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È raddoppiata la popolazione di pinguini delle Galápagos
Grazie alla variazione dei venti e delle correnti oceaniche, provocate forse dai cambiamenti climatici, il numero dei pinguini e in ripresa.
I pinguini, tra tutti gli uccelli, sono quelli che riscuotono più simpatia, probabilmente per il loro buffo incedere sulla terraferma e per l’incapacità di volare. Tra le 17 specie esistenti ne spicca una, l’unica che vive vicino all’Equatore ed è considerata la specie di pinguino più rara al mondo, il pinguino delle Galápagos (Spheniscus mendiculus).
Questi piccoli uccelli (alti meno di cinquanta centimetri), endemici dell’arcipelago delle Galápagos, nel 2000 sono stati inseriti nella lista delle specie in via di estinzione. Il numero di pinguini era infatti crollato a poche centinaia di individui, soprattutto a causa del Niño, fenomeno che aumenta la temperatura dell’oceano creando squilibri climatici che a metà degli anni Ottanta ha ridotto la popolazione del 77 per cento.
Un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters, offre però rassicurazioni sul futuro della specie, negli ultimi trent’anni la popolazione di pinguini delle Galápagos sarebbe infatti raddoppiata. L’inversione di tendenza, secondo i ricercatori del Woods Hole Oceanographic Institution del Massachusetts, sarebbe dovuta al cambiamento dei venti e delle correnti oceaniche che hanno aumentato la portata della corrente fredda che scorre dall’Antartico verso le Isole Galápagos e che crea un habitat ideale per i pinguini.
La “piscina fredda” che si è creata è ricca di nutrienti e ha favorito lo sviluppo di alghe e pesci, per la felicità dei pinguini il cui numero, secondo la ricerca, è salito a oltre mille esemplari.
La variazione dei venti e delle correnti oceaniche potrebbe essere stata provocata sia dalla variabilità naturale che dai cambiamenti climatici. Questo cambiamento, si legge nello studio, potrebbe espandere l’area caratterizzata dall’acqua fredda più a nord, lungo le coste delle isole Isabela e Fernandina, e condurvi le popolazioni ittiche, seguite dagli animali che si nutrono e si riproducono in prossimità delle acque fredde.
Il fenomeno potrebbe però essere effimero e le condizioni dell’oceano potrebbero variare, portando ad un calo delle popolazioni di pinguini.
“I pinguini sono spettatori innocenti, in balia delle variazioni delle correnti e del clima, facendo festa o vivendo periodi di carestia”, ha dichiarato il principale autore della ricerca, Kristopher Karnauskas.
Le nuove scoperte forniscono nuovi elementi per migliorare la conservazione dei pinguini, aumentando ad esempio gli sforzi sulle coste settentrionali delle isole e ampliando le aree marine protette del nord. Karnauskas sostiene che la maggior parte degli organismi marini sarà influenzata negativamente dall’aumento delle temperature oceaniche e dall’acidificazione delle acque.
“I cambiamenti climatici comportano sollecitazioni nuove e crescenti sugli ecosistemi, ma la biologia a volte ci sorprende, potrebbero esserci piccoli avamposti dove la vita potrebbe prosperare solo per coincidenza”.
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