“Il nostro obiettivo è sempre stato quello di trasformare un rifiuto in qualcosa di meraviglioso”. L’intervista a Matteo Longo, direttore generale di Bioforcetech.
Economia circolare, quali sono le città italiane più virtuose
L’economia circolare è un nuovo modello di business che affronta alcune esternalità produttive ignorate fino a poco tempo fa, come rifiuti, inquinamento, consumo d’acqua ed energia. Un modo diverso di vedere la produzione che, in realtà, ricorda molto da vicino i cicli naturali: sono completi, efficienti e interconnessi. Le città, proprio come già fanno le
L’economia circolare è un nuovo modello di business che affronta alcune esternalità produttive ignorate fino a poco tempo fa, come rifiuti, inquinamento, consumo d’acqua ed energia. Un modo diverso di vedere la produzione che, in realtà, ricorda molto da vicino i cicli naturali: sono completi, efficienti e interconnessi.
Le città, proprio come già fanno le aziende più virtuose, possono diventare degli ottimi laboratori di questo modello sistemico. E uno studio del Cesisp (Centro di economia e regolazione dei servizi, dell’industria e del settore pubblico dell’Università di Milano-Bicocca) ha voluto indagare, nel Belpaese, quali sono i capoluoghi più sensibili in tal senso.
La classifica delle città italiane più “circolari”
1. Milano
2. Firenze
3. Torino
4. Bologna
5. Roma
6. Genova
7. Bari
8. Napoli
9. Palermo
10. Catania
I cinque pilastri dell’economia circolare
Ma come nasce l’idea di dare un voto alle nostre città? Si tratta di un’intuizione di sicuro affascinante, ma non certo immediata da mettere in pratica. Non stupisce, dunque, che la classifica sia soltanto il punto d’arrivo di un percorso di ricerca piuttosto complesso. Come prima cosa, i ricercatori del Cesisp hanno suddiviso il mondo dell’economia circolare in cinque grandi aree e per ciascuna di esse hanno scelto una serie di indicatori da misurare in modo oggettivo, assegnando un punteggio da 1 a 5. La media dei venti indicatori corrisponde al punteggio finale.
Se il punto di partenza sono i cosiddetti input sostenibili (efficienza energetica e produzione di energia da fotovoltaico, numero di auto elettriche e ibride in circolazione e di colonnine di ricarica, densità di aree verdi), il secondo pilastro è molto meno “tecnico” e molto più “sociale”. Sotto la definizione-ombrello di livello di condivisione sociale, infatti, gli studiosi hanno scandagliato la quota di volontari sulla popolazione complessiva, il numero di orti urbani e la quantità di case disabitate.
Mettere in pratica l’economia circolare significa anche trovare nuovi modelli di business per offrire prodotti sotto forma di servizi, puntando sul trasporto pubblico, sulle piste ciclabili e sul car sharing. Il quarto pilastro è rappresentato dalle soluzioni per la cosiddetta end of life dei prodotti: seconda mano, depurazione dell’acqua, gestione dei rifiuti e percentuale di raccolta differenziata. Infine, le misure per estendere la vita utile di beni e servizi: spesa dell’amministrazione per gli interventi di manutenzione, uso efficiente del suolo, efficienza della rete idrica e politiche di responsabilizzazione dei cittadini.
Il podio dell’economia circolare in Italia
Dieci i centri italiani che sono passati sotto la lente del Cesisp, cioè tutti quelli con più di 300.000 abitanti. Il podio spetta a Milano, Firenze e Torino, ma non mancano alcune sorprese. Roma per esempio “vince” nel campo degli input sostenibili, anche in virtù del suo territorio molto esteso e dei bassi consumi di energia in rapporto al pil urbano. Genova si spartisce con il capoluogo lombardo il primato sull’estensione della vita utile delle risorse, mentre Firenze primeggia in termini di volontariato.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Secondo un rapporto delle Nazioni Unite competizione e corsa alle performance colpiscono la salute mentale dei lavoratori, moltiplicano i casi di burn-out.
L’agrivoltaico permette la coesistenza di agricoltura ed energia solare. Un segmento che potrebbe rappresentare la frontiera della produzione energetica, come dimostra l’esempio di Caviro.
La gamma in arrivo sugli scaffali di Penny Market è destinata alla fascia dei 50-70enni che vogliono affrontare con serenità lo scorrere del tempo.
Acemoglu, Johnson e Robinson hanno dimostrato che le istituzioni democratiche creano prosperità e sviluppo. E sottolineato il ruolo delle colonizzazioni.
Le professioni tradizionali si evolvono, integrando competenze sostenibili. Il Fondo nuove competenze 2024 offre un supporto finanziario essenziale alle imprese italiane, promuovendo l’aggiornamento delle competenze digitali ed ecologiche per rimanere competitive.
Il corposo rapporto consegnato da Mario Draghi su competitività ed economia sembra far primeggiare innanzitutto le necessità delle imprese.
L’ultimo bilancio di sostenibilità di Gruppo CAP, Sorgente di connessioni, ricorda l’importanza di fare rete per rendere concreta la transizione ecologica.
Il G20 Finanze in Brasile si è chiuso con un primo passo verso l’imposizione di tasse per i super ricchi. Soddisfatta l’organizzazione umanitaria Oxfam.