Alaa Abdel Fattah ha avuto un ruolo chiave nella primavera araba in Egitto del 2011 ed è finito più volte in carcere.
L’ultimo condanna è per aver denunciato le precarie condizioni di detenzioni in Egitto, tra abusi fisici e psicologici.
Il 7 novembre, con l’inizio della Cop27 a Sharm El-Sheikh, intraprenderà uno sciopero della sete.
L’attivista Alaa Abdel Fattah, tra i più noti prigionieri di coscienza in Egitto, ha comunicato che da lunedì 7 novembre, giorno di inizio della Cop27 a Sharm El-Sheikh, intraprenderà uno sciopero della sete. Già dallo scorso aprile Alaa Abd El Fattah, condannato a cinque anni per “diffusione di notizie false”, porta avanti uno sciopero della fame per denunciare la sua detenzione di natura politica e l’assenza di un giusto processo. Le sue condizioni fisiche sono quindi già precarie, ma con lo sciopero della sete a rischio è la sua vita.
Chi è Alaa Abdel Fattah
Alaa Abd-el Fattah, 41 anni, è un informatico che ha assunto un ruolo chiave nella primavera araba del 2011. Quelle proteste, che in Egitto portarono alla destituzione del dittatore Ḥosnī Mubārak, ebbero nella tecnologia e nell’uso di internet un importante mezzo di organizzazione del dissenso. Alaa Abd-el Fattah ebbe un ruolo importante nella mobilitazione online, grazie allo sviluppo di appositi software e piattaforme in lingua araba.
Questo attivismo politico lo ha portato in carcere diverse volte. Nel 2013 le forze di sicurezza hanno compiuto un violento raid nella sua casa e lo hanno portato via con l’accusa di aver organizzato manifestazioni non autorizzate. È stato condannato a cinque anni, trascorsi fino al 2019 nel carcere di massima sicurezza di Tora, nella capitale Il Cairo. Quell’anno ha ottenuto la libertà vigilata, ma dopo pochi mesi è stato nuovamente arrestato nell’ambito delle nuove proteste scoppiate nel paese. Nel 2021 è arrivata la condanna a cinque anni per “diffusione di notizie false”, a causa di suoi scritti in cui ha raccontato il trattamento dei detenuti politici nelle carceri egiziane. Anche il suo avvocato Mohamed el-Baqer ha ricevuto una condanna.
Family members of Egyptian-British political prisoner Alaa Abdel Fattah staged a sit-in at the UK Foreign Office, calling on the foreign secretary to secure his release.
Il primo periodo di questa nuova detenzione Alaa Abd-el Fattah lo ha trascorso nel carcere di Tora, come già avvenuto in passato, e lo scorso autunno ha denunciato le torture fisiche e psicologiche a cui sarebbe stato sottoposto. Costretto a dormire per terra, privato di libri, fogli, penna e anche dell’ora d’aria, l’attivista sarebbe stato più volte picchiato.
Lo sciopero durante la Cop27
Il 2 aprile scorso Alaa Abd-el Fattah ha intrapreso uno sciopero della fame per denunciare le sue precarie condizioni di detenzione, oltre che per protesta contro la sua condanna avvenuta in violazione delle regole processuali più basilari, come denunciato da Amnesty international e da altre organizzazioni per i diritti umani. Dopo anni di prigionia e di vessazioni da parte delle autorità egiziane, per l’attivista l’ultimo mezzo attraverso cui far sentire la propria voce è diventato il corpo, in costante deperimento.
Alaa just drank his last cup of tea in prison. Starting today he's on zero calorie strike. In 5 days, as #COP27 starts, he will cease consuming water as well. Alaa is not bluffing, he's fueled by hope to be reunited with us & rage at the 9 years stolen from his life. #FreeAlaapic.twitter.com/5j1f5r2nil
Il suo sciopero ha portato a dei piccoli risultati, come a maggio quando è stato trasferito nel carcere di Wadi al Natrun, dove ha potuto quanto meno tornare a dormire su un materasso e a leggere. La rinuncia al cibo è divenuta meno drastica e Alaa Abd-el Fattah ha iniziato ad assumere 100 calorie al giorno in forma fluida, comunque molto al di sotto del fabbisogno umano. Lo sciopero della fame, in forma parziale, è dunque andato avanti, anche perché nel frattempo l’attivista ha ottenuto la cittadinanza inglese e l’obiettivo è dunque far aumentare la pressione internazionale, in particolare da Londra, sull’Egitto perché si arrivi alla sua scarcerazione.
Alaa just wrote an extraordinary letter to his mother: please read his words. “If one wished for death then a hungerstrike would not be a struggle.. when the lights come on on Sunday Nov 6, I shall drink my last glass of water. What will follow is unknown…” #SaveAlaahttps://t.co/10oVkgrbdR
Ora però Alaa Abdel Fattah ha deciso di intraprendere un passo ulteriore nella sua protesta. Da lunedì 7 novembre toglierà le ultime 100 calorie dalla sua alimentazione e inizierà lo sciopero della sete e la sua vita sembra sempre più a rischio. Quella data non è casuale, si tratta infatti del giorno di inizio della Cop27 a Sharm El-Sheikh, un’edizione già al centro delle polemiche a causa dell’esclusione totale della società civile, tra accrediti limitati e organizzazioni non governative escluse. Una repressione del dissenso da parte delle autorità egiziane che è in linea con l’accanimento contro Alaa Abdel Fattah e gli altri 60mila prigionieri politici nel paese.
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