Energie rinnovabili, nucleare, sostegni all’agricoltura, fonti fossili, incentivi fiscali per la transizione ecologica, gestione dei rifiuti, protezione della biodiversità, economia circolare, crisi climatica. Le questioni ambientali, intrecciate a doppio filo con quelle dell’energia, sono sempre più presenti e pressanti nel dibattito politico. E in vista delle elezioni politiche che si terranno il 25 settembre per il rinnovo del parlamento, tutti i partiti le hanno affrontate. Anche se, ovviamente, in modo molto diverso tra loro e con proposte non di rado agli antipodi.Qui invece trovate l’analisi sul tema diritti.
A dominare è la crisi energetica, che probabilmente sarà il motore delle scelte che affronterà il prossimo governo italiano. Ma come si comporterà quest’ultimo? Reagirà di fronte alle difficoltà che incontreranno i consumatori imponendo una riforma profonda del sistema di mercato che, soprattutto per via della speculazione, sta provocando una crescita fuori controllo dei prezzi o si propenderà unicamente per qualche aiuto alle famiglie? Si comprenderà la necessità di accelerare gli investimenti nel settore delle rinnovabili o si sceglieranno strade pericolose – sia dal punto di vista climatico che economico – come nel caso del nucleare? La risposta è nei programmi dei partiti. O almeno dovrebbe esserlo, poiché occorrerà verificare cosa poi, concretamente, verrà deciso dal prossimo governo, anche in ragione del risultato elettorale e dei numeri sui quali potrà contare la prossima maggioranza. Ecco quali sono, in ogni caso, le proposte avanzate dai vari partiti, o coalizioni, che si presentano alle elezioni.
Il programma di Unione popolare su clima, energia e ambiente
La coalizione più di sinistra tra quelle che si presentano alle elezioni, Unione popolare (leader Luigi de Magistris), propone una serie di novità volte a “trasformare il sistema energetico e dei trasporti per attuare una vera riconversione ecologica”. La prima è la nazionalizzazione del settore, a partire da Enel Green Power, che è attualmente controllata dalla capogruppo Enel. Ciò al fine ci creare “un’azienda pubblica che investa sulle energie rinnovabili e garantisca autonomia energetica al Paese”.
Oggi @fffitalia ha pubblicato l'Agenda Climatica un documento di 5 punti su come affrontare l'emergenza clima. #UnionePopolare ha nel suo programma molte di queste proposte come il rafforzamento dei mezzi pubblici e lo stop ai jet privati. pic.twitter.com/79A4weV2Kc
Unione popolare è contraria allo sviluppo di inceneritori, al ricorso alle fonti fossili e al nucleare. Propone 10 gigawatt (GW) di nuove installazioni l’anno di eolico e solare, un fondo pubblico per finanziare le comunità energetiche, l’abolizione dei sussidi alle fonti fissili e lo stop ad ogni progetto di estrazione petrolifera in Italia.
Trasporti
La coalizione propone un abbonamento unico ai trasporti pubblici a livello nazionale, l’elettrificazione di tutto il trasporto urbano e interurbano. E ancora l’aumento delle piste ciclabili, lo stop alla Tav (treno ad altà velocità) Torino-Lione e all’uso di jet privati, così come alle tratte aree di linea coperte da linee ferroviarie adeguate.
Clima e ambiente
Il programma di Unione popolare punta a “rispettare e superare gli impegni nazionali di riduzione delle emissioni dell’Accordo di Parigi”. Si vuole poi introdurre una legge nazionale per bloccare il consumo di suolo, lottare contro i prodotti usa e getta, incentivare il compostaggio e la raccolta differenziata dei rifiuti. La coalizione propone quindi una riforma della Politica agricola comune (Pac) che tagli i sussidi agli allevamenti intensivi e sostenga le aziende che producono con metodi ecologici e tutelando la biodiversità. Quindi un piano per il divieto dei pesticidi tossici, a partire dal glifosato; il ripristino degli habitat delle sponde fluviali, una legge urbanistica adeguata alla crisi climatica e la piantumazione di un miliardo di alberi all’anno, nonché l’istituzione di un garante nazionale dei diritti degli animali.
