
Mai si erano verificati incendi così gravi in Corea del Sud. Bruciati oltre 35.800 ettari, mobilitato l’esercito. Migliaia di persone evacuate.
Per la seconda volta nel giro di pochi mesi il leader dei Verdi Van der Bellen ha battuto il candidato dell’estrema destra Norbert Hofer.
Il verde Alexander Van der Bellen è il nuovo presidente dell’Austria. L’ecologista ha battuto per la seconda volta il candidato del partito di estrema destra Fpoe (Freiheitliche Partei Österreichs) Norbert Hofer e guiderà la nazione europea.
Il ballottaggio tra Van der Bellen e Hofer che si era tenuto il 22 maggio scorso era terminato con la vittoria del leader dei Verdi. Il margine di vantaggio era stato però solamente di 31mila voti. Hofer aveva quindi tentato il ricorso, che era stato accolto dall’organo supremo della giustizia austriaca. Rispetto alle elezioni primaverili, il tasso di affluenza alle urne è risultato in crescita dal 72,6 al 74,1 per cento.
A distanza di qualche mese, il distacco appare decisamente aumentato: Van der Bellen è infatti accreditato del 53,6 per cento dei voti, benché i risultati non siano ancora definitivi. Un margine sufficiente per considerare archiviata la tornata elettorale. Lo stesso Fpoe ha infatti riconosciuto la sconfitta: “Faccio i miei auguri al nuovo presidente per il successo”, ha dichiarato il segretario generale del partito, Herbert Kickl, alla televisione pubblica. Hofer ha affidato ad un post su Facebook il proprio commento, dichiarandosi “profondamente rattristato”.
Van der Bellen, 72 anni, economista, ex professore universitario, ha impostato gran parte della propria campagna elettorale chiedendo alla popolazione austriaca di rifiutare le proposte dell’estrema destra. Chi lo ha seguito nel lungo avvicinamento al ballottaggio, ha visto il neo presidente dell’Austria attento molto più ai contenuti che all’immagine. Non ha mai tentato di nascondere con il suo modo di fare decisamente austero. E se Hofer si è mostrato particolarmente a suo agio con le tecniche di comunicazione, il candidato ecologista non ha lesinato lunghi secondi di silenzio nei dibattiti e nei comizi.
In tema di immigrazione, alla chiusura delle frontiere ha opposto l’idea di una società aperta a multiculturale, rivendicando di essere anche lui “figlio di rifugiati”. Suo padre era infatti un aristocratico russo, che assieme a sua mamma, estone, arrivò in Austria fuggendo dalla rivoluzione del 1917.
Un altro dei temi più battuti dal candidato ecologista è stato poi quello del ruolo di Vienna in Europa: una vittoria di Hofer, ha spiegato, avrebbe portato il paese all’isolamento. “Sin dall’inizio – ha dichiarato Van der Bellen alla televisione pubblica – mi sono battuto per un’Austria pro-europea, e per la difesa dei valori di uguaglianza, libertà e solidarietà”. Nei botta e risposta tra i due candidati non sono mancati confronti particolarmente aspri sulla questione. Rivolgendosi direttamente a Hofer, il neo-presidente ha attaccato: “Signor Hofer, le sto parlando d’Europa. E-u-r-o-p-a: ne ha già sentito parlare?”.
All’annuncio del consitente vantaggio del candidato ecologista, è esplosa la gioia della folla che attendeva i risultati all’interno del palazzo Hofburg a Vienna. “Siamo tutti molto sollevati e molto riconoscenti”, ha dichiarato il direttore della campagna di Van der Bellen, Lothar Lockl.
È stato il massimo dirigente dei Verdi austriaci fino al 2008, ma ha saputo catalizzare moltissimi consenti tra gli elettori dei partiti che hanno deciso di non appoggiarlo ufficialmente, a cominciare dal partito socialdemocratico (Spoe). Ma a sostenerlo è stata anche la gran parte del mondo artistico e intellettuale del paese.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Mai si erano verificati incendi così gravi in Corea del Sud. Bruciati oltre 35.800 ettari, mobilitato l’esercito. Migliaia di persone evacuate.
Centinaia di persone sono scese in strada per chiedere la fine della guerra israeliana su Gaza e fare pressione su Hamas.
Dopo decenni di dispute, Tagikistan e Kirghizistan hanno trovato una soluzione per porre fine alle discordie territoriali che hanno causato morti, feriti e centinaia di sfollati.
Ballal, uno degli autori del docufilm premio Oscar sugli abusi dei coloni in Cisgiordania, ieri era stato aggredito vicino a Hebron e poi arrestato.
L’economia della Spagna era uscita malconcia dalla pandemia. Ora ha la migliore performance d’Europa grazie alle sue politiche progressiste.
L’Europa ragiona su un piano da 800 miliardi e intanto vota per una maggiore sicurezza: inevitabilmente quei fondi verranno sottratti alle vere emergenze.
Nel suo primo anno di presidenza argentina Javier Milei ha introdotto pesanti tagli alla spesa pubblica, facendo impennare la povertà. Ora i pensionati guidano la protesta.
L’opposizione in Turchia è insorta dopo l’arresto del sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, parlando di un colpo di stato ordito dal presidente Erdogan.
Dopo due mesi di tregua, l’aviazione israeliana ha lanciato pesanti raid sulla Striscia di Gaza. Tra gli oltre 400 morti ci sono anche bambini.