Alle prime elezioni presidenziali dalla bancarotta del 2022, il candidato di sinistra e alfiere della lotta alla corruzione si è imposto al termine di un laborioso riconteggio.
Anura Kumara Dissanayake è il nuovo presidente dello Sri Lanka. Il candidato e leader della coalizione di sinistra Potere popolare nazionale ha prevalso in una tornata elettorale estremamente combattuta, che con ogni probabilità determinerà una sostanziale trasformazione della politica nazionale. Le elezioni in Sri Lanka tenutesi sabato 21 settembre sono le prime dalla bancarotta del 2022, che aveva costretto alla fuga l’allora presidente Gotabaya Rajapaksa e gettato il Paese in un terremoto socio-politico dalle pesanti conseguenze.
La Commissione elettorale nazionale ha comunicato che Dissanayake, 55 anni, ha collezionato più del 42 per cento dei voti, staccando di circa 20 punti il candidato del Partito del popolo unito e capo dei partiti di opposizione Sajith Premadasa, che si è fermato a poco più del 32 per cento. Il presidente uscente, Ranil Wickremesinghe, si è posizionato terzo con circa il 17 per cento dei voti. Wickremesinghe era subentrato ad interim nel 2022, quando estese e violente proteste antigovernative avevano portato alle dimissioni del presidente Gotabaya Rajapaksa e di suo fratello, il primo ministro Mahinda Rajapaksa. I manifestanti – che avevano assaltato il palazzo presidenziale – li accusavano di aver alimentato la grave crisi economica del Paese con un radicato sistema di corruzione e nepotismo. Negli ultimi anni Wickremesinghe ha cercato di stabilizzare le precarie condizioni dell’economia singalese, finendo con il prendere scelte impopolari.
La vittoria di Dissanayake è arrivata al termine di un laborioso riconteggio, dovuto al fatto che nessuno dei candidati ha raggiunto il 50 per cento dei voti che costituisce la soglia minima per un’elezione diretta secondo la legge elettorale singalese. In casi simili, le regole nazionali prevedono che si conteggino la seconda e la terza preferenza che gli elettori possono esprimere sulla scheda elettorale: Dissanayake, che già godeva di un certo vantaggio dopo il primo conteggio, è risultato il più votato anche guardando le altre preferenze. Si tratta di un’operazione storica perché, benché prevista nel sistema elettorale nazionale, non ce n’era mai stata la necessità.
A causa della situazione delicata che ha accompagnato le condizioni economiche dello Sri Lanka dalla bancarotta del 2022 in poi, le elezioni in Sri Lanka erano considerate un referendum sull’operato del presidente uscente Wickremesinghe. Pur avendo stabilizzato i principali indicatori economici, Wickremesinghe non è riuscito a migliorare il benessere della popolazione, che continua a lamentare il peso dell’inflazione e il sostanziale immobilismo degli stipendi: una situazione che ha portato molte persone a emigrare. A far leva su queste necessità è stato proprio Dissanayake, che in campagna elettorale ha promesso di rilanciare il settore manifatturiero, quello tecnologico e l’agricoltura. Ma, soprattutto, Dissanayake si è presentato ai singalesi come il candidato anticorruzione, difensore dei diritti del popolo e immagine di un governo trasparente.
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