Il programma di Europa Verde – Sinistra italiana su clima, energia e ambiente
Il programma di Europa Verde – Sinistra italiana (Si) si apre sottolineando che “ilSole è il più grande ‘reattore a fusione nucleare’ già disponibile per la produzione di energia rinnovabile e fornisce ogni anno 15mila volte l’energia di cui l’umanità ha bisogno. La ricerca scientifica ha sviluppato le tecnologie necessarie a catturare l’energia solare come il solare fotovoltaico, termico e l’eolico, così come quelle per conservare l’energia in modo molto efficiente, ad esempio le batterie al litio e i pompaggi idroelettrici”.
Di conseguenza, i due partiti puntano fortemente sulle energie rinnovabili, escludendo del tutto il nucleare e prospettando una riduzione dell’uso di metano che possa portare, al 2035, al 100 per cento di energia pulita. Anche grazie ad un “Piano speciale di accumuli e della rete elettrica”. Secondo Verdi e Si, l’addio al gas dovrebbe essere fissato entro il 2035. Ciò nell’ottica di ridurre le emissioni di CO2: un calo che i due partiti affermano possa arrivare al 70 per cento entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990. E che porti alla carbon neutrality entro il 2045. Per riuscirci si vuole puntare, oltreché sulle rinnovabili (con nuove installazioni per 15 GW all’anno), anche su un piano di efficienza e risparmio energetico. Si propone inoltre di abolire i sussidi alle fossili entro il 2025.
Trasporti
Partendo dall’assunto che lo smog causa ogni anno in Italia 56mila morti, si propone “un piano industriale per la mobilità elettrica al 2030 che punti a un obiettivo di veicoli elettrici circolanti di almeno 10 milioni di unità e dotarsi di 100mila punti di ricarica pubblica”. Mentre “l’alta velocità ferroviaria si è rivelata utile e potrebbe ancora essere utile su alcune tratte che congiungono grandi centri urbani favorendo spostamenti ad alto valore aggiunto. Non ha alcun senso in aree dove, come la val Susa, già esistono altre forme di trasporto autostradale e ferroviario sottoutilizzate per mancanza di effettiva domanda di trasporto e dove la popolazione locale ha chiaramente espresso la propria contrarietà. Proseguire sul progetto della linea Torino-Lione comporta spese di grande entità, tempi molto lunghi e vantaggi irrisori”.
Si propone poi un “Piano straordinario per il trasporto pubblico locale”, per “affrontare le carenze organizzative, di infrastrutture e dotazione di mezzi per una più elevata qualità del servizio erogato; ampliare e mettere in sicurezza percorsi ciclabili e pedonali; digitalizzare tutti i servizi di mobilità; offrire tariffe agevolate e incentivi all’utilizzo delle alternative all’auto”. In particolare, per i giovani fino a 30 anni si immagina di introdurre la gratuità dei trasporti pubblici locali e dei treni regionali, “così da promuovere nuovi modelli di mobilità fra le giovani generazioni”.
Clima e ambiente
Europa Verde e Sinistra italiana propongono una nuova “Legge per il clima” da approvare nei primi cento giorni di lavoro del nuovo governo, con obiettivi vincolanti a livello nazionale e locale. Nel programma si punta inoltre a “rendere pienamente operativo il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, fermo al 2017, entro i primi sei mesi della legislatura; rivedere l’adeguatezza del Pnrr rispetto alle necessità dell’adattamento; e sviluppare un ‘Piano salva foreste’ e un ‘Piano salva mari’ per la protezione, il ripristino, la conservazione e la valorizzazione di questi ecosistemi”.
Si propone quindi la creazione di una Banca per il clima per sostenere la transizione. Ciò sulla base di una previsione di spesa pari a 30-40 miliardi di euro all’anno. Si e Verdi prevedono poi la nomina di “un’inviata/o speciale per il clima di alto livello e di un corpo diplomatico adeguato alla sfida climatica”. Per quanto riguarda l’acqua, si chiede un piano di investimenti contro le perdite delle reti idriche e degli acquedotti. In materia di rifiuti si punta a rilanciare l’approvazione della plastic tax e ad arrivare al 90 per cento di riciclo della plastica. Il tutto basandosi su un sistema di economia circolare, puntando su impianti di compostaggio per il trattamento dell’umido e considerando la termovalorizzazione “solo come una soluzione di ultima istanza perché l’incenerimento dei rifiuti non permette il recupero delle materie prime”.
