L’81 per cento degli italiani possiede almeno un apparecchio elettrico o elettronico in casa ancora funzionante, ma inutilizzato.
Cellulari, pile, vecchi laptop: in realtà sono scrigni di tesori, di materie prime preziose.
L’impegno di Erion per sensibilizzare le persone attraverso formazione e informazione, combattendo anche il greenwashing.
Se invece di lasciare in un cassetto quel vecchio cellulare ormai inutilizzato, quel walkman che ormai è solo un ricordo d’infanzia, quella vetusta fotocamera digitale che un giorno, forse, chissà… li conferissimo nel modo corretto, cambierebbe davvero qualcosa? Quel piccolo gesto aiuterebbe davvero l’economia circolare e l’ambiente? La risposta è che sì: cambierebbe tantissimo. È il cosiddetto effetto farfalla, di cui tutti abbiamo sentito parlare almeno una volta, la teoria formulata da Edward Norton Lorenz per cui da un battito d’ali di una farfalla in Brasile può scaturire un uragano in Texas: la metafora dell’importanza dell’impatto delle nostre azioni, anche la più piccola, sull’umanità intera.
Discorso che vale a maggior ragione dal momento che la ricerca realizzata per Erion da Ipsos “Raee e Rpa. Livelli di conoscenza, opinioni e comportamenti. Cosa nascondono nei loro cassetti gli italiani?” ha messo a nudo le abitudini decisamente poco virtuose da parte della gran parte di noi cittadini: le case degli italiani sono piene di Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, i cosiddetti Raee, e di Rifiuti di pile o accumulatori, i cosiddetti Rpa.
Nelle nostre case tesori abbandonati
Si tratta di apparecchi ormai in disuso o rotti, di cui in media ogni cittadino ha 9 esemplari. Otto italiani su dieci (81 per cento) dichiara di possederne almeno uno in casa ancora funzionante ma inutilizzato, e il 61 per cento lo tiene anche se rotto (soprattutto vecchi cellulari, caricabatterie, laptop).
Il motivo principale? Il 39 per cento pensa di poterlo riparare, mentre il 30 per cento di poterne utilizzare le parti di ricambio, il 23 per cento dichiara ancora di non conoscere la corretta procedura di conferimento e il 15 per cento ha difficoltà nel raggiungere un centro di raccolta. Stessa situazione per le batterie: più di un italiano su due dichiara di avere in casa pile e batterie esauste.
E se i rifiuti elettronici fossero la soluzione per le materie prime critiche?
Pensiamo che impatto avrebbe in termini di riciclo, e quindi di recupero se ciascuno di noi tirasse fuori dal cassetto questi device che “sono uno scrigno di materiali fondamentali, di materie prime come cobalto, titanio e addirittura di terre rare“, come racconta Serena Giacomin, Fisica dell’atmosfera, climatologa e Presidente dell’Italian Climate Network che presterà la sua voce al podcast dal titolo Effetto farfalla realizzato da Erion WEE in collaborazione con Chora Media con l’obiettivo di sensibilizzare e informare, disponibile da oggi. “È un progetto che sento molto mio. Anche perché è un progetto podcast. E la dimensione sonora, con la voce, è il contesto giusto per passare un messaggio creando una vicinanza con le persone. Quasi un’intimità. Inoltre, credo che lo strumento audio aiuti ad approfondire temi che possono essere semplificati, ma che non sono semplici in partenza”.
Spiega Giacomin, che avvisa: “Quando si tratta di Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche – di Raee – l’idea che basti non gettarle nell’indifferenziata per non avere un impatto negativo sull’ambiente, non regge. E così basta davvero un battito d’ali, un’azione ‘leggera’, per disperdere i nostri preziosi RAEE in flussi paralleli in cui le materie prime non vengono valorizzate al meglio”. Riguardo alle modalità di conferimento, infatti, a fronte di un 63 per cento di intervistati che si sono liberati di almeno un Raee negli ultimi 12 mesi, uno su 6 dichiara di averlo fatto in modo inappropriato, gettandolo nel sacco dell’indifferenziata, nel cassonetto stradale o nel bidone della plastica. Ai primi posti per conferimento scorretto: asciugacapelli (22 per cento), tostapane e frullatore (20 per cento) e caricabatterie per cellulari (18 per cento). Questo nonostante il 79 per cento dichiari di conoscere i rischi ambientali di un errato conferimento.
Stabile rispetto al 2021 il livello di conoscenza dell’acronimo Raee, con appena il 44 per cento degli intervistati che ne ha già sentito parlare. Il Nord il più informato (47 per cento), seguito dal Centro (46 per cento), fanalino di coda il Sud – Isole con il 37 per cento.
