Il primo turno delle elezioni in Brasile si chiude con Lula al 48,4 per cento contro il 43,3 per cento di Bolsonaro. Si va al ballottaggio il 30 ottobre.
Domenica 2 ottobre si è tenuto il primo turno delle elezioni in Brasile.
Tra i candidati presidenti, Lula è in testa con il 48,4 per cento, seguito da Jair Bolsonaro con il 43,3 per cento.
Il risultato di Bolsonaro è migliore rispetto a quanto previsto dai sondaggi.
Il 30 ottobre è previsto il ballottaggio.
La vittoria di Lula al primo turno, prospettata da alcuni sondaggi, alla fine è sfumata. Alle elezioni in Brasile di domenica 2 ottobre il candidato progressista, già presidente dal 2003 al 2011, si è fermato al 48,4 per cento contro il 43,3 per cento del presidente in carica, l’ex-militare di estrema destra Jair Bolsonaro. I cittadini brasiliani torneranno quindi alle urne domenica 30 ottobre per il ballottaggio.
Le elezioni in Brasile vanno meglio del previsto per Bolsonaro
Si chiude così una lunga giornata che ha portato 156 milioni di persone ai seggi (il voto è obbligatorio), con lunghe code. Il sistema elettronico, che da mesi veniva contestato in assenza di prove dal presidente in carica, ha funzionato senza particolari criticità.
“Contro tutto e contro tutti, nel primo turno del 2022 abbiamo ottenuto un voto più eloquente rispetto a quello del 2018”, ha dichiarato su TwitterJair Bolsonaro. È vero infatti che Lula è in vantaggio come ampiamente previsto, ma la distanza tra i due contendenti è risicata. In un periodo in cui in Sudamerica la sinistra ha incassato una vittoria dietro l’altra, tra Messico, Colombia, Argentina e Cile, il presidente in carica si è comunque aggiudicato 19 dei 27 seggi del Senato in palio. Il suo consenso è rimasto saldo soprattutto nel sud del paese e a Rio de Janeiro, città dove ha votato indossando la maglia della nazionale carioca.
– Contra tudo e contra todos, tivemos no 1° turno de 2022 uma votação mais expressiva do que aquela que tivemos em 2018. Foram quase 2 milhões de votos a mais! Também elegemos as maiores bancadas da Câmara e do Senado, o que era a nossa maior prioridade neste primeiro momento.
Non demorde Lula. “Ieri ho detto di voler vincere ogni elezione al primo turno, ma non sempre è possibile. Tuttavia, mi motiva una convinzione: nulla accade per caso. Tutti i sondaggi ci mettevano al primo posto, e ho sempre pensato che avremmo vinto. Andiamo avanti. Questo è soltanto un rinvio”, ha dichiarato.
A partir de amanhã, já estaremos em campanha. Não descansem. Vamos conversar com nossos adversários, com nossos amigos. Nós somos a melhor solução para resolver a vida do povo brasileiro. Boa noite e até amanhã.
Tra gli altri candidati alla presidenza, la centrista Simone Tebet ottiene il 4,41 per cento dopo aver sorpreso in positivo durante la campagna elettorale. Il laburista Ciro Gomes prende il 3,09 per cento. Entrambi dirameranno le proprie indicazioni di voto nelle prossime ore; indicazioni che avranno un peso, considerato il ridotto margine tra i due sfidanti al ballottaggio.
I fedelissimi di Bolsonaro al Congresso nazionale brasiliano
Alle elezioni in Brasile del 2 ottobre, i cittadini hanno votato non solo per il nuovo presidente ma anche per rinnovare i membri del Congresso nazionale (diviso in due camere, come il nostro Parlamento) e per nominare i nuovi governatori dei 27 stati federali.
Anche qui i fedelissimi di Bolsonaro se la sono cavata meglio del previsto. Come Cláudio Castro, governatore di destra dello stato di Rio de Janeiro, riconfermato con il 58 per cento delle preferenze; 11 punti percentuali in più rispetto a quanto preconizzato dall’Ipec, uno dei più autorevoli istituti di sondaggi. L’ex-ministro delle Infrastrutture Tarcisio Freitas e Fernando Haddadandranno al secondo turno per contendersi il ruolo di governatore dello stato di San Paolo, il più grande e popoloso del paese. Haddad, del Partido dos Trabalhadores (lo stesso di Lula), è già stato sindaco della città di San Paolo dal 2013 al 2017 e aveva perso le precedenti elezioni presidenziali.
Vamos em frente, apresentando as melhores propostas para São Paulo e com o melhor time já reunido. São Paulo entrará nos rumos do desenvolvimento com justiça social e criação de oportunidades com Lula lá e Haddad aqui.
Almeno sette ex-ministri di Bolsonaro si sono guadagnati un posto al Congresso. Tra loro c’è anche Ricardo Salles, ministro dell’Ambiente dal 2019 al 2021, anno in cui si è dimesso dopo essere finito al centro di un’indagine per contrabbando internazionale di legname dell’Amazzonia. Tra i nuovi deputati federali c’è anche Eduardo Pazuello, uno dei quattro ministri della Salute che si sono avvicendati in quattro anni di amministrazione. È un generale dell’esercito senza alcuna esperienza pregressa in ambito medico, ed è stato pesantemente criticato per la lenta e inefficiente gestione dell’emergenza sanitaria.
Lula sarà presidente del Brasile: al ballottaggio di domenica 30 ottobre ha battuto l’ex-militare di estrema destra Jair Bolsonaro, in carica dal 2018.
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