Sul tema biodiversità, inoltre, si chiede l’abolizione della caccia, il contrasto alla desertificazione, che gli animali domestici e selvatici siano considerati esseri senzienti e “ridiscutere la soppressione della Forestale, istituendo un nuovo Servizio ambientale e forestale, inteso come un moderno Corpo tecnico dello Stato, ad ordinamento civile, preposto alla tutela dell’ambiente, alla conservazione delle foreste, alla lotta agli incendi boschivi, alla protezione della fauna, alla difesa del suolo, al controllo, presidio e monitoraggio del territorio rurale (agro-forestale, montano, collinare e costiero) e alla prevenzione dei rischi naturali, con funzioni di polizia per il contrasto dei reati ambientali, pubblico soccorso e protezione civile”. Per quanto riguarda infine gli allevamenti, nel programma di Sinistra italiana e Verdi figura una “moratoria sull’apertura di nuovi allevamenti intensivi e sull’ampliamento di quelli esistenti anche con finalità di contrasto ai cambiamenti climatici e alla diffusione di zoonosi”.
Il programma del Partito democratico su clima, energia e ambiente
Il programma integrale è consultabile qui.
Energia
Il Partito democratico (Pd) considera la transizione ecologica “una grandissima occasione per ammodernare l’Italia e re-indirizzarne la traiettoria di sviluppo in uno scenario di sostenibilità”. In questo senso, il programma elettorale specifica che “investire subito, da oggi, nell’energia pulita è tre volte strategico. Primo, perché contrasta i cambiamenti climatici abbattendo le emissioni di CO2. Secondo, perché taglia in maniera strutturale il prezzo delle bollette per famiglie e imprese e crea nuovi posti di lavoro. Terzo, perché rafforza la nostra sicurezza nazionale, riducendo la dipendenza dall’importazione di fonti fossili dall’estero”.
Noi o loro. L'Italia è a un bivio. Da una parte, il più grande partito ambientalista d’Europa che vuole farsi carico della transizione ecologica. Dall’altra, chi ignora, minimizza, nega i cambiamenti climatici e vuole ritornare al "nero fossile". #sceglipic.twitter.com/58nTV7C8cj
A tale scopo si immagina una riforma fiscale “che promuova gli investimenti delle imprese e delle famiglie a difesa del Pianeta e del clima e renda economicamente vantaggioso accelerare la transizione ambientale, attraverso la revisione e la stabilizzazione degli incentivi per la rigenerazione energetica e sismica degli edifici e l’estensione del piano ‘Transizione 4.0’ agli investimenti green delle imprese”.Sempre in tema di energia, il Pd immagina “un piano nazionale per il risparmio energetico e interventi finalizzati ad aumentare drasticamente la quota di rinnovabili prodotte in Italia, anche attraverso lo sviluppo delle comunità energetiche, con l’obiettivo di installare 85 GW di rinnovabili in più entro il 2030. Un obiettivo ambizioso ma realistico che porterà, secondo alcune stime, alla creazione di circa 500mila nuovi posti di lavoro”.
Trasporti
Il Pd propone di “accelerare gli investimenti infrastrutturali che favoriscano il passaggio del trasporto delle merci dalla gomma al ferro e all’acqua e il completamento della sostituzione del parco circolante del trasporto pubblico locale con mezzi a zero emissione e ibridi. Vogliamo incentivare l’installazione di almeno 100mila colonnine elettriche e di 30mila punti di ricarica rapida entro il 2027 e lo sviluppo di tecnologie per lo stoccaggio di energia lungo le autostrade e la rete viaria principale e secondaria”.
“Proponiamo prosegue il programma – un progetto organico di porti verdi, aperti, competitivi e regolati: un asset strategico per la ripresa economica italiana. Vogliamo sviluppare le infrastrutture necessarie a collegare il nostro Paese con le grandi reti di trasporto transeuropee e i nodi multimodali, completare le tratte ferroviarie ad alta velocità e alta capacità già programmate e potenziare il piano sulle linee regionali, completando i raddoppi e l’upgrading tecnologico. Vogliamo migliorare i collegamenti lungo i corridoi est-ovest e tra le aree più industrializzate del Paese, sulle fasce costiere, tra le aree più prossime alle grandi infrastrutture e le aree periferiche e interne. Con la riqualificazione delle strade secondarie, il recupero delle linee ferroviari regionali e minori, lo sviluppo della mobilità ciclabile e pedonale nelle nostre città. Proponiamo, inoltre, strumenti per incentivare la mobilità sostenibile, sia introducendo il trasporto pubblico locale gratuito per giovani e anziani, sia incentivando, per le altre categorie, schemi di sconto sul prezzo del servizio di trasporto sostenibile legati all’intensità dell’uso del mezzo, misurata dal biglietto elettronico”.
