Elezioni in Messico, il primo verdetto è che la presidente sarà una donna

Claudia Sheinbaum in vantaggio su Xóchitl Gálvez per prendere il posto di Obrador al termine di una campagna elettorale caratterizzata dalle violenze. Tutto quello che c’è da sapere.

  • Domenica 2 giugno si svolgono le elezioni in Messico: potenzialmente al voto 98 milioni di elettori per scegliere presidente, Camere, 9 governatori e 20mila seggi locali.
  • La sfida è tra Claudia Sheinbaum e Xóchitl Gálvez: per la prima volta il Messico avrà una presidente donna, e nel caso di Gálvez eventualmente anche indigena.
  • Violenza, migrazioni, debito pubblico, narcotraffico e cambiamenti climatici: tantissime le sfide che attendono la vincitrice.

Il Messico si prepara ad affrontare nel weekend un evento elettorale molto importante, che non solo determinerà la nuova presidente, che prenderà il posto di Andrés Manuel López Obrador, non ricandidabile, ma rinnoverà anche i due rami del parlamento, 9 governatori su 32 e 20mila seggi locali. Questa tornata di elezioni in Messico, caratterizzata da una campagna politica dai costi esorbitanti e dalla potenziale partecipazione di circa 98 milioni di elettori, si svolge in un contesto sociale, politico ed economico particolarmente complesso: le elezioni in Messico infatti sembrano destinate a influenzare il futuro della nazione e le relazioni con gli Stati Uniti (che a loro volta andranno al voto a novembre) e il panorama geopolitico dell’intera regione.

Chi si sfida nelle elezioni in Messico

Sono tre i candidati a succedere a Obrador, ma la sfida è tutta al femminile: per la prima volta il Messico avrà una presidente donna, il che potrebbe essere già considerato un successo in un Paese permeato da una cultura molto machista.

Claudia Sheinbaum: la candidata della continuità

Claudia Sheinbaum, fisica di 61 anni ed ex governatrice di Città del Messico, guida la coalizione di sinistra Sigamos Haciendo Historia, (continuiamo a fare la storia) imperniata attorno a Morena, il partito del presidente uscente Obrador. Sheinbaum, considerata la delfina di Amlo, gode di un ampio sostegno grazie alla popolarità del suo predecessore, che continua a mantenere un tasso di approvazione del 55 per cento secondo gli ultimi sondaggi.

Durante la sua carriera, Sheinbaum ha dimostrato competenza e capacità di governance, come evidenziato dalla sua gestione di Città del Messico e dal suo coinvolgimento nell’Intergovernmental panel on climate change: c’era anche lei nel panel di scienziati chiamati dalle Nazioni Unite per fare luce sui cambiamenti climatici e che nel 2007 fu insignito del premio Nobel per la Pace. Il suo programma politico punta a proseguire le politiche di welfare e infrastrutturali di Obrador, mantenendo i sussidi statali mirati (che riguardano in qualche modo un quarto della popolazione, e che le valgono anche un buon bottino elettorale) e sostenendo le categorie sociali più vulnerabili. Tuttavia, dovrà affrontare la sfida di mantenere queste politiche senza aumentare le tasse, in un contesto di spesa pubblica crescente e risorse limitate.

Xóchitl Gálvez: la sfidante per il cambiamento

Xóchitl Gálvez, senatrice e imprenditrice nel settore tecnologico, guida la coalizione conservatrice Fuerza y Corazón por México. Gálvez è nota per la sua profonda conoscenza delle comunità indigene e per il suo impegno nel ripristinare il Fondo per le infrastrutture dei popoli indigeni. Indigena lo è lei stessa: fa parte della comunità autoctona Otomi, del Messico centrale, e dunque potrebbe essere non solo la prima donna presidente del Messico, ma anche la prima indigena presidente. La sua campagna elettorale si concentra sulla sicurezza, tema cruciale per i messicani e forse un po’ tralasciata nella gestione Obrador, almeno in quanto a risorse investite, e sulla necessità di riformare il sistema economico e sociale del paese.

