Politiche frammentarie, discontinue e incerte. Così sull’elettrico l’Italia fa peggio persino della Grecia. Ne approfitta la Cina, che allarga l’offerta; ultimo caso la BYD Sealion 7.
È in Italia la città più trafficata d’Europa
Non è New York o Los Angeles. Nemmeno Londra o Parigi. È Milano la città più trafficata in Europa e Nord America, secondo l’indice Inrix Traffic Scorecard, che ogni anno stila la classifica delle 25 città più trafficate. Al secondo posto Bruxelles, mentre Roma si posiziona al ventiduesimo posto. Per quanto riguarda gli Stati, l’Italia
Non è New York o Los Angeles. Nemmeno Londra o Parigi. È Milano la città più trafficata in Europa e Nord America, secondo l’indice Inrix Traffic Scorecard, che ogni anno stila la classifica delle 25 città più trafficate. Al secondo posto Bruxelles, mentre Roma si posiziona al ventiduesimo posto. Per quanto riguarda gli Stati, l’Italia si posiziona al quarto posto, dopo Belgio, Olanda e Regno Unito.
Il metodo. Per analizzare i dati e i livelli del traffico anno dopo anno e città per città, l’indice Inrix analizza i numeri registrati nelle sole ore di punta. Il che significa dalle 6 alle 10 del mattino e dalle 15 alle 19 del pomeriggio, dal lunedì al venerdì, quindi per 40 ore settimanali. Qui ogni segmento stradale viene analizzato ogni 15 minuti, per poi estrapolare le “ore perse nel traffico”, calcolando l’aumento del tempo medio di percorrenza di quel tratto. Il risultato viene poi confrontato con la lunghezzza del viaggio medio di un pendolare e il numero medio di pendolari che le percorrono al mese e all’anno.
Interpellato, l’assessore alla mobilità del Comune di Milano, Pierfrancesco Maran risponde: “Negli ultimi anni, tutte le ricerche in materia di viabilità hanno mostrato il trend di miglioramento di Milano. Mi limito a citare la più recente, presentata poco più di un mese fa da TomTom. Milano è scesa dal podio delle città italiane più congestionate confermando il costante miglioramento da tre anni a questa parte. E al confronto con le altre metropoli europee, il capoluogo lombardo, fuori dalle prime 15 più congestionate, è risultato migliore di Parigi, Londra e Vienna.
Per quanto riguarda INRIX (dove Milano sarebbe stazionaria in testa da anni), la metodologia scelta per analizzare i dati sembra basarsi sul confronto dei tempi di percorrenza nelle diverse fasce orarie, in particolare considera la differenza tra quella di punta del mattino e quella serale, cosiddetta ‘di morbida’. E’ un parametro che a nostro giudizio da solo è fuorviante. Basti pensare che se Milano tenesse accesi i semafori anche di notte, come fanno molte altre città, i tempi di percorrenza notturni aumenterebbero e l’indice di congestione secondo INRIX sarebbe di conseguenza più basso”.
Quanto ci costa il traffico. Secondo il Libro Bianco sulla Mobilità e i Trasporti pubblicato a giugno: “Il peso dell’auto di proprietà si mostra in tutta la sua poderosa prevalenza. In Italia si contano oltre 600 automobili ogni mille abitanti con i picchi costituiti dalle aree metropolitane di Roma e Firenze che ne registrano oltre 700 ogni mille abitanti. Milano e Roma si collocano all’interno dei primi dieci posti della classifica europea delle città più congestionate. Velocità medie anche inferiori ai 10 km/h, analoghe ai tempi della prima industrializzazione e tempi di trasferimento che raggiungono rispettivamente oltre 70 ore anno per abitante per Milano e oltre 45 per Roma, si associano a una infrastrutturazione particolarmente deficitaria o, meglio, del tutto sbilanciata sulla viabilità stradale generalista”.
Infatti in uno studio realizzato The European House Ambrosetti si legge che: “oggi, a causa della congestione del traffico, spendiamo tra i 30 e i 50 miliardi di euro ogni anno, circa il 2-3 per cento del Pil, riducendo fortemente anche la competitività delle aziende nostrane. Gli ingorghi stradali, inoltre, sono responsabili del 27 per cento della CO2 emessa nel Paese ogni anno, 3 punti in più rispetto alla media europea”.
Maran sottolinea comunque i progressi compiuti finora: “Milano, premiata anche dall’Ocse nel maggio scorso per le sue politiche dei trasporti, sta affrontando sfide importanti per favorire la mobilità alternativa; dal potenziamento del bike e car sharing all’impegno per un trasporto pubblico sempre più capillare fino all’ampliamento delle Zone 30 in tutta la città. Senza dimenticare Area C che sempre più delegazioni estere ci chiedono di studiare. Iniziative che stanno contribuendo a cambiare le abitudini dei milanesi e dei city users, con risultati già evidenti in termini di riduzioni del traffico e in tutti gli indici internazionali , con l’eccezione di INRIX”.
Indispensabile quindi un’inversione di rotta. Ovvero intermodalità, con parcheggi di scambio e infomobilità, divieti di accesso. Rilancio del bike e del car sharing e della mobilità dolce. Siamo pronti a rinunciare all’auto per questa volta?
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