Clima e ambiente
Sul fronte della lotta ai cambiamenti climatici, il Pd ricorda che “il pacchetto europeo Fit for 55, con il suo obiettivo di ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55 per cento entro il 2030 e di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, ha indicato chiaramente qual è il percorso da intraprendere. Dobbiamo fissare obiettivi climatici realistici ma ambiziosi, mettendo in campo strumenti capaci di garantire una transizione socialmente equa e di rafforzare l’innovazione e la competitività della nostra industria”. Per farlo, il Pd propone “una legge quadro sul clima e un piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici al 2050”. Il programma del Pd propone inoltre la progressiva riduzione dei sussidi dannosi per l’ambiente.
Il programma di +Europa su clima, energia e ambiente
Il partito guidato da Emma Bonino propone una revisione del Titolo V della Costituzione, al fine di “consentire una visione unitaria della strategia energetica nazionale restituendo al livello statale le competenze esclusive in materia energetica”, tornando cioè ad una gestione centralizzata del tema. Inoltre, +Europa punta a “sviluppare una politica energetica europea, allineata con quella climatica, al fine di aumentare la resilienza del sistema, costruire reti integrate e adottare strumenti comuni, anche per gli stoccaggi del gas”. Si chiede poi di ridurre la burocrazia che “frena lo sviluppo delle fonti rinnovabili” e di “efficientare e innovare le procedure autorizzative”. Il programma cita poi la riduzione dei tempi per le infrastrutture energetiche, “inclusi i rigassificatori”. Il gas viene infatti considerato un’energia di transizione, a patto di non acquistarlo più dalla Russia e di imporre un tetto al prezzo
+Europa propone quindi di sostenere la ricerca e la cooperazione scientifica per lo sviluppo di reattori a fusione nucleare, ma anche mini-reattori modulari di ultima generazione. Al contempo, il partito di Emma Bonino vuole “realizzare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi di varia provenienza, a seguito di un processo decisionale trasparente”. Infine, si chiede di introdurre incentivi per ridurre i fabbisogni energetici degli edifici, per la sostituzione di impianti e reti e per l’autoproduzione da fonti rinnovabili, e si propone di eliminare “i sussidi dannosi per l’ambiente”.
Trasporti
+Europa chiede una liberalizzazione del trasporto ferroviario regionale, interregionale e del trasporto su gomma regionale.
Clima e ambiente
+Europa propone di aggiornare il Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) al fine di centrare l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas ad effetto serra del 55 per cento entro il 2030. Si chiede quindi il “rafforzamento delle misure sia nei settori ETS (sistema europeo di scambio di quote di emissione di gas a affetto serra) che non ETS e attraverso l’adozione di standard nazionali per le emissioni degli edifici”. Si punta quindi allo sviluppo dell’economia circolare e a favorire “l’aumento del verde fruibile per abitante, attraverso meccanismi di premialità ai Comuni, in base al raggiungimento di determinate soglie”.
Il partito è inoltre favorevole alla costruzione di un termovalorizzatore a Roma, nonché alla realizzazione di impianti di rigassificazione e depuratori d’acqua per ridurre l’uso di quella in bottiglia.
Il programma del Movimento 5 stelle su clima, energia e ambiente
Il Movimento 5 stelle (M5s) che fa capo all’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte propone una “società 2.000 Watt” per “un modello sostenibile di consumo energetico per ridurre le emissioni annue di gas serra”. A tale scopo, in ottica di risparmio, si propone la “stabilizzazione delle agevolazioni edilizie (superbonus) per permettere la pianificazione degli investimenti sugli immobili e continuare a migliorare i livelli di risparmio energetico e di conseguenza risparmiare sulle bollette”. Affiancato ad un “superbonus energia imprese”.