Gálvez affronta la sfida di convincere un elettorato diffidente, in parte a causa della sua alleanza con il Partito rivoluzionario istituzionale, che ha dominato il Messico per 71 anni. Nonostante ciò, il suo approccio pragmatico e innovativo potrebbe attrarre elettori desiderosi di un cambiamento rispetto alla gestione di Amlo.

Jorge Máynez: il giovane outsider

Il terzo candidato che potrebbe scombinare i piani è Jorge Máynez, deputato di 39 anni, rappresenta il partito progressista Movimiento ciudadano. Con una campagna elettorale rivolta principalmente ai giovani e ai social media, Máynez si presenta come una figura innovativa e dinamica. Il suo approccio non convenzionale e la sua capacità di connettersi con l’elettorato più giovane potrebbero influenzare significativamente i risultati elettorali, più come possibile ago della bilancia che come vero possibile runner per la vittoria finale.

Le sfide principali che dovà affrontare la vincitrice

Il Messico è la dodicesima economia mondiale, ha ancora enormi potenzialità di crescita e risorse naturali quasi infinite. Nonostante questo, gli atavici problemi che finora hanno tarpato le ali alla “Terra del Sole” non sono ancora stati risolti: narcotraffico, disuguaglianze sociali, corruzione, e ora anche i cambiamenti climatici.

Violenza e criminalità organizzata

La violenza legata ai cartelli del narcotraffico rappresenta una delle sfide più urgenti per il prossimo presidente. Nonostante una lieve riduzione del tasso di omicidi negli ultimi anni, il Messico continua a registrare livelli di violenza allarmanti, con 23 omicidi ogni 100mila abitanti e oltre 100mila persone scomparse. La strategia di Amlo, basata sul motto “abbracci, non proiettili”, non ha prodotto i risultati sperati, e la necessità di una nuova politica di sicurezza è evidente. Sheinbaum ha promesso di demilitarizzare la polizia e utilizzare l’intelligence contro le bande criminali, mentre Gálvez ha tentato, senza grande successo, di fare della sicurezza il suo cavallo di battaglia. E ha accusato senza mezzi termini Sheinbaum di essere “la candidata dei narcos”.

bambini soldato Messico
Nello Stato del Guerrero, nel sud-ovest del Messico, le strade sono comandate dai narcos e per andare a scuola si muore. Per proteggersi dalle bande criminali, quasi cento bambini si sono uniti ufficialmente al corpo di polizia della comunità © José Luis de la Cruz

Migrazione e rapporto con gli Stati Uniti

Il Messico, per la sua posizione geografica, rimane un corridoio cruciale per i migranti diretti negli Stati Uniti. Il flusso migratorio ha raggiunto i 2,5 milioni di persone nel 2023, e la gestione di questo fenomeno sarà una delle priorità del prossimo presidente. Le relazioni con gli Stati Uniti saranno particolarmente rilevanti, soprattutto in vista delle prossime elezioni presidenziali americane: secondo gli analisti, un risultato nel segno della continuità con Obrador, che ha fatto poco per evitare che il Messico fosse una sorta autostrada per gli Stati Uniti per i migranti dell’America Latina, potrebbe orientare la scelta di molti americani per reazione verso Donald Trump, e viceversa. Una gestione efficace del fenomeno migratorio e delle relazioni bilaterali sarà cruciale per evitare tensioni e garantire stabilità regionale.

Crisi idrica e climatica

La grave crisi idrica che il Messico sta affrontando, con oltre la metà del paese in condizioni di siccità, rappresenta una sfida significativa per la sicurezza alimentare e l’approvvigionamento di acqua potabile: proprio nei giorni precedenti al voto, il Paese ha sperimentato temperature da record, e a Città del Messico è previsto che i rubinetti rimangano a secco in diverse zone della città a partire dal 26 giugno, a causa della scarsità delle piogge ma anche per lo stato disastroso degli acquedotti, che disperdono circa il 40 per cento dell’acqua trasportata (come in Italia del resto).

L’amministrazione di Obrador ha preso misure per affrontare il problema, ma la situazione richiede un impegno continuo e l’implementazione di politiche sostenibili per garantire l’accesso all’acqua per tutti i cittadini. Su queste tematiche, il curriculum parla certamente più in favore di Sheinbaum.

