I risultati delle elezioni in Polonia mostrano un cambiamento di rotta rispetto agli ultimi otto anni, caratterizzati dalla rottura con l’Unione europea.
Stando agli exit poll delle elezioni in Polonia, il partito nazionalista di destra Diritto e giustizia è il più votato ma non ha i numeri per governare.
Si intravede quindi un deciso cambio di rotta, con un riavvicinamento all’Unione europea dopo anni di tensioni.
Aggiornamento del 17 ottobre: I risultati definitivi, resi noti nella mattinata di martedì dalla Commissione nazionale elettorale polacca, confermano sostanzialmente quanto emerso dagli exit poll. Diritto e giustizia resta il primo partito con il 35,4 per cento dei voti, seguito da Coalizione civica a quota 30,7 per cento, Terza via al 14,4 per cento, dalla coalizione di sinistra all’8,6 per cento e da Confederazione al 7,2 per cento. L’affluenza si attesta sul 74,4 per cento. Se dunque Coalizione civica, Terza via e la Sinistra decideranno di allearsi, raggiungeranno una maggioranza pari a 248 seggi.
Stando agli exit poll, l’opposizione uscirà vincitrice dalle elezioni generali in Polonia. Se i risultati saranno confermati, sarà un radicale cambiamento di rotta. Per la Polonia, e non solo. Da anni, infatti, si assiste a un muro contro muro tra il partito Diritto e giustizia (PiS), saldamente al governo dal 2015 con la sua linea politica di destra e nazionalista, e le istituzioni dell’Unione europea che temono la deriva autoritaria del paese.
Elezioni in Polonia, cosa dicono gli exit poll
Gli exit poll pubblicati da Ipsos alle 21 di domenica 15 ottobre, al termine delle operazioni di voto, danno Diritto e giustizia al 36,8 per cento dei voti, seguito da Coalizione civica, il partito di centro guidato dall’ex-presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, al 31,6 per cento. La formazione di centrodestra Terza via è data al 13 per cento, un risultato ritenuto sorprendente. Delude invece la coalizione di estrema destra Confederazione, ferma (sempre secondo gli exit poll) al 6,2 per cento. Il blocco Nuova sinistra avrebbe incassato invece l’8,6 per cento dei voti. Si tratta ancora di sondaggi, il cui margine di errore è stimato attorno al 2 per cento. Altissima l’affluenza, data al 73 per cento; nel 2019 non aveva raggiunto il 46 per cento.
Tecnicamente dunque Diritto e giustizia ha incassato la maggioranza dei voti, ma con un netto crollo rispetto al 43,6 per cento del 2019. Oltretutto, questi dati non sono comunque sufficienti per governare. La camera bassa del parlamento polacco infatti ha 460 seggi, assegnati con un sistema proporzionale e una soglia di sbarramento al 5 per cento (che sale all’8 per cento per le coalizioni). Messi insieme, i tre principali partiti di opposizione (Coalizione civica, Terza via e Nuova sinistra) ne otterrebbero 248. Diritto e giustizia e Confederazione, invece, arriverebbero a 212. Bisognerà però capire come si muoverà il presidente Andrzej Duda, a cui spetta il compito di nominare il primo ministro, e come si formeranno le coalizioni.
En Pologne, l’opposition pro-européenne revendique la victoire aux législatives face aux populistes du PiS actuellement au pouvoir https://t.co/zyCdyU29mH
Cosa significano queste elezioni per l’Unione europea
“Non sono mai stato così felice nella mia vita come per questo presunto secondo posto. La Polonia ha vinto, la democrazia ha vinto. Li abbiamo rimossi dal potere”. Sono le parole – riportate da Politico – di Donald Tusk, co-fondatore e leader di Coalizione civica. Tusk era già stato primo ministro della Polonia dal 2007 al 2014; dopodiché è stato presidente del Consiglio europeo tra il 2014 e il 2019, per poi tornare a occuparsi della politica interna del proprio paese di origine.
Se i risultati delle elezioni in Polonia confermeranno la vittoria di fatto di una figura come quella di Tusk, dichiaratamente europeista, il segnale di cambiamento sarà forte. Tant’è che anche le istituzioni dell’Unione europea, pur non potendo interferire con le elezioni di uno stato membro, attendevano con grande trepidazione questo appuntamento. Insieme all’Ungheria, infatti, la Polonia è più volte arrivata allo scontro con l’Unione, soprattutto per le decisioni controverse prese dal governo di Diritto e giustizia in materia di democrazia e diritti civili. Decisioni come il divieto pressoché totale di aborto, l’istituzione di aree “libere dall’ideologia Lgbt+”, le riforme elettorali ritenute strumentali e discriminanti.
Diverse le procedure di infrazione aperte dalla Commissione europea nel corso degli anni; anche i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza sono rimasti bloccati per mesi, fino a quando – a luglio 2022 – il governo ha acconsentito a includere alcune riforme al proprio sistema giudiziario. Coalizione civica ha promesso in campagna elettorale di chiudere questo capitolo e riavvicinarsi all’Unione. Ma è lecito attendersi che il suo spazio di manovra sarà limitato, visto il peso ancora notevole di Diritto e giustizia nel nuovo parlamento.
Articolo pubblicato il 16 ottobre 2023 con i dati degli exit poll e aggiornato il 17 ottobre 2023 con i risultati definitivi.
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