L’Onu ha proclamato il 2025 anno delle cooperative ritenendole di fondamentale contributo allo sviluppo sostenibile.
Educazione alimentare nelle scuole contro l’obesità, la proposta di Slow Food
Dopo la bocciatura della sugar tax da parte del governo, Slow Food propone di combattere l’obesità inserendo l’educazione alimentare nei programmi scolastici.
Secondo il primo rapporto sulla Salute alimentare infantile, realizzato dall’associazione Helpcode con l’istituto Gaslini di Genova e l’università di Genova, in Italia un bambino su tre è sovrappeso o obeso. In particolare il problema riguarderebbe il 21 per cento dei maschi e il 14 per cento delle femmine. Si tratta in realtà di un’emergenza mondiale che non riguarda solo il nostro Paese e a cui molti Stati, come Messico, Francia, Irlanda e Gran Bretagna hanno risposto introducendo la “sugar tax“, ovvero una tassa sulle bevande zuccherate che da una parte scoraggia le famiglie nell’acquisto di questi prodotti, dall’altra spinge il mondo dell’industria alimentare a modificare le ricette eliminando parte dello zucchero.
Educazione alimentare, la proposta di Slow Food
Un recente tentativo di introdurre la sugar tax c’è stato anche in Italia ma non è andato in porto. Presentata dal Movimento 5 Stelle in un emendamento alla legge di bilancio, la tassa sulle bevande zuccherate è stata bocciata dal partito della Lega. Ed è da qui che giunge la proposta del Comitato esecutivo di Slow Food Italia ai ministri della Sanità e dell’Istruzione: inserire l’educazione alimentare e sensoriale nei programmi scolastici, a partire dalle mense, per combattere obesità e sovrappeso infantili. “La sugar tax avrebbe potuto essere un tentativo di approccio alla questione, anche se non risolutivo – commenta l’associazione –. In ogni caso, qualsiasi intervento messo in campo deve far parte di un progetto più ampio e articolato che ha nell’educazione il suo cardine“.
Meno zuccheri, ma anche meno chimica e grassi
Inoltre, secondo Slow Food, gli zuccheri non sarebbero la sola sostanza da mettere all’indice, soprattutto nel caso in cui vengano sostituiti con altre sostanze: “Quello degli edulcoranti, che siano naturali o artificiali è un altro nodo imprescindibile. Per queste sostanze sono stabilite quantità giornaliere massime e, nel caso dei dolcificanti artificiali, il consumo è addirittura sconsigliato alle donne in gravidanza e ai minori di 12 anni – ha spiegato Giuseppe Orefice, del Comitato esecutivo –. Non entriamo nel merito dello strumento, ma evidenziamo da un lato la necessità di intervenire per offrire cibi sani, con meno zuccheri aggiunti, chimica e grassi, specialmente ai bambini. E dall’altro la necessità che il sistema scolastico investa in educazione e nelle mense”.
Stagionalità, sostenibilità e produzioni locali
La proposta dell’associazione si articola dunque in diversi punti: ripartire dall’educazione alimentare e sensoriale per abituare il palato dei bambini ai gusti naturalmente dolci, inserire nei programmi scolastici percorsi che permettano ai più piccoli di riconoscere i sapori autentici degli alimenti, fare pratica con la stagionalità dei prodotti, imparare a definirne la qualità. A partire da un sistema di mense scolastiche i cui capitolati d’appalto non guardino solo alle questioni economiche ma anche ai concetti di sostenibilità e rapporto con il territorio, oltre che privilegiare produzioni locali da piccole aziende agricole e artigiane.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Dal mischiglio della Basilicata alla zucca malon del Friuli al cappero di Selargius, in Sardegna: i presìdi Slow Food che valorizzano prodotti dimenticati, ma di fondamentale valore per la biodiversità, il territorio e le comunità.
Vegetariano, di stagione, dai sapori mediterranei, ma anche profumato con spezie che vengono da Paesi lontani: ecco il nostro menù per ricordarci, anche a tavola, che il Natale è unione e condivisione!
I dati emersi dall’ultimo rapporto Ismea, l’ente pubblico che analizza il mercato agro-alimentare, ci obbligano a riflettere sul costo del cibo e su come buona parte del prezzo pagato non arrivi agli agricoltori.
Secondo una ricerca dell’Università di Tor Vergata, la dieta biologica mediterranea aumenta i batteri buoni nell’intestino e diminuisce quelli cattivi.
Tutti parlano della dieta mediterranea, ma in pochi la conoscono davvero. Ecco in cosa consiste e come possiamo recuperarla. L’incontro di Food Forward con gli esperti.
Secondo Legambiente, le analisi effettuate sugli alimenti restituiscono un quadro preoccupante sull’uso dei pesticidi.
Cosa deve esserci (e cosa no) nella lista degli ingredienti di un buon panettone artigianale? Cosa rivela la data di scadenza? Sveliamo i segreti del re dei lievitati.
A dirlo è uno studio della Commissione europea che ha fatto una prima stima del potenziale contributo della Pac agli obiettivi climatici.