Si chiede poi di semplificare le procedure per la creazione di impianti rinnovabili e una revisione del sistema di formazione del prezzo del gas, con uno sganciamento dal mercato olandese. Si propone quindi lo stop a nuove trivellazioni e a nuovi inceneritori.
Trasporti
Il M5s chiede un piano per “infrastrutture interconnesse e mobilità interzonale sicura”, “smart road” e “uso agevolato dei mezzi elettrici, a idrogeno e a combustibili alternativi originati da fonti rinnovabili”. Nonché una “riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra attraverso la riconversione del parco auto privato”, l’introduzione “del biglietto unico integrato” e l’istituzione di una “una cabina di regia per promuovere e sviluppare ‘l’economia del mare’, con la riorganizzazione del settore marittimo-portuale e il miglioramento del sistema di interconnessioni tra porti, reti stradali e ferroviarie”.
Clima e ambiente
Il Movimento 5 stelle propone il passaggio a un’economia rigenerativa, ovvero “un sistema non più fondato solo sulla crescita ma anche sulla rigenerazione sociale, del territorio, dei consumi”, e lo “stop a tecnologie obsolete per i rifiuti, con la realizzazione di impianti completamente compatibili con le richieste dell’Europa e non inquinanti, finalizzati a migliorare le prestazioni ambientali”. Nel programma figurano anche la promozione del vuoto a rendere e il completamento della carta geologica per mappare il territorio e prevenire i dissesti idrogeologici.
Il programma di Azione – Italia viva su clima, energia e ambiente
Il programma di Azione e Italia viva (Iv) prevede la costruzione di “due rigassificatori galleggianti che consentano l’importazione di gas naturale liquefatto in sostituzione di quello russo”. Quindi l’aumento della produzione di gas a livello nazionale e un tetto al prezzo su quello importato. Poi il rafforzamento della strategia sulle energie rinnovabili, ma anche lo sviluppo di un’industria nucleare in Italia, con la costruzione di reattori e centrali.
Un mix di fonti rinnovabili e nucleare è l'unica strada per raggiungere l'obiettivo "zero emissioni" entro il 2050. Basta alla politica dei "no" a tutto. Servono proposte concrete, non slogan che nascondono sotto la polvere le conseguenze delle scelte che non facciamo. pic.twitter.com/OE51g7u8Sr
“Generare tutta l’energia elettrica necessario al 2050 con sole tecnologie rinnovabili – ritengono i due partiti – richiederebbe impianti eolici e fotovoltaici, sistemi di accumulo di breve e lungo termine, reti elettriche e conseguente occupazione di suolo in misura almeno tripla rispetto a un mix ottimale con rinnovabili e nucleare. Inoltre, i costi del sistema elettrico sarebbero fino al 50 per cento più elevati”. “È inoltre – si legge nel documento – fondamentale scorporare il prezzo dell’energia prodotta da fonti rinnovabili da quello dell’energia da fonti fossili per ridurre il prezzo medio ed evitare che l’attuale crisi possa ripetersi, anche attraverso l’efficientamento del mercato energetico”.
Trasporti
Secondo i partiti di Carlo Calenda e Matteo Renzi, per ridurre le emissioni nel settore dei traporti “innanzitutto, è necessario ringiovanire il parco mezzi, ripristinando il super e iper-ammortamento al 130 per cento e 140 per cento, destinato alla progressiva sostituzione delle flotte con mezzi meno inquinanti per il trasporto merci. Per favorire il trasporto su ferro bisogna investire 8 miliardi di euro al fine di integrare le reti ferroviarie italiane nei corridoi europei: dovranno realizzarsi 5.100 chilometri di binari per consentire il transito dei treni merci più lunghi (750 metri)”.
Mentre per diminuire l’uso di mezzi privati inquinanti “bisognerà aumentare la costruzione annuale di metropolitane (da 14,2 a 20 chilometri) e di tramvie (da 16,9 a 25 chilometri) per un costo di 1 miliardo di euro l’anno; procedere con lo svecchiamento del parco autobus (5 miliardi in tre anni) e del parco treni (2 miliardi di euro); aumentare car sharing e bike sharing con incentivi mirati ad ammortizzare i costi di acquisto dei mezzi”.
