I repubblicani guadagnano consensi ovunque, anche negli stati in bilico. La vittoria di Donald Trump è netta.
Elezioni midterm 2018, i risultati in diretta: la Camera ai democratici, il senato resta ai repubblicani
Elezioni midterm 2018, alle elezioni di metà mandato la Camera va ai democratici mentre il senato resta ai repubblicani. Segui i risultati in tempo reale.
Il 6 novembre, primo martedì del mese come vuole la tradizione, negli Stati Uniti d’America si sono tenute le elezioni di metà mandato (midterm) per il rinnovo del Congresso. La campagna elettorale è stata caratterizzata da un susseguirsi di scandali e il risultato appare tutt’altro che scontato, anche se il Partito democratico sembra sulla buona strada per conquistare il controllo di almeno una delle due camere attualmente in mano ai repubblicani. Per un riassunto su come sono andate queste elezioni, qui.
08:00 – Oltre che per il Congresso, una parte della popolazione statunitense ha votato anche per eleggere il governatore del proprio stato. Per l’esattezza si è votato per 36 governatori – qui tutti i risultati. Se in Florida, Georgia e Ohio, i repubblicani hanno tenuto la poltrona, Illinois, Kansas, Maine, New Mexico e Michigan – quel Michigan narrato dal regista Michael Moore per la questione dell’acqua contaminata di Flint – sono ora passate nelle mani dei democratici.
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07:00 – La Camera dei rappresentanti è ora a maggioranza democratica, mentre il Senato è rimasto repubblicano. Secondo gli exit poll, i democratici avrebbero ottenuto 230 seggi rispetto ai 193 del 2016. I repubblicani, invece, dovrebbero fermarsi a 200. Il democratico Beto O’Rourke non riesce per un soffio nell’impresa di strappare a Ted Cruz il seggio da senatore in Texas (tradizionalmente repubblicano). O’Rourke sarebbe arrivato a soli 3 punti percentuali da Cruz, mentre gli ultimi sondaggi – ottimisti – lo davano a circa 7 punti. Alexandria Ocasio-Cortez diventa, come previsto la più giovane donna a entrare nel Congresso americano, a soli 29 anni. Insieme a lei, sono diventate parlamentari anche due donne musulmane e due native americane. In generale, per la prima volta il numero di deputate alla Camera sarà superiore a 100.
JUST IN: Democrats are projected to gain at least 23 net seats in the House of Representatives, which would give them control of the chamber. https://t.co/CgQAqe9BuL #ElectionNight pic.twitter.com/IHTuWK1aN0
— ABC News (@ABC) 7 novembre 2018
Camera dei rappresentanti • proiezione per i Democratici – 230 (200 conquistati finora) • proiezione per i Repubblicani – 200 (182 conquistati finora) • 382 / 435 seggi confermati Senato • Repubblicani – 51 conquistati finora • Democratici – 42 conquistati finora • 28 / 35 seggi confermati 23:50 – Un exit poll della Cnn indica che ben due terzi degli elettori avrebbero votato considerando lo scrutinio come un “referendum” sul presidente Donald Trump. Inoltre, la maggioranza si sarebbe schierata contro il miliardario americano. 23:40 – Secondo un exit poll dell’emittente Abc, la quota di “elettori non bianchi” sarebbe pari al 28 per cento del totale. Si tratterebbe di un record: il massimo storico fu toccato nel 2014, con il 25 per cento.
Nonwhite voters account for 28% of voters nationally in preliminary exit poll results. The highest in any previous midterm was 25% in 2014. https://t.co/W8g7IgCNaH #ElectionDay
— ABC News (@ABC) 6 novembre 2018
23:20 – La mappa degli orari di chiusura dei seggi in ciascuno stato federale.
? Poll closing times.#ElectionDay #Midterm2018 pic.twitter.com/gKzL4IoiNP
— Xavi Ruiz ? (@xruiztru) 6 novembre 2018
22:40 – Sebbene le tornate di metà mandato non siano solitamente favorevoli al presidente in carica, ufficialmente Donald Trump si è detto fiducioso rispetto alle elezioni di midterm. Il New York Times, tuttavia, ritiene che la Casa Bianca si prepari ad una sconfitta e che per questo possa procedere ad un rimpasto di governo. Tuttavia, è bene mantenere grande prudenza, dal momento che i sondaggi hanno dimostrato, alle ultime presidenziali, di essere particolarmente fallibili. E alle elezioni di metà mandato lo sono storicamente. Inoltre, almeno una trentina di seggi alla Camera dei rappresentanti sono in bilico. Per cui occorrerà attendere la notte inoltrata per comprendere chi otterrà la maggioranza al Congresso.