📌Presentata venerdì, in occasione della Giornata internazionale dei rifiuti elettronici, la ricerca #Ipsos condotta per @ErionSistema. ✔In media, nelle case degli italiani, ci sono ben 9 apparecchi ormai in disuso o rotti. Leggi di più su il @Corriere👇https://t.co/egDHjUoM6x
Sono i giovani (18-26 anni) a collezionare più Raee rispetto alla media degli italiani: l’89 per cento, infatti, dichiara di avere almeno un apparecchio elettrico o elettronico ormai in disuso e il 73 di non essersene disfatto anche se rotto. Basso, anche, il livello di conoscenza e consapevolezza in materia: solo il 26 per cento dei giovani sa cosa significa l’acronimo Raee e il 32 per cento ancora non conosce le criticità ambientali legate a uno scorretto conferimento. Un gap informativo che porta a gravi conseguenze: 4 giovani su 10 si sono liberati del proprio carica batterie gettandolo nel sacco dell’indifferenziata, nel cassonetto stradale o nel bidone della plastica. Anche in tema pile e batterie esauste, i giovani risultano poco virtuosi: soltanto il 39 per cento conosce i rischi di uno sbagliato conferimento e il 70 per cento le tiene in casa anche una volta scariche.
Dati che rendono evidente la necessità di mettere in piedi un piano di formazione e di informazione sull’argomento, anche perché il 35 per cento degli italiani chiede di aumentare le iniziative di comunicazione e le campagne informative, mentre il 32 vorrebbe veder riportate sui prodotti informazioni chiare circa le modalità di conferimento del rifiuto.
“Come dimostra la ricerca, i cittadini in tema di Raee vogliono – e hanno necessità – di più informazione, sensibilizzazione e maggiori occasioni di raccolta. Un impegno che dati i risultati siamo tutti chiamati a prendere sul serio. Come Erion sono orgoglioso che siano proprio questi i primi tre dei pilastri su cui quotidianamente ci impegniamo con azioni concrete a favore dell’intero sistema” ha spiegato Danilo Bonato, Direttore Generale di Erion Compliance Organization.
Il pericolo greenwashing
Informazione tanto più necessaria per non cadere nella trappola del greenwashing, termine dal 2021 inserito anche nella Treccani come “strategia di comunicazione o di marketing perseguita da aziende, istituzioni, enti che presentano come ecosostenibili le proprie attività, cercando di occultarne l’impatto ambientale negativo” e altro grande focus dell’evento di Erion, tenutosi in occasione della giornata internazionale dei Raee lo scorso 14 ottobre.
Il Sistema multi-consortile Erion nasce due anni fa anche per questo: fornire gli strumenti necessari “per fare una comunicazione green che sia però supportata da dati e fatti chiari” dice Marta Macchi, Communication and Marketing manager Erion Compliance Organization. Da qui nasce il podcast Effetto Farfalla, da qui è nato due anni fa il network EconomiaCircolare.com fondato da Erion insieme a CDCA, Centro di documentazione sui conflitti ambientali.
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“Partiamo dovendo combattere già un pregiudizio iniziale sulla raccolta differenziata, quello secondo cui tutto finirebbe in un ‘grande calderone’ – spiega il presidente di Erion Compliance Organization Andrea Fluttero –. Dobbiamo perciò superare il pregiudizio con la trasparenza. D’altro canto se c’è così tanto greenwashing, vuol che i cittadini chiedono sostenibilità ambientale, e questa è una buona notizia”.
Nasce anche da questo il nuovo programma di formazione e informazione DireFareRaee, portato avanti dal Consorzio del Sistema Erion dedicato ai Raee (Erion WEEE), che nel 2022 e in tutto il 2023, attuerà numerose iniziative e partnership in ambito istituzionale ed educativo. Tra queste, oltre a Effetto Farfalla, spiccano: Raee Una Volta, la prima campagna di comunicazione su mezzo stampa nata per diffondere una maggiore conoscenza sul tema e sulle modalità gratuite a disposizione dei cittadini per conferire i propri rifiuti con un concept ispirato al mondo delle fiabe, e Training for circularity, progetto di formazione-lavoro realizzato insieme ad Enea e Cdca, destinato a 10 giovani laureati o neolaureati, per acquisire competenze nel campo dell’economia circolare, con specifico riferimento al settore dei Raee e del green marketing. Perché esca dai cassetti, divenendo finalmente realtà, anche il sogno di un’economia davvero circolare.
L’albero potrebbe avere fino a mille anni, ma è stato scoperto solo dal 2009, dopo la segnalazione di una band della zona, che ora gli dedicherà un brano.