Clima e ambiente
Azione e Italia viva puntano a “proseguire il percorso di decarbonizzazione, con l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 del 55 per cento rispetto al livello del 1990, possibilmente entro il 2030”. Oltre ad operare sul piano energetico, “è necessario intervenire nei settori che possono influire maggiormente sulla riduzione delle emissioni: trasporti (responsabili del 26,6 per cento delle emissioni totali), edilizia (che producono il 19,2 per cento delle emissioni totali) e foreste (sottraggono un decimo delle emissioni). In questo senso, il programma sottolinea che “la principale causa di emissioni nell’edilizia è il riscaldamento, che assorbe l’80 per cento dell’energia utilizzata dagli edifici. È quindi necessario aumentare il numero di case che utilizzano il teleriscaldamento (per una volumetria del 13 per cento), prolungando la rete di 900 chilometri entro il 2030”.
Si propone poi di contrastare l’abbandono delle aree boschive e approvare un piano per la gestione del dissesto idrogeologico. Per contrastare la crisi idrica, invece, si punta a “recuperare e realizzare nuovi invasi e bacini per trattenere le acque piovane”, a “ristrutturare la rete idrica italiana per ridurre le perdite (attualmente del 40 per cento)” e a “promuovere un piano per il riuso delle acque di depurazione”.
Sul tema dei rifiuti, i due partiti ritengono che “non si può pensare di volere un sistema a ‘rifiuti zero’ senza avere un termovalorizzatore. Autorevoli istituti di ricerca hanno stimato un fabbisogno di circa 70 nuovi impianti (termovalorizzatori, impianti di trattamento bio-meccanico, impianti di smaltimento, ecc..) da realizzare entro il 2035, per un valore di 10 miliardi di euro circa”. Si propone poi di “creare un sistema di premialità per i Comuni che riducono la quota di rifiuti non inviati a riciclaggio (riciclo, ndr)”.
Il programma di Forza Italia su clima, energia e ambiente
Anche Forza Italia propone investimenti “per supportare la realizzazione di impianti per le energie rinnovabili (energia eolica, solare, idroelettrica e pelagica, geotermica e bioenergia)”. Assieme alla “semplificazione per l’installazione di impianti fotovoltaici sugli edifici privati” e ad un “pianonazionale per dotare tutti gli edifici pubblici di impianti fotovoltaici e alleanza con mondo agricolo per installazione impianti fotovoltaici ed eolici”.
Solo così potremo porre fine ad una dipendenza dal #gasrusso e dalle fonti energetiche straniere che ci stanno dando evidenti problemi. pic.twitter.com/Mjs1fVg6vI
Al contempo, il partito di Silvio Berlusconi è favorevole al “mininucleare pulito di quarta generazione e alla ricerca sul nucleare pulito a fusione”. Nel programma figurano poi il “raddoppio della produzione di gas nazionale per compensare la netta riduzione delle importazioni dalla Russia. Differenziazione del mix energetico delle imprese per arrivare a una corretta neutralità energetica, attraverso il rafforzamento dei processi di transizione verde. Sostegno all’efficientamento energetico, favorendo l’installazione su tutto il territorio nazionale di impianti fotovoltaici ed eolici e rafforzando lo strumento delle comunità energetiche rinnovabili e dell’autoconsumo collettivo anche per le grandi aziende. Investimento di risorse nell’energia del futuro: idrogeno blu e verde, biocombustibili e biocarburanti, agroenergie, biometano, biomassa”.
Trasporti
Forza Italia propone il “miglioramento delle infrastrutture per trasporto e turismo al servizio del Mezzogiorno e di aree isolate, montane, insulari e costiere”. Nonché la “realizzazione dell’alta velocità ferroviaria lungo la dorsale adriatica e tirrenica” e un “massiccio cambio generazionale del parco dei veicoli pubblici e del settore produttivo favorendo l’utilizzo dei biocombustibili per il trasporto accanto alla mobilità elettrica, nel lungo periodo”.
Clima e ambiente
Nel programma di Forza Italia non sono presenti le parole “clima”, “riscaldamento globale”, “cambiamenti climatici”, “emissioni”, “gas ad effetto serra”. Si propone un piano per la lotta alla siccità, con la realizzazione di desalinizzatori e di invasi per l’acqua. Assieme ad interventi di “riqualificazione fluviale attraverso un piano di manutenzione mirato, efficiente ed efficace del reticolo idrografico”. Il partito propone poi incentivi “ai comuni e ai privati per la piantumazione di alberi, per la realizzazione di parchi nelle città (progetto bosco urbano) e per combattere il fenomeno della xylella che si sta estendendo anche al di fuori della Puglia (eradicazione e nuova piantumazione)”.
