La raccolta differenzata tocca quota 66,6 per cento a livello nazionali, con disparità territoriali ancora forti ma in diminuzione. Aumenta l’export.
Elezioni politiche 2022. Le proposte dei partiti sulla tutela degli animali
La crisi climatica ed economica dipendono anche dallo sfruttamento degli animali. Proteggerli è un beneficio per tutti gli esseri viventi e per il Pianeta.
Quali sono gli impegni presi nei confronti degli animali da parte dei principali partiti che parteciperanno alle elezioni del 25 settembre? Insieme alle altre associazioni animaliste italiane firmatarie dell’appello #AncheGliAnimaliVotano (Animal equality Italia, Animalisti italiani, Animal law Italia, CiWF Italia, Enpa, Essere animali, Humane society international/Europe, Lac, Lav, Leidaa, Lndc Animal protection, Oipa e Save the dogs and other Animals), Essere animali ha messo a confronto i programmi elettorali dei partiti italiani per fornire agli elettori sensibili al tema della tutela e del benessere degli animali uno strumento utile prima del voto. Inoltre, nel corso dei prossimi giorni le associazioni pubblicheranno sul sito internet gli impegni assunti dai singoli candidati alla Camera e al Senato.
La tutela degli animali non è la priorità dei partiti
Per quanto riguarda i programmi elettorali, i risultati sono deludenti. Nonostante questi temi siano di sempre maggior interesse per l’opinione pubblica, gli animali vengono sistematicamente ignorati da molti partiti. Come mostra anche l’analisi di Kodami, il termine “animale/animali” è presente dalle zero alle tre volte nei programmi di sei partiti, tra cui Pd, Forza Italia e Fratelli d’Italia; 15 volte nel programma di Più Europa, 34 in quello della Lega e 36 in quello di Alleanza Verdi – Sinistra.
Nello specifico, per quanto riguarda gli animali più sfruttati e i meno tutelati dalle normative, quelli che vengono impiegati dall’industria alimentare, vengono presi in considerazione solo da Alleanza Verdi – Sinistra, Movimento 5 Stelle, Unione popolare, Italexit e Italia sovrana e popolare che hanno aderito al manifesto “Anche gli animali votano”. Eppure questa è una tematica fortemente legata alla crisi climatica essendo il sistema intensivo di allevamento, oltre che crudele nei confronti degli animali, anche insostenibile per l’ambiente. Al di là del fatto innegabile che questi temi siano importanti per una fetta crescente della popolazione, la politica non può rifiutarsi di intraprendere azioni urgenti per invertire un sistema i cui danni sono sotto gli occhi di tutte e tutti.
Gli unici punti unificanti dei programmi di Lega, Pd, M5S, Forza Italia, Verdi-Sinistra, Fratelli d’Italia, +Europa, Unione popolare, Impegno civico Di Maio e Italexit, stando a quanto dichiarato nei programmi elettorali, sono a tutela degli animali domestici. I partiti si impegnano a: istituire la figura del Garante nazionale dei diritti degli animali; inasprire e rendere più efficaci le pene contro i maltrattamenti degli animali; rendere meno costosa la vita delle famiglie che vivono con animali rendendo equa l’Iva su cibo e prestazioni veterinarie. Il loro impegno però non può fermarsi qui.
La crisi climatica, pandemica ed economica dipendono anche dallo sfruttamento degli animali per fini alimentari e dalla distruzione degli ecosistemi per fare largo a pascoli e coltivazioni di mangimi. Gli effetti sono davanti agli occhi di chiunque voglia vedere. Oggi più che mai sono necessari atti coraggiosi e le prossime elezioni saranno cruciali. La protezione degli animali è un valore in sé e porta un beneficio alla nostra salute e quella del Pianeta. Un Paese più giusto per gli animali è un Paese più giusto per tutte e tutti.
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