The time is near.https://t.co/KF1NqOc7xC pic.twitter.com/b3pSscN89w — Neil Irwin (@Neil_Irwin) 6 novembre 2018
Una prima indicazione interessante arriverà attorno all’1, dall’Indiana. Il risultato potrebbe essere essere indicativo poiché il senatore uscente in questo stato federale è democratico, ma alle elezioni del 2016 Trump aveva vinto con 19 punti percentuali di vantaggio. Verso le 3, gli occhi saranno poi puntati sul Wisconsin, stato industriale della regione dei Grandi Laghi, storicamente un fortino progressista ma che nel 2016 è stato sedotto dalla proposta economica ultra-conservatrice e protezionistica dell’attuale presidente. Attorno alle 4 di notte, poi, sarà la volta dell’Iowa, lo “swing-state” per eccellenza: fu conquistato da George W. Bush, quindi per due volte da Barack Obama e infine è stato ripreso da Trump due anni fa.
22:30 – Mentre le operazioni di voto sono in pieno svolgimento in numerosi stati americani (in funzione del fuso orario), sono già moltissimi i cittadini che hanno espresso le loro preferenze. Secondo i dati raccolti dalla società specializzata Catalist, sono più di 33 milioni coloro che hanno votato per corrispondenza in tutti gli Stati Uniti. Si tratta di un dato nettamente più alto rispetto alle elezioni di metà mandato del 2014, quando il dato si era fermato a 22,2 milioni, secondo i dati riportati dalla Cnn.
In generale, l’affluenza alle urne negli Stati Uniti non è mai particolarmente alta. Normalmente si arriva al 60 per cento nel caso di elezioni presidenziali e al 40 per cento per quelle di midterm. In molti ritengono che a pesare sia il fatto che l’iscrizione sulle liste elettorali non è automatica: circa il 65 per cento della popolazione adulta (160 milioni di americani, su 250) è presente negli elenchi.
22:15 – Beto O’Rourke, astro nascente dei democratici americani, ha pubblicato sul proprio profilo Twitter una fotografia dopo aver votato con la sua famiglia in Texas, dove si scontra con il repubblicano Ted Cruz. Si tratta di uno dei duelli più avvincenti di queste elezioni.
Voted! Find your polling place at https://t.co/ckkFImqYz6 pic.twitter.com/wEMMyDSKnQ — Beto O’Rourke (@BetoORourke) 6 novembre 2018
22:10 – In Georgia, alcune “voting machines” (i computer con i quali si può esprimere il proprio voto) si sono bloccate. Alcune persone hanno dovuto aspettare ore in coda ai seggi.
“The line just keeps getting longer.” Voters in Gwinnett County, Georgia waited in line for over 3 hours when voting machines malfunctioned and had to be repaired. https://t.co/1jjFb2umhc pic.twitter.com/c9SImsHqVR — ABC News Politics (@ABCPolitics) 6 novembre 2018
Aggiornamento 6 novembre ore 22 – Decine e decine di milioni di elettori americani sono chiamati alle urne per le elezioni di midterm, negli Stati Uniti. Oltre a deputati, senatori e governatori, si devono eleggere anche 6.665 funzionari di stato e un migliaio a livello locale, come ricordato dal New York Times. In alcuni stati federali, ai cittadini viene chiesto anche di esprimersi su temi come aborto o legalizzazione della cannabis, attraverso dei referendum locali.
Midterm 2018, per cosa si vota
Le elezioni di midterm si tengono ogni quattro anni e a due di distanza dalle elezioni presidenziali. In questa fase i cittadini americani sono chiamati a rinnovare un terzo dei cento senatori e l’intera composizione (435 membri) della Camera dei rappresentanti, oggi a maggioranza repubblicana e presieduta da Paul Ryan.
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Un voto, questo, che ha la funzione di confermare o meno la strada imboccata dagli Stati Uniti dopo l’elezione di Donald Trump nel 2016 a 45esimo presidente. Questa tornata elettorale serve anche per decidere chi saranno i governatori di 36 dei 50 stati che compongono il Paese.
Segui i risultati live delle elezioni di metà mandato
Per l’occasione abbiamo raccontato la storia di due candidati. Una è la candidata più giovane che, a meno di clamorosi colpi di scena, farà il suo ingresso alla Camera dei rappresentanti; l’altro è il candidato che sta appassionando gli States nonostante corra “solo” per la poltrona di senatore del Texas repubblicano. Alexandria Ocasio-Cortez, 29 anni, e Beto O’Rourke, 46, entrambi democratici, sono gli astri nascenti della politica a stelle e strisce. Per seguire l’esito della loro campagna e capire se la blue wave, l’onda blu, colore che contraddistingue i democratici (rosso per i repubblicani), riuscirà a travolgere Trump.
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