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L’economia sociale francese sperimenta la finanza a impatto
In Francia, grazie alla finanza a Impatto, capitali privati permetteranno di testare servizi innovativi nell’ambito del reinserimento lavorativo.
L’Adie, la più grande associazione di microcredito in Francia attiva dal 1989, è la prima struttura dell’economia sociale francese a beneficiare di un “contrat à impact social”, trasposizione francese dei social impact bonds o “pay for success bond”.
Cosa sono i contrats à impact social
I social bond francesi sono nati per permettere alle strutture che operano nel sociale di accedere a investimenti privati per testare programmi innovativi in risposta a problemi quali l’esclusione, l’analfabetismo o la dipendenza. Si tratta di progetti troppo complessi per poter accedere ai canali di finanziamento classici – specie in un momento di contrazione della spesa pubblica – ma allo stesso tempo capaci potenzialmente di generare risparmio e ricadute positive per la collettività. Da qui l’idea di far portare il rischio finanziario a degli investitori privati, con la promessa di rimborsare il loro investimento solo se i risultati della sperimentazione saranno all’altezza delle promesse.
Oltre un milione di euro di investimento
Il contratto firmato a Parigi lega l’Adie, lo stato e un gruppo di investitori composto dalla banca BNP Paribas, dalla Cassa depositi e prestiti francese, dalla società di investimento Renault Mobiliz Invest, dall’assicurazione mutualistica AG2R La Mondiale e dalla Fondation Avril. Insieme, questi investitori smuoveranno 1,3 milioni di euro su tre anni. Questo denaro permetterà all’Adie – oggi presente con le sue filiali quasi esclusivamente nei centri urbani – di rinforzare la sua azione nei territori rurali e più isolati del cuore della Francia.
Obbligo di risultato
La valutazione sulla bontà dell’operato dell’Adie sarà rimessa a un terzo, la multinazionale olandese della consulenza Kpmg, che si baserà su due criteri. Anzitutto, l’associazione deve riuscire a erogare prestiti e accompagnare 500 persone in tre anni. Secondo, e più importante, almeno 320 di loro dovranno risultare “stabilmente reinseriti” nel mondo del lavoro due anni dopo la fine del programma di accompagnamento. Se questo secondo obiettivo sarà raggiunto, lo stato francese ci avrà risparmiato e quindi si impegnerà a rimborsare l’investimento. Se l’obiettivo verrà superato, gli investitori riceveranno addirittura un premio, che non potrà superare i 195 mila euro per 422 persone reinserite. E se l’Adie manca il suo obiettivo? Se meno 172 persone ritrovano un lavoro stabile… gli investitori perdono tutto! Altrimenti, verranno rimborsate solo parzialmente.
La finanza a impatto: ancora una goccia nel mare
Da marzo ad oggi, circa venti dossier sono stati presentati al segretariato di stato all’Economia sociale incaricato di coordinare il dispositivo. Oltre a quello dell’Adie, un altro contratto, pilotato dal fondo di investimento Impact partenaires, è stato firmato il 24 novembre scorso, con l’obiettivo di accompagnare la creazione di negozi in franchising nei quartieri popolari oggetto di interventi pubblici di riqualificazione. Altri dieci progetti avrebbero superato una prima selezione e sarebbero ora allo studio. Le Mouvement associatif, che rappresenta 600 000 associazioni in Francia, ha espresso da subito alcune preoccupazioni circa la diffusione di social impact bond, chiedendo alle istituzioni un dibattito pubblico e particolare attenzione al monitoraggio delle prime esperienze. Fra gli aspetti più controversi: la possibile esclusione da questo tipo di dispositivo dei settori o dei beneficiari “più a rischio”, la competenza e l’indipendenza dei valutatori e il rapporto fra investitori privati e associazioni, da un lato, poteri pubblici dall’altro. Resta il fatto che ad oggi la finanza a impatto, seppur in crescita, è una forma di finanziamento ancora marginale in Francia, come pure nel resto del mondo. Dal 2011 a oggi nel mondo, sono stati siglati contratti a impatto sociale per un valore di appena 200 milioni di euro.
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