Inquinare un fiume significa violare i suoi diritti. La sentenza di un tribunale dell’Ecuador è storica

In Ecuador la corte ha ritenuto l’amministrazione di Quito responsabile di aver violato i diritti del fiume Machángara, inquinandolo per anni.

  • La Costituzione dell’Ecuador è la prima al mondo a riconoscere diritti inalienabili alla natura.
  • Sulla base di essa, alcuni attivisti hanno fatto causa all’amministrazione di Quito per aver inquinato il fiume Machángara.
  • Il giudice ha dato loro ragione, obbligando gli enti locali ad attivare un piano di bonifica.

Il fiume Machángara nasce dalle sorgenti sulle Ande e lungo il suo corso, di una trentina di chilometri, attraversa anche la capitale dell’Ecuador, Quito. Le sue condizioni sono pessime. È talmente inquinato che non è rimasto nemmeno più l’ossigeno necessario agli organismi acquatici per sopravvivere. Ma il fiume Machángara è anche titolare di precisi diritti, sanciti dalla Costituzione. Inquinarlo significa violare questi diritti. È quanto ha sancito un tribunale dell’Ecuador, con una sentenza che gli attivisti descrivono come “storica”.

L’inquinamento del fiume Machángara in Ecuador

Stando alle parole degli attivisti della Global alliance for the rights of nature, il fiume Machángara è considerato né più e né meno come una discarica. Durante il suo corso, raccoglie tonnellate di rifiuti e li porta con sé. Ma il peggio arriva quando attraversa Quito, una metropoli da oltre due milioni e mezzo di abitanti che sorge a 2.850 metri di altitudine, ai piedi delle Ande. Perché le acque reflue vengono scaricate nel suo corso senza alcun trattamento di depurazione, avvelenandolo. Ormai il suo livello medio di ossigeno è appena del 2 per cento, cosa che mette a repentaglio la sopravvivenza degli organismi acquatici che ci vivono.

Una sentenza storica riconosce i diritti della natura

Da qui prende il via l’azione legale intrapresa da alcuni gruppi di attivisti per conto del fiume stesso. Perché la Costituzione dell’Ecuador, entrata in vigore nel 2008, in questo senso è rivoluzionaria. Se le Carte di altri paesi infatti riconoscono il diritto degli esseri umani a vivere in un ambiente pulito e salubre, quella dell’Ecuador è stata la prima al mondo a riconoscere diritti inalienabili alla Pachamama, la madre Terra in lingua locale. La natura, si legge, “ha diritto al rispetto integrale per la sua esistenza e per il mantenimento e la rigenerazione dei suoi cicli vitali, strutture, funzioni e processi evolutivi”, nonché il “diritto a essere ripristinata”.

Di conseguenza, il giudice ha decretato che l’amministrazione di Quito è responsabile di avere violato i diritti del fiume e dunque dovrà mettere in atto un piano ad hoc per bonificarlo, un piano fatto di misure concrete ed efficaci. Il caso non è ancora chiuso, perché l’amministrazione ha fatto ricorso in appello; ma, in attesa del secondo grado di giudizio, dovrà comunque mettere in atto quanto disposto dal tribunale.

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