Dopo la strage dell’anno scorso altri elefanti sono stati trovati morti in circostanze inspiegabili. Si complicano le indagini delle autorità del Botswana.
È passato meno di un anno dalla misteriosa strage di oltre trecento elefanti vicino al delta del fiume Okavango, e di nuovo in Botswana un altro gruppo di 39 animali è stato trovato senza vita nella stessa zona. Per la precisione a Mombo, nella riserva faunistica Moremi. Lo fa sapere una nota ufficiale del governo che, in queste ore, sta cercando di fare luce sulle cause.
Il caso (parzialmente chiarito) del 2020
Tra maggio e giugno del 2020 avevano destato sgomento le immagini delle centinaia di carcasse di elefanti riverse a terra. Il caso era stato definito “un fallimento totale nella loro salvaguardia” proprio nel paese che ne ospita una delle popolazioni più grandi in assoluto. Circa 130mila esemplari vivono nei confini del Botswana, ricorda infatti l’African wildlife foundation, sottolineando però come la loro sopravvivenza sia fortemente minacciata dal bracconaggio. Le stime più accreditate sostengono che nell’intero continente africano ogni anno circa 35mila pachidermi siano cacciati illegalmente per il traffico di avorio.
Durante la scorsa estate le autorità botswane hanno aperto un’indagine sull’accaduto, arrivando a una spiegazione: i decessi sarebbero stati riconducibili ad alcuni cianobatteri presenti nelle pozze d’acqua da cui si abbeveravano. Una tesi che però non ha convinto del tutto le organizzazioni ambientaliste, che lamentavano il ritardo con cui sono state condotte le rilevazioni e il mancato prelievo dei campioni biologici dalle carcasse.
“Preliminary investigations into a fresh wave of elephants deaths in Botswana have ruled out anthrax and bacterial infections as the cause, the environment ministry said on Wednesday, as this year’s death toll rose to 39 from the 11 reported in January.” https://t.co/o7bDasVzcD
Ora il mistero si riapre con gli altri 39 elefanti trovati morti in appena tre mesi, da gennaio a marzo 2021. Stavolta, però, le indagini disposte dal ministero dell’Ambiente non hanno rilevato la presenza di antrace o batteri nell’acqua. Il dipartimento per gli animali selvatici e i parchi nazionali ha ispezionato a tappeto la zona senza identificare analoghe morìe, apparentemente inspiegabili, di altre specie selvatiche. Insomma, le cose si complicano. Per ora il governo ha lanciato un appello ai cittadini, chiedendo di non consumare la carne di questi elefanti e di riferire prontamente alle autorità eventuali avvistamenti.
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