Domenica 23 luglio si sono tenute le elezioni anticipate in Spagna.
I due partiti di destra (Pp e Vox) sono i più votati, ma non hanno i numeri per governare da soli.
All’indomani del voto, non è ancora chiaro se e come si riuscirà a formare un governo.
Ultimo aggiornamento del 24 luglio alle 09:08
“Le elezioni generali più incerte”: con queste parole il sito del quotidiano spagnolo El País inizia la sua lunga diretta sullo spoglio delle elezioni anticipate in Spagna, tenutesi domenica 23 luglio. E, in effetti, il risultato rimane in bilico. Il Partito socialista operaio spagnolo (Psoe) infatti regge all’avanzata della destra. Che vince, ma senza ottenere la maggioranza.
Come sono andate le elezioni in Spagna
Al Congresso dei deputati, i cui membri vengono eletti secondo un sistema proporzionale e votano la fiducia al capo del governo, i seggi sono 350. Con oltre il 95 per cento dei voti scrutinati, il Partito popolare (Pp) di Alberto Núñez Feijóo ne conquista 136, tallonato dal Partito socialista operaio spagnolo (Psoe) del premier uscente Pedro Sánchez, a quota 122. Al terzo posto con 33 seggi il movimento di estrema destra Vox, guidato da Santiago Abascal. Il blocco di sinistra Sumar, capitanato dall’attuale vicepremier e ministra del Lavoro Yolanda Diaz, arriva a 31. Sommando i due partiti di destra, dunque, si raggiunge quota 169, contro i 153 dei due partiti di sinistra. Ma per la maggioranza assoluta ne servono 176.
Elecciones 23-J | ¿Y ahora qué? Las urnas convierten el Congreso en un laberinto. La formación del Gobierno se antoja imposible si algo no se mueve en los dos bloques de la última legislatura https://t.co/I8SKl1JYGh
Come si farà a formare un governo in Spagna: le ipotesi
“Il Congresso uscito dalle urne questa domenica e che si costituirà il 17 agosto sarà quanto di più vicino a un labirinto politico”, commenta El País. All’indomani del voto, infatti, non è ancora chiaro se – e come – si riuscirà a formare un governo. Il blocco di destra infatti ha preso più voti, prevalentemente grazie all’exploit del Pp di Alberto Núñez Feijóo (che alle precedenti elezioni si era fermato a 89 seggi al Congresso). Vox, viceversa, perde 19 seggi. I due partiti, però, non hanno la maggioranza assoluta. Potrebbero completarla reclutando altre formazioni nazionaliste, ma queste sono apertamente incompatibili con la linea politica di Vox.
La sinistra del Psoe e Sumar è ancora più lontana dalla soglia dei 176 seggi. Potrebbe avvicinarvisi reclutando altri partiti più piccoli, cosa che peraltro Sánchez ha già fatto in passato per giungere all’approvazione di singole iniziative del suo governo. La chiave per costituire un nuovo esecutivo di centrosinistra potrebbe essere un accordo con JuntsxCatalunya, formazione indipendentista catalana che avrà 7 seggi nel nuovo Congresso dei deputati. Per ora, però, si tratta soltanto di ipotesi. E c’è già chi parla di tornare alle urne.
L’articolo è stato pubblicato alle 00:08 del 24 luglio con l’esito del voto. È stato poi aggiornato alle 09:08, aggiungendo le ipotesi sulla formazione del governo.
Il 23 luglio si tengono le elezioni in Spagna, voto anticipato convocato dal premier Sánchez dopo le amministrative di maggio. I sondaggi danno in vantaggio i conservatori, ma un possibile governo di coalizione con l’estrema destra di Vox è la vera incognita di queste elezioni.
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