La popolazione del Messico da giorni deve affrontare condizioni di caldo estremo
La popolazione del Messico da giorni deve affrontare condizioni di caldo estremo © Ulies Ruiz/Afp/Getty Images

Economia e debito pubblico in difficoltà

Il Messico, come detto, è la dodicesima economia mondiale, ma si trova ad affrontare una serie di sfide economiche. La crescita media del Pil negli ultimi 40 anni è stata del solo 2 per cento annuo, e il rapporto debito/Pil è destinato ad aumentare dal 46 al 48 per cento a causa delle spese elettorali e delle politiche economiche assistenzialiste di Amlo. La compagnia petrolifera statale Pemex, gravata da un debito di 106 miliardi di dollari, rappresenta un ulteriore fardello per le finanze pubbliche. Il prossimo presidente dovrà trovare un equilibrio tra il mantenimento dei programmi di welfare e la necessità di riformare l’economia per stimolare la crescita e ridurre il debito.

Diritti dei popoli indigeni

La protezione e il riconoscimento dei diritti dei popoli indigeni sono cruciali per la stabilità sociale del Messico. Sheinbaum ha promesso una riforma costituzionale per garantire autonomia e riconoscimento legale alle comunità indigene e afro-messicane, mentre Gálvez ha messo in primo piano il ripristino dei fondi per le infrastrutture dei popoli indigeni. Entrambe sembrano seriamente impegnate sul tema, in particolare per le istanze delle popolazioni del Chiapas, per anni penalizzate volontariamente dai governi centrali perché epicentro dei principali movimenti anti-governativi e indipendentisti. Proprio in questi giorni, tra l’altro, è scoppiato il caso-gasolina: in Chiapas, a causa della crisi della Pemex di cui sopra e delle difficoltà nei trasporti (parte della regione, quella più vicina alla selva Lacandona, è tuttora poco servita da strade asfaltate) non si trova più benzina. Due punti a favore per Gálvez, che può imputare al governo attuale la  crisi e rivendicare le proprie origini.

Friendshoring e nearshoring

Il Messico ha un’opportunità significativa nel contesto delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, con molte aziende che cercano di spostare la produzione più vicino ai mercati nordamericani: il Messico, per vicinanza e costo della vita inferiore, può rappresentare sulla carta un’ottima soluzione per le aziende statunitensi che vogliano “delocalizzare a chilometro zero”, contribuendo al rilancio dell’economia messicana, anche in termini di posti di lavoro.  Tuttavia, per capitalizzare questa opportunità, il paese deve migliorare la sicurezza interna e le infrastrutture, rendendosi più attraente per gli investitori stranieri.

39 candidati uccisi, una campagna elettorale violenta

La campagna elettorale del 2024 è stata segnata da un alto livello di violenza, con l’omicidio di almeno 39 candidati tra settembre 2023 e maggio 2024, riflettendo l’influenza pervasiva dei cartelli della droga, che hanno cercato in tutti i modi di mettere le mani anche sui seggi locali e nazionali. Altri 487 candidati sono attualmente sotto protezione perché hanno subito minacce. Nonostante ciò, la competizione tra Sheinbaum e Gálvez rimane intensa, e anche dispendiosa (hanno speso quasi 500 milioni di dollari a testa) con la prima che gode di un vantaggio significativo nei sondaggi. Sheinbaum, forte del sostegno di Amlo, ha sfruttato appieno la sua popolarità sui social media, con un seguito di 2,6 milioni di follower su TikTok. Máynez, il giovane outsider, ha adottato una strategia simile, rendendo la sua campagna accattivante per l’elettorato giovane.

Nonostante il vantaggio di Sheinbaum, non è garantito che il suo partito, Morena, ottenga la maggioranza in entrambe le Camere del Parlamento, che sono elette con un sistema misto maggioritario e proporzionale. L’eventuale necessità di collaborare con l’opposizione potrebbe portare a un governo più equilibrato e meno incline alle politiche populiste di Amlo. Il prossimo presidente del Messico avrà l’arduo compito di affrontare una serie di sfide complesse e interconnesse, che spaziano dalla sicurezza interna all’economia, dalle relazioni internazionali ai diritti umani. La capacità di navigare queste sfide con competenza e visione strategica determinerà il futuro del Messico per gli anni a venire.

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