Il programma di Fratelli d’Italia su clima, energia e ambiente
Secondo Fratelli d’Italia il nostro paese deve “tornare ad avere un ruolo da protagonista in ambito energetico, promuovendo la sostenibilità ambientale e, al contempo, diminuendo i costi energetici per imprese, enti locali e famiglie”. A tal fine si propone il “contrasto alle speculazioni finanziarie sui costi delle materie prime e istituzione di un tetto europeo al prezzo del gas per contenere l’importo delle bollette energetiche”.
Le aziende devono essere in grado di tener vivo il motore produttivo per poter assumere.
Il programma parla poi di “creazione di nuovi gasdotti, a partire dal collegamento con la Spagna, e potenziamento di quelli esistenti. Diversificazione delle fonti energetiche attraverso la realizzazione di nuove infrastrutture strategiche, come i rigassificatori, e sfruttamento delle risorse presenti sul nostro territorio a partire dai giacimenti di gas”. Nonché investimenti nella “ricerca sul nucleare di ultima generazione”. E un “deciso aumento, in linea con gli obiettivi internazionali e del Pnrr, della produzione di energia da fonti rinnovabili sburocratizzando le procedure autorizzative e avviando il sistema delle comunità energetiche”. Infine, si parla di “creazione di una filiera produttiva italiana ed europea per le rinnovabili, le reti e gli accumuli, implementando la ricerca scientifica e tecnologica. Sviluppo di smart city per efficientare i consumi. Efficientamento energetico, a partire dal patrimonio immobiliare pubblico”.
Trasporti
Il partito di Giorgia Meloni punta a “realizzare un nuovo Piano nazionale per la mobilità, che sia di indirizzo per Regioni e aree metropolitane”, a “irrobustire la ‘Cura del ferro’ dando maggiore slancio all’ammodernamento di treni, ferrovie e stazioni”, a “estendere le reti ad alta velocità e alta capacità” e al “recupero del ritardo infrastrutturale del Sud”.
Si propone quindi di “potenziare il trasporto pubblico locale di linea, anche favorendo il ricambio ecologico del parco mezzi, e non di linea, attraverso una chiara distinzione tra i servizi taxi e Noleggio con conducente (Ncc) e una nuova disciplina sulle app tecnologiche operanti nel settore. Prevedere interventi destinati alle persone con disabilità, garantendo loro il diritto alla mobilità”. Ma al centro del piano c’è anche lo sviluppo del sistema aeroportuale.
Clima e ambiente
Il partito di destra propone poi di “investire nella ricerca, dando impulso all’agroindustriale, fondamentale per l’innovazione e per la tutela della biodiversità. Stimolare il coordinamento con le istituzioni europee per limitare l’esposizione alimentare del continente nei confronti del resto del mondo. Contrasto alla proliferazione delle specie faunistiche in esubero, che producono danni alla biodiversità e all’agricoltura. Eradicazione della peste suina e sostegno agli allevamenti colpiti”. Chiede quindi di “aggiornare e rendere operativo il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici”, e di “combattere la siccità e l’inquinamento delle nostre acque e, al contempo, ripulire fiumi e laghi. Salvare il mare e il litorale, proteggendoli dall’erosione costiera, bonificando coste e fondali da rifiuti ed ecomostri”.
Secondo Fratelli d’Italia occorre poi “giocare un ruolo attivo e propositivo nei prossimi mesi in Europa durante i negoziati del pacchetto Fit for 55, con l’obiettivo di difendere e tutelare gli interessi del sistema industriale e produttivo nazionale”. E ancora “piantare alberi per realizzare vere e proprie ‘cinture verdi’ nelle città e promuovere la creazione, o il rifacimento, di giardini, orti urbani, parchi, boschi e riserve naturali da dare in gestione alle associazioni e in adozione alle scuole”.
