Una proposta di direttiva europea spaventa l’Italia perché costringerebbe a riqualificare il 60 per cento degli edifici: ma sono preoccupazioni fondate?
Efficienza energetica, Italia imbattibile in Europa
Un milione di interventi in efficienza energetica in Italia negli ultimi tre anni grazie agli ecobonus. E il futuro si prospetta roseo.
In Italia gli ecobonus per l’efficienza energetica hanno attivato un milione di interventi, equivalente a ai 9,5 miliardi negli ultimi tre anni, di cui 3,3 miliardi solo nel 2016. È quanto ha rilevato l’Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, che ha presentato martedì 11 luglio a Roma il suo Sesto rapporto annuale sull’efficienza energetica. E nei prossimi anni, ci si attende una crescita delle risorse investite nel settore, come documenta un’altra ricerca realizzata dall’Energy&Strategy group della School of management del Politecnico di Milano.
14,2 milioni di interventi in poco meno di 20 anni
Grazie agli incentivi fiscali per la riqualificazione energetica (detrazione fiscale del 65 per cento) e per il recupero edilizio (detrazione fiscale attualmente del 50 per cento), sono stati realizzati oltre 14,2 milioni di interventi, che hanno riguardato il 55 per cento delle famiglie italiane in poco meno di 20 anni. Gli investimenti corrispondenti ammontano a 237 miliardi di euro, di cui 205 miliardi hanno riguardato il recupero edilizio e circa 32 miliardi la riqualificazione energetica.
15mila diagnosi energetiche in azienda: un record europeo
Nelle aziende del nostro Paese, lo scorso anno sono state effettuate 15mila diagnosi energetiche, un record in Europa, e le richieste di incentivi sul “Conto Termico” per interventi di efficienza nelle pubbliche amministrazioni locali sono cresciute del 300 per cento. Grazie agli interventi realizzati che hanno portato una riduzione della spesa per l’energia, nel nostro Paese sono stati risparmiati 3,5 miliardi di euro di importazioni di petrolio e gas, a beneficio non soltanto delle nostre tasche ma anche dell’ambiente e dell’aria delle nostre città.
L’Italia tra i Paesi leader in Europa per efficienza energetica
Anno dopo anno i cittadini e le aziende hanno imparato a utilizzare gli ecobonus per riqualificare e recuperare in chiave energetica case, uffici e impianti produttivi. Ma gli investimenti in efficienza non riguardano solo gli ecobonus.
L’E&S group del Politecnico di Milano nel suo nuovo rapporto dal titolo Energy efficiency report 2017, ha stimato che il mercato dell’efficientamento italiano avrà tra il 2017 e 2020 un volume di affari annuo tra gli 8 e i 10 miliardi di euro. Le previsioni di investimento relative al prossimo quinquennio si attestano infatti tra i 29,8 e i 34,4 miliardi di euro, con un volume d’affari medio annuo tra i 7,5 e gli 8,6 miliardi. Un mercato, quello dell’efficienza energetica, in pieno consolidamento e atteso a breve alla fase di maturità. Nel 2016, l’E&S group ha stimato investimenti per 6,13 miliardi di euro, risorse che hanno contribuito a far sì che nel nostro Paese il livello d’intensità energetica sia arrivato ad essere quasi il 17 per cento inferiore alla media Ue: un dato particolarmente positivo perché tanto più basso è il valore dell’intensità energetica tanto più è alta l’efficienza energetica del Paese. Un risultato che pone l’Italia fra i leader in Europa in questo campo e che ha significato anche nuovi posti di lavoro.
L’efficienza energetica crea occupazione
Tra 2013 e 2016, – rileva l’Enea – sono stati poco meno di 270mila i posti di lavoro diretti generati ogni anno dalle detrazioni per il recupero edilizio e per la riqualificazione energetica; una cifra che arriva a più di 400mila se si considera anche l’indotto complessivo generato.
Maglia nera alla pubblica amministrazione
Se imprese e cittadini hanno imparato a conoscere gli strumenti per intervenire sull’efficienza energetica degli edifici e a destreggiarsi tra gli ostacoli di tipo economico-finanziario che frenano gli interventi come documenta l’analisi dell’Enea, chi ha qualche difficoltà in più a utilizzare le opportunità a disposizione è la pubblica amministrazione. Nonostante una sensibilità al tema in crescita, “per la PA è necessario un vero salto di qualità”, ha detto il presidente dell’Enea Federico Testa che ha annunciato la creazione di un’apposita task force operativa “PA-Obiettivo efficienza energetica” con il Gestore servizi energetici (Gse), proprio per supportare la pubblica amministrazione nella realizzazione di interventi di riqualificazione energetica. La task force inizierà le sue attività partendo con alcuni interventi nel Comune di Assisi e con altri progetti del Mibact nell’ambito dell’Accordo Quadro con l’Enea per il supporto tecnico-scientifico, la sicurezza sismica e la conservazione del patrimonio culturale.
L’efficienza energetica è strategica per le aziende
Un tema quello dell’efficienza energetica su cui le aziende sono invece sempre più sensibili. Da un sondaggio su 183 imprese realizzato dall’E&S Group emerge infatti come ben sette aziende intervistate su dieci abbiano realizzato progetti di efficienza energetica nell’ultimo anno e un numero rilevante affermi di aver incrementato i propri investimenti nel settore. “Gli interventi di efficienza energetica stanno gradualmente assumendo un ruolo strategico per lo sviluppo dell’impresa – ha precisato Vittorio Chiesa, direttore dell’E&S Group – e il consumo energetico sta divenendo un driver di valutazione della vita utile residua di un asset: un macchinario viene considerato obsolescente quando inizia a far registrare consumi più elevati dello standard e ciò rappresenta sicuramente un cambiamento di paradigma importante”.
Negli ultimi 5 anni è aumentata notevolmente l’attenzione da parte degli operatori industriali verso la misura e il controllo dei consumi energetici ed emerge un chiaro trend, soprattutto tra i soggetti energivori, verso l’adozione di approcci all’efficienza energetica sempre più strutturati e organici.
La strada in salita degli edifici ad energia quasi zero in Italia
Un ulteriore spunto emerso dall’analisi dell’E&S group riguarda la diffusione nel nostro Paese degli edifici ad energia quasi zero, i cosiddetti “edifici nZEB”. Al momento si stima si tratti di 650-850 unità di cui il 93 per cento ad uso residenziale. Presenti esclusivamente in Trentino Alto Adige, in Lombardia e in misura minore in Veneto, queste modalità costruttive non riescono a prendere piede in Italia nonostante gli importanti benefici in termini di consumi. Ciò che ne impedisce lo sviluppo sono – stando all’analisi dell’E&S group –i tempi di ritorno degli investimenti stimati intorno ai 30-40 anni per gli edifici ad uso ufficio, per arrivare addirittura oltre la vita utile della costruzione nel caso di una villetta residenziale. L’extra costo degli edifici nZEB rende dunque tale paradigma ancora lontano dal poter essere definito economicamente conveniente. Un’ulteriore barriera che il nostro Paese dovrà affrontare se vuole realizzare gli obiettivi in tema di efficienza energetica particolarmente impegnativi che lo attendono al 2030 e fissati nel Clean energy package dell’Unione europea a cui l’Italia ha aderito.
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