Nella regione del Sahel, sconvolta da conflitti inter comunitari e dai gruppi jihadisti, 29 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria.
L’Ecuador tenta di bloccare i migranti in arrivo dal Venezuela
Dal 18 agosto l’Ecuador ha inasprito le regole per l’ingresso di cittadini venezuelani sul proprio territorio. Ma i migranti varcano ugualmente il confine.
Le autorità dell’Ecuador hanno deciso di rendere più rigide le regole di ingresso sul proprio territorio per i migranti provenienti dal Venezuela. La decisione è stata annunciata il 16 agosto ed è operativa da sabato 18: il governo di Quito ha imposto la presentazione alla dogana di un passaporto in corso di validità. In precedenza, invece, era sufficiente una carta d’identità. E ottenere un passaporto, nel contesto di estrema difficoltà in cui versa Caracas, risulta particolarmente complicato.
Entrati in Ecuador 550mila venezuelani dall’inizio dell’anno
Il ministro dell’interno ecuadoriano, Mauro Toscanini, ha giustificato la misura sottolineando la necessità “di garantire al contempo la sicurezza del nostro territorio e quella dei cittadini venezuelani”. In molti, però, hanno visto nella decisione un duro colpo a chi tenta di lasciare la nazione governata da Nicolas Maduro, alle prese ormai da tempo con una grave crisi economica.
Venezuelan migrants’ dreams of new life dashed by #Ecuador passport rule https://t.co/41mS2ME7rs pic.twitter.com/2Pn59VBLMC
— Reuters Venezuela (@ReutersVzla) August 19, 2018
Si prevede che la misura possa essere in grado di bloccare quasi per intero il flusso di venezuelani in arrivo, che secondo il ministero degli Affari esteri dell’Ecuador è pari ad oltre quattromila persone al giorno. L’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) ha indicato in 550mila il numero di ingressi dall’inizio dell’anno.
Quito promette di regolarizzare chi ha già varcato la frontiera
Benché i due paesi non confinino tra di loro, infatti, per molti l’Ecuador rappresenta un “trampolino” per raggiungere il Perù, nel quale è presente una comunità venezuelana particolarmente importante, o il Cile. Il presidente dell’Ecuador, Lenin Moreno, ha in ogni caso affermato che le nuove regole non riguardano chi ha già varcato la frontiera: per loro dovrebbe essere avviato un processo di “regolarizzazione”.
Quito ha però dichiarato lo stato di emergenza in tre province, il che consentirà di rafforzare la presenza militare al confine con la Colombia, paese attraversato spesso a piedi o con mezzi di fortuna dai venezuelani. Il governo ecuadoriano ha inoltre annunciato l’invio sul posto di altri medici e operatori sociali, necessari per rispondere ai bisogni dei migranti. Toscanini ha infine esortato Maduro “a fare tutto ciò che è possibile per evitare che i cittadini venezuelani si vedano costretti a lasciare il loro paese”.
Le nuove regole già infrante al confine con la Colombia
Secondo quanto riferito dall’agenzia Reuters, tuttavia, per ora le nuove regole non sembrano essere applicate in modo stringente. Dopo parecchie ore passate al freddo e senza un riparo, centinaia di cittadini venezuelani hanno deciso di varcare ugualmente la frontiera con l’Ecuador (vigilata da un numero esiguo di agenti). Nonostante gli avvertimenti della polizia, i migranti hanno deciso di rischiare di ritrovarsi in condizioni di clandestinità: “Non abbiamo più soldi. Dobbiamo muoverci ora e riprenderci le nostre vite”, ha dichiarato una migrante al confine.
Nel frattempo, in Brasile i venezuelani che sono stati accolti in alcuni campi hanno subito violenti attacchi da parte della popolazione locale. Sabato 18 agosto le strutture sono state assaltate, date alle fiamme e in parte distrutte da parte degli abitanti della città di Pacaraima. Si tratta dell’ultimo di numerosi episodi di tensione tra la popolazione e i migranti. Per questo il governo brasiliano ha deciso di inviare l’esercito al fine di garantire la sicurezza di chi vive temporaneamente nei campi.
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