto in Cile nel 2021, sostenuto da Porsche e con l’obiettivo di produrre 550 milioni di litri all’anno. Altri impianti sono stati pianificati in Norvegia: la nazione di Oslo dovrebbe iniziare a produrre nel 2024 con un focus sul carburante sintetico per l’aviazione. Proprio sull’utilizzo finale degli e-fuel verge buona parte del dibattito: alcuni esperti vorrebbero che fossero riservati a settori difficili da decarbonizzare come il trasporto marittimo e l’aviazione, che, a differenza delle autovetture, non possono funzionare facilmente con batterie elettriche. I promotori spingono principalmente su due vantaggi: questi prodotti riducono le emissioni di gas serra, perché usano CO2 riciclata ed energia rinnovabile, inoltre sono compatibili con i motori a combustione interna esistenti, senza bisogno di nuove tecnologie. Fra gli svantaggi, oltre all’attuale costo elevato, la richiesta di molta energia elettrica per la loro produzione, che deve essere garantita da fonti rinnovabili.

La discussione europea

Già dal 2030 nell’Unione europea le auto nuove dovranno emettere il 55 per cento di CO2 in meno rispetto al 2021. L’accorciarsi dei tempi ha spinto alcuni governi nazionali a valutare proposte alternative all’elettrico, come quelle rappresentate dagli e-fuel. Su richiesta di Germania e Italia, le istituzioni europee hanno inserito una deroga che consentirà l’uso di carburanti sintetici. Il governo italiano, oltre che sugli e-fuel, puntava molto sui biocarburanti, ovvero benzine generate da biomasse provenienti da scarti di animali e piante, ma l’Unione europea non le ha prese in considerazione.

È chiaro quindi che l’Unione europea propende per carburanti indiscutibilmente sostenibili come l’elettricità e l’idrogeno. Un nuovo regolamento pubblicato a marzo 2023, si concentra sulla realizzazione di un’infrastruttura continentale per i combustibili alternativi e fissa obiettivi di diffusione obbligatori per le stazioni di ricarica elettrica e per il rifornimento di idrogeno nel settore stradale, nei porti marittimi e agli aeromobili in stazionamento. In questo modo, dopo l’approvazione del Parlamento europeo, si inizierà la costruzione di spazi per il rifornimento sostenibile, facilitando il passaggio ai mezzi elettrici per i privati e a quelli a idrogeno o elettrici per navi e aerei commerciali.

“L’accordo odierno ci fa compiere un ulteriore passo in avanti nel percorso verso la decarbonizzazione della mobilità in Europa” ha detto Adina Vălean, commissaria europea per i trasporti. Altre ricerche sono in corso sull’efficienza degli e-fuel, ma sembra che in futuro potranno rappresentare solo un prodotto di nicchia. La decisione europea segna il futuro della mobilità sostenibile, dove potrebbero trovare ancora spazio anche gli e-fuel.

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