Il 2024 è stato un anno difficile per l’auto e in genere per la mobilità. Notizie per la maggior parte negative. O forse no? Questa è la nostra lista di cose buone (e meno) successe quest’anno.
Ecologia e tecnologia, le chiavi della mobilità del futuro
Con Milano continua la scia delle città che dicono no alle auto inquinanti in favore di mezzi ecologici, dalle vetture private ai mezzi pubblici, al car sharing. E, come mostra il City Mobility Index, le nuove tecnologie diventano fondamentali per affrontare le sfide future di mobilità nei centri sempre più popolati.
Secondo l’ultimo rapporto delle Nazioni Unite, dal 2018 la percentuale della popolazione urbana ha superato quella della popolazione rurale, e questo vale anche nei Paesi meno sviluppati. Oggi vive in città il 55 per cento della popolazione mondiale (4,2 miliardi di persone), mentre 3,4 miliardi di persone abitano in campagna e nei piccoli centri urbani. E poiché ogni anno l’1 per cento della popolazione si sposta verso le città, si stima che nel 2045, due persone su tre vivranno nei grandi agglomerati. Il fenomeno riguarda tutti i Paesi del mondo con i tassi più alti in Cina (28 persone su mille lasciano le zone rurali per le città) e in Brasile (19 persone su mille). Per quanto riguarda l’Europa, vivono in città 9 persone su 10 in Belgio, Lussemburgo, Olanda, Malta e Islanda, 8 su 10 in Svezia, Finlandia, Norvegia, Danimarca, Gran Bretagna, Francia e Spagna, 7 su 10 in Italia. Si calcola che nel nostro Paese, nel 2050, l’80 per cento della popolazione risiederà nei centri urbani. Numeri che pongono tante sfide per le città del futuro, tra cui quella della mobilità è di certo una delle più urgenti da affrontare.
Mobilità del futuro: stop a diesel e benzina in favore di ibride ed elettriche
Negli ultimi decenni molto è stato fatto da parte delle amministrazioni, delle aziende del settore automotive, di start-up e innovatori per rispondere alle esigenze di spostamenti sempre più efficienti e sempre più sostenibili. E non c’è dubbio che i mezzi di cui disporranno le prossime generazioni saranno quelli meno inquinanti, dall’ibrido all’elettrico alla tecnologia a idrogeno, non solo per quanto riguarda le auto private, ma anche per mezzi pubblici e car sharing tesi a ridurre la circolazione delle singole vetture. È di questi giorni la notizia che nella città di Milano da gennaio 2019, secondo le intenzioni del sindaco Giuseppe Sala, non potranno più circolare i veicoli più inquinanti (Euro 0, 1, 2 e 3) poiché entrerà in vigore la Lez (Low emission zone), una zona a traffico limitato grande più o meno come tutto il centro abitato. Centottanta varchi di ingresso coperti da telecamere controlleranno gli accessi e permetteranno di sanzionare chi non rispetta i divieti. E l’obiettivo è quello di eliminare completamente la circolazione dei diesel entro il 2025. Un anno prima, nel 2024, le auto a gasolio saranno bandite invece dalle strade di Roma, come ha annunciato a febbraio il primo cittadino Virginia Raggi durante un intervento al summit C40 Women for Climate a Città del Messico. Roma e Milano hanno seguito l’esempio di altri Paesi europei che hanno posto limiti anche per le auto a benzina: la Francia e il Regno Unito hanno annunciato lo stop entro il 2040, la Norvegia (dove un auto su due è ecologica) già dal 2025.
La tecnologia come risposta ai problemi di gestione
Il City Mobility Index di Deloitte classifica le città in base a come stanno rispondendo alla sfide di mobilità del futuro. L’indice comprende tre aree tematiche, prestazioni e resilienza, visione e leadership, servizio e inclusione, per un totale di 60 parametri analizzati come qualità dell’aria, livelli di congestione, uso di nuove tecnologie, e valuta se le reti di trasporto spostano i cittadini in modo efficiente, inclusivo, sostenibile e integrato, suggerendo come fornire una mobilità di qualità. A gennaio sono state analizzate 18 tra le principali del mondo, a giugno altre 29. Nella seconda fase è emerso, ad esempio, come nell’area asiatica alcuni centri stiano rapidamente migliorando i loro sistemi di mobilità urbana. Se Shanghai sta raddoppiando la sostenibilità attraverso la sua robusta rete pedonale sotterranea, Shenzhen ha attivato la più grande flotta di autobus elettrici del mondo, ha sistemi di car e bike sharing ben organizzati e sta affrontando gli alti livelli di congestione del traffico gestendo in modo efficace i parcheggi. Pechino è attenta all’adozione di nuove tecnologie al contrario di Hong Kong che, nonostante possieda una delle reti di trasporto più affidabili, efficienti e accessibili delle città esaminate in Cina, rischia di perdere la sua posizione come modello globale. Per le città in basso nella classifica, dice Deloitte, non tutto è perduto. Data la velocità del cambiamento e le tendenze tecnologiche, ogni città ha l’opportunità di ricostruire radicalmente il panorama della mobilità nei prossimi cinque-dieci anni implementando soluzioni avanzate per risolvere i problemi principali.
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