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A El Salvador le uova di tartaruga vengono consumate dai locali, aggravando il loro stato di conservazione. Un’associazione di donne lavora per tutelarle.
Una barca che solca silenziosa le acque della laguna. I colori del tramonto che si riflettono sulle onde nere. Una piccola tartaruga che ritorna al mare. Una striscia di terra che divide l’oceano dai canali di acqua salmastra intrecciati tra le mangrovie. Siamo a Barra de Santiago, a El Salvador, un luogo apparentemente incontaminato. Ma la sua sopravvivenza, come quella delle specie che lo abitano, non è scontata. È grazie al lavoro di Ambas, Associazione di sviluppo comunitario delle donne di Barra de Santiago, che le meraviglie naturali di questo luogo continuano a esistere. Se non fosse per questa piccola realtà, in questa zona non ci sarebbero più né coccodrilli né uccelli, tantomeno mangrovie e tartarughe marine.
In un Paese come El Salvador, dove il consumo di uova di tartaruga non solo è una tradizione, ma anche una fonte di sostentamento, questi rettili sono in pericolo.
Le tartarughe verdi e le tartarughe liuto, entrambe specie a rischio di estinzione, trovano sulle coste del Pacifico lo spazio per nidificare. Per gli abitanti di Barra de Santiago, però, era costume battere la spiaggia di notte, in cerca di uova da vendere al mercato nero o da consumare con un po’ di sale e limone.
Per questo, con il progetto “Diritto a REsistere”, abbiamo voluto conoscere Ambas, un’associazione di sviluppo comunitario che si occupa di protezione e tutela della natura.
Nel 2009 è entrata in vigore una legge che vietava il consumo di uova nel Paese, ma non è
bastata; a fornire alla gente un’alternativa è stata Rosa, la fondatrice di Ambas.
“Se ci foste venute a trovare vent’anni fa, sarebbe stato ben diverso” mi dice Rosa. ll canale dei coccodrilli sarebbe stato pieno di immondizia, e così le strade e la spiaggia. Le mangrovie e le tartarughe non avrebbero trovato spazio per vivere” aggiunge, guardando dalla piccola imbarcazione il luogo dove tempo fa trovò quel nido di caimani che la spinse a iniziare il suo progetto di tutela della natura.
Senza l’intraprendenza di questa donna, gli ecosistemi della zona sarebbero andati persi per sempre, dimenticati nell’indifferenza generale.
Ambas non solo protegge i diritti dell’ambiente; essendo un’associazione di donne, permette alle sue socie di avere uno spazio d’intraprendenza e d’indipendenza. Trent’anni per le donne di El Salvador era molto diverso. Rosa non poteva neanche uscire di casa perché suo marito non glielo permetteva. “Gli uomini non volevano che parlassi alle mogli, dicevano che le portavo sulla cattiva strada. Ci hanno insultate, ci hanno picchiate, ma oggi siamo qui e ce l’abbiamo fatta” la voce di Rosa trema, ma lo sguardo è fiero e indomabile.
Ad Ambas, oggi, lavorano anche uomini, perché, come ci ribadisce lei, le disparità di genere sono un problema di tutti, e solo facendo rete si può andare avanti. Così a Barra de Santiago tutti, uomini, donne e bambini, si uniscono per portare avanti la tutela delle mangrovie e delle tartarughe.
È durante la nostra permanenza che una tartaruga verde decide di nidificare sulla spiaggia di Barra de Santiago. Le uova vengono portate al vivaio, al sicuro.
Così Ambas fa la sua parte per proteggere una specie che l’International Union for Conservation of Nature (Iucn) definisce “a rischio”, cioè interessata da una riduzione degli esemplari di almeno il cinquanta per cento negli ultimi dieci anni o tre generazioni.
“Cerchiamo di creare una coscienza ambientale, in modo che anche i nostri figli possano
godere della natura”
E proprio come un cucciolo di tartaruga che con fatica scava fino a trovare la superficie e il mare, sfidando onde, correnti e predatori naturali, anche qui ad Ambas le persone lottano per essere una parte attiva nel cambiamento, sfidando il mondo con ogni mangrovia piantata e ogni tartaruga liberata, mentre i colori di un tramonto dorato si riflettono nei loro occhi sorridenti.
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