Il programma della Lega su clima, energia e ambiente
La Lega afferma nel suo programma di voler puntale sulle rinnovabili ma precisa che “occorre avere la consapevolezza però che fotovoltaico e eolico hanno dei limiti, non solo perché hanno una bassa densità energetica ma soprattutto perché sono tecnologie non programmabili che dipendono dalle condizioni meteo e dai cicli stagionali; pertanto, nel proseguire lo sviluppo delle rinnovabili occorre prestare sostegno e sviluppo anche alle altre tecnologie quali idroelettrico, geotermia e bioenergie”.
Il partito di Matteo Salvini ritiene inoltre il gas un’energia di transizione che dovrà continuare ad essere sfruttata fino al 2050. Ciò assieme allo sviluppo di un nuovo parco nucleare, basato anche su “nuovi reattori nucleari di piccola taglia basati su tecnologia a maggiore sicurezza intrinseca, che in virtù delle loro ridotte dimensioni, flessibilità e modularità garantiscono una migliore e più agevole localizzazione rispetto ai tradizionali impianti nucleari”. Il tutto assieme ad un processo di “elettrificazione dei consumi finali dall’attuale quota del 22 al 55 per cento entro il 2050”.
Ha ragione il capo della CISL: soldi subito a famiglie e imprese per pagare le bollette di luce e gas o si rischia una strage di lavoratori. pic.twitter.com/RmDFMDH4GH
Il programma prevede poi “una strategia nazionale dell’idrogeno che includa la ricerca e lo sviluppo di tecnologie indispensabili per utilizzare questo vettore energetico rinnovabile e multifunzionale, che miri a renderlo competitivo riducendone i costi di produzione”.
Trasporti
La Lega vuole investire nel porto di Civitavecchia, nella dorsale ferroviaria adriatica, nel collegamento ferroviario Milano-Ventimiglia, nei terminal di Busto Arsizio, Fernetti, Segrate, Santo Stefano di Magra, Pordenone e nel completamento del corridoio trans-europeo tra Berlino e Palermo con la realizzazione della continuità territoriale tra Sicilia e Calabria (il celebre, discusso e mai realizzato ponte sullo Stretto).
Si punta poi a rimandare il divieto di vendita di autoveicoli a benzina o diesel entro il 2035, “o almeno mitigare gli impatti sulla filiera produttiva e sul consumatore finale, attraverso incentivi specifici”, e a “sostenere la modernizzazione del sistema autostradale”. Il tutto assieme ad un piano per i trasporti aerei che comporti anche l’ammodernamento degli aeroporti e alla realizzazione “del primo spazioporto europeo già individuato sul sito dell’attuale aeroporto di Grottaglie”.
Clima e ambiente
La Lega chiede di “superare “il vecchio ‘ambientalismo’ ideologico, le politiche confuse e contraddittorie di chi vorrebbe fermare il progresso, innescare uno Stato di Polizia e portare il Paese verso la decrescita”. Il partito propone poi di “supportare i processi di decarbonizzazione dell’industria attraverso il sostegno pubblico alle riconversioni industriali che contemplino opere di ripristino ambientale e sostituiscano le fonti fossili con fonti rinnovabili”. E di “incentivare l’introduzione dell’idrogeno e dei bioliquidi nei processi industriali energivori”, assieme all’introduzione di un “fondo per la decarbonizzazione”.
In materia di animali, poi la Lega vuole la “piena applicazione e rafforzamento della normativa sulla prevenzione del randagismo e incentivazione della sterilizzazione di cani e gatti anche di proprietà, promuovendo il possesso responsabile degli animali attraverso campagne informative a livello nazionale”.
Un riassunto schematico delle principali proposte in materia di clima, ambiente ed energia è stato proposto dal think tank Ecco Climate, mentre una valutazione dei programmi è stata diffusa dall’Italian climate network. Tutti i programmi dei partiti sono disponibili su un sito internet dedicato alle elezioni del ministero degli Interni.
Negli ultimi mesi in Sardegna ci sono stati incendi e sabotaggi, molte fake news e spazi occupati, ma si è dato meno spazio alla vera questione: la democratizzazione degli impianti rinnovabili.
Finora se n’è parlato poco, ma se il referendum confermasse il taglio dei parlamentari, saremmo di fronte a qualcosa di unico nella storia della Repubblica Italiana.
La nuova legge elettorale un misto di maggioritario e proporzionale e invita alla creazione di coalizioni. Ecco come si vota il prossimo 4 marzo con il Rosatellum.