Rise in Google searches around ‘climate anxiety’ https://t.co/BUh2QbcMwa
— BBC News (World) (@BBCWorld) November 22, 2023
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Nel 2023 Google Trends ha certificato un aumento esponenziale di ricerche delle parole “ecoansia” e “ansia climatica”, in diverse lingue: è il segno dei tempi.
I cambiamenti climatici non mettono in crisi solamente il nostro pianeta, i nostri territori, le nostre case, e in definitiva la nostra stessa sopravvivenza: la crisi climatica inizia a incidere anche sulla nostra serenità e sulla nostra salute mentale. Lo dimostra il fatto che le parole ansia climatica ed ecoansia, secondo i dati di Google Trends, hanno registrato un drastico aumento nelle ricerche sul web nel corso del 2023, indicando una preoccupata consapevolezza di questa problematica. A dirlo è la Bbc, che ha avuto accesso in esclusiva ai dati aggiornati di Google, aggiungendo che le donne sembrano essere le più colpite da questa forma di ansia.
Nei primi dieci mesi del 2023, spiega il broadcast britannico, le ricerche in inglese per climate anxiety sono state 27 volte di più di quelle effettuate nello stesso periodo nel 2017. Ma i popoli anglosassoni non sono in assoluto quelli più afflitto da ecoansia: la stessa ricerca in lingua portoghese per esempio è cresciuta di 73 volte. Ma i paesi nordici come Finlandia, Svezia, Danimarca e Norvegia sono quelli che hanno mostrato un interesse significativo per le ricerche sull’ansia climatica: qui, addirittura, il 40 per cento delle ricerche online hanno riguardo in qualche modo l’ecoansia.
In generale, l’ecoansia non conosce confini geografici, almeno a giudicare dal volume di ricerche online, in crescita in tutto il mondo: vero è che a esserne più colpiti in proporzione sono i cittadini della parte del mondo più ricca e sviluppata, probabilmente perché si tratta anche dei paesi in cui la consapevolezza del problema legato ai cambiamenti climatici è maggiore (anche se poi a volte le conseguenze più gravi avvengono nei paesi meno sviluppati). Per esempio, le ricerche per ecoansia e ansia climatica in cinese sono aumentate ‘solo’ di otto volte e mezzo rispetto a un quinquennio fa, quelle in arabo di cinque volte.
Anche se Google generalmente non fornisce dati disaggregati per il sesso, Bbc aggiunge che studi condotti negli ultimi anni hanno evidenziato che le donne manifestano maggiori livelli di preoccupazione rispetto agli uomini, dando voce a sensazioni di angoscia, stress e pessimismo di fronte alla crisi climatica che si sta manifestando su scala globale.
Susan Clayton, autrice di uno studio sull’argomento pubblicato sulla rivista Sustainability, suggerisce che le donne possano essere più propense a manifestare quest’ansia perché sono solitamente più aperte nel discutere le proprie emozioni. Tuttavia, “ci sono aspetti più profondi: le donne potrebbero essere più a rischio degli uomini di subire gli impatti reali del cambiamento climatico: dalle conseguenze fisiche durante la gravidanza all’aumento del rischio di violenza domestica in seguito a eventi climatici estremi”.
Più in generale, i dati che emergono da Google Trends indicano una crescente ricerca online sui metodi per affrontare il cambiamento climatico: gli utenti manifestano un desiderio non solo di comprendere meglio la situazione, ma anche di agire in modo significativo per contrastare questa emergenza. Domande su soluzioni al cambiamento climatico, sull’adattamento, sulla sostenibilità e sulle emissioni di gas serra sono aumentate in modo significativo, circa del 120 per cento in cinque anni. Ma la domanda più in crescita, in tutte le lingue del mondo, è stata: quali sono i rischi del cambiamento climatico? (150 per cento in più).
L’Italia non fa eccezione: lo scorso aprile, in occasione della Giornata della Terra, sempre Google aveva diffuso i trends relativi al periodo tra marzo 2022 e marzo 2023, e ne era emerso un grande aumento dei volumi di ricerca per molte parole legate alla crisi climatica, a testimonianza proprio di un aumento dalla nostra ecoansia. Ad esempio, le ricerche su Google relative alla parola siccità sono aumentate del 387 per cento rispetto al 2022, quelle sull’espressione cambiamento climatico del 153 per cento. Ma addirittura sono aumentate del 121 per cento le ricerche per scivolamento del terreno (banalmente, le frane causate dalle alluvioni), del 74 per cento quelle per turbina eolica, visto il crescente dibattito sulla necessità di dotarsi di infrastrutture energetiche rinnovabili, e infine del 63 per cento le ricerche relative all’Esg, il criterio con cui si valutano le performance delle aziende in termini di impatto ambientale, sociale e di governance, che sta diventando sempre più rilevante per gli investitori e i consumatori.
Bollata in Italia talvolta come un atteggiamento infantile, l’ecoansia è invece ormai considerata come parte integrante delle conseguenze dei cambiamenti climatici dall‘Ipcc, il panel intergovernamentale sui cambiamenti climatici composto da scienziati di tutto il mondo, che ha dedicato attenzione ai suoi impatti sulla salute mentale per la prima nel suo rapporto del 2022, spiegando che non si tratta solo di salvare il pianeta, ma anche di proteggere la salute mentale delle persone che lo abitano.
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