Costruire auto elettriche a prezzi accessibili in Europa è possibile. Magari reinventando modelli iconici del passato e conservandone il fascino, come dimostra la Renault 5 elettrica.
Cosa ci ha lasciato la prima edizione degli Electric days digital, l’evento dedicato alla mobilità elettrica
Si è appena conclusa la prima edizione degli Electric Days Digital. Quali sono stati i temi emergenti? Come sta crescendo l’interesse per l’elettrico e la sostenibilità ambientale? Vi raccontiamo le curiosità emerse e le testimonianze più interessanti.
Si è appena conclusa la prima edizione degli Electric days digital, l’evento sulla sostenibilità e sulla mobilità elettrica promosso da Motorsport Network in collaborazione con Condé Nast e Lifegate nel ruolo di media partner, nato con l’obiettivo di guidare il consumatore all’acquisto dell’auto elettrica. Una maratona online, partita l’8 febbraio e conclusasi il 12, che ha visto un fitto calendario di appuntamenti, dibattiti, sondaggi, incontri, inchieste disponibili sul sito dell’evento, dove è possibile rivedere on demand tutti i contributi. Oltre una cinquantina i relatori, fra esperti di settore, personaggi e influencer, istituzioni e rappresentanti dell’industria automotive. Fra le testimonianze, anche quelle dell’architetto Stefano Boeri, Filippa Lagerbäck, del musicista Giorgio Moroder e di Oscar Farinetti, fondatore di Eataly e Green Pea. L’obiettivo? Fornire una visione d’insieme di come la mobilità sta cambiando, con un accento sull’auto elettrica e l’economia circolare. Fra i temi caldi anche le batterie al litio, al centro di innovativi progetti sul fine vita, riuso e smaltimento, come hanno illustrato Cobat, Honda e Renault nel talk che vi riproponiamo.
L’auto elettrica può far ripartire il paese?
Alla domanda hanno provato a dare una risposta alcuni ospiti
“Il paese non ha mai avuto così tante risorse da investire come oggi – ha spiegato Corrado Passera, ex ministro dello Sviluppo economico e delle infrastrutture – L’importante sarà utilizzare gli investimenti nel miglior modo possibile. Nel breve termine si dovrà intervenire a livello sanitario, attrezzandoci in modo strutturale per affrontare l’epidemia, e a livello economico, premiando le aziende che innovano, accelerando sulla creazione di infrastrutture fisiche digitali ed energetiche e supportando settori strategici come turismo, trasporti e cultura che in questo momento sono in forte difficoltà”
Serve “una vera politica industriale di ricerca e sviluppo, aiutando le aziende che vogliono restare al passo con i tempi sfruttando le nuove tecnologie – ha risposto Gianmarco Giorda, direttore generale di Anfia – Si deve investire nella formazione dei lavoratori e nella creazione di nuove competenze, mentre per quanto riguarda il mondo dell’auto, che è un oggetto molto diverso da quello che abbiamo imparato a conoscere in passato, dobbiamo lavorare sia sulla componente software e di servizi sia, pensando all’auto elettrica in particolare, sulle infrastrutture, cercando di dare omogeneità e capillarità della rete di ricarica”.
“La transizione energetica deve essere gestita con la consapevolezza che siamo di fronte ad una grande opportunità dal punto di vista economico, ambientale e sociale – ha spiegato Michele Crisci, presidente Unrae – La transizione energetica è un concetto ampio, che va oltre i confini dell’automotive. Al di là della produzione automobilistica di nuovi modelli è fondamentale abbracciare il tema delle infrastrutture di ricarica, delle colonnine ad alta potenza e di tutte quelle tecnologie che l’auto elettrica sta portando alla ribalta”.
Cosa è emerso da report e sondaggi sulla mobilità
Interessanti anche i risultati emersi dall’Electric Report, un sondaggio effettuato in 50 città da cui è emerso il tasso di informazione degli italiani sul tema della mobilità elettrica, interessante anche per capire quali sono, secondo gli intervistati, i maggiori limiti rispetto alla diffusione delle nuove tecnologie. Interessanti anche i dati emersi dal sondaggio condotto da Skuola.net sui giovani di età compresa tra gli undici e i trent’anni, secondo i quali, per quasi 9 intervistati su 10, l’auto serve a soddisfare soprattutto le proprie esigenze di mobilità, mentre passione e status symbol sono aspetti decisamente in ribasso. Quattro persone su 10 giudicano una scelta di tendenza possedere un’auto elettrica, il cui costo è però considerato ancora troppo elevato.
Limiti e incertezze emerse nei sondaggi a cui hanno provato a rispondere anche contenuti “utili” appunto alla scelta, con le numerose video guide realizzate proprio per evidenziare vantaggi e limiti delle diverse tecnologie (mild hybrid, full hybrid, plug-in o elettrico) in modo chiaro ed esaustivo.
Agli Electric days, LifeGate e l’importanza di promuovere (e misurare) la mobilità sostenibile
Nel fitto programma degli Electric Days, fra gli incontri dedicati alla mobilità sostenibile e ai temi più rilevanti ad essa connessa, come emissioni, comportamenti di acquisto e connettività di dati e servizi, anche l’evento organizzato da LifeGate e dedicato a Mobility Revolution, l’iniziativa di sensibilizzazione sulla mobilità sostenibile nata per informare e orientare scelte più consapevoli. Al talk, dedicato all’importanza di misurare la sostenibilità di un’auto, alla decarbonizzazione, al loro rapporto degli italiani con la sostenibilità e al significato (e ruolo) della blockchain, hanno dato il loro contributo Anna Donati, coordinatrice del Gruppo mobilità Kyoto Club, Renato Mannaheimer, sociologo e sondaggista di Eumetra MR e Alan Torrisi, co-founder di Spartan Tech.
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