Alle primarie in New Hampshire l’ex presidente Trump si è imposto con oltre il 50 per cento dei voti, ipotecando la nomination repubblicana alla Casa Bianca. Sconfitta Nikki Haley, che però ha detto che non si ritirerà.
Nikki Haley non ha fermato la valanga Donald Trump, che con la vittoria alle primarie in New Hampshire inizia seriamente ad ipotecare la nomination repubblicana alla Casa Bianca. L’ex presidente ha prevalso con oltre il 50 per cento dei voti sulla rivale ed ex ambasciatrice degli Stati Uniti alle Nazioni Unite Nikki Haley, che aveva puntato molto sull’elettorato atipico del piccolo stato del nordest. Ma per Haley, che si presentava come l’alternativa moderata nel Partito repubblicano e unica avversaria di Trump dopo il passo indietro del governatore della Florida Ron DeSantis, c’è stato poco da fare. Per l’ex presidente si tratta di un bis, arrivato a pochi giorni di distanza dalla vittoria in Iowa, dove anche in quel caso Trump aveva superato il 50 per cento dei consensi con oltre 30 punti di vantaggio sugli inseguitori. Segno che Trump non ha bisogno di particolari strategie per convincere il proprio elettorato: “Trump è un marchio, e il suo marchio sta vincendo”, aveva riferito lo stratega repubblicano locale Matthew Bartlett alla Bbc alla vigilia del voto.
Il “laboratorio” New Hampshire
Il New Hampshire mantiene una storia politica meno prevedibile e schierata, frutto delle caratteristiche peculiari dello stato. La popolazione del New Hampshire è una delle più istruite del paese e tra le meno religiose. Lo stato è caratterizzato da una forte propensione alla partecipazione e all’insofferenza verso politiche restringenti dal punto di vista delle libertà individuali. Inoltre, le regole delle primarie in New Hampshire consentono agli elettori non affiliati a nessun partito di partecipare alle votazioni. Anche per questo i candidati sostenuti da Trump hanno avuto vita molto difficile negli ultimi anni. Tutti questi elementi hanno contribuito a rendere il New Hampshire uno stato a sé dal punto di vista politico, quasi un laboratorio dal quale, negli anni, sono provenuti spunti interessanti e meno prevedibili.
ll panorama elettorale del New Hampshire è più difficilmente inquadrabile rispetto a quanto suggerirebbero le sue caratteristiche socioeconomiche. Come ha scritto il giornalista Alessio Marchionna su Internazionale: “Se valutassimo secondo due delle “regole” della politica nazionale – le città tendono a votare a sinistra e le aree rurali a destra; i bianchi tendono a preferire il Partito repubblicano – penseremmo che il New Hampshire sia uno stato solidamente conservatore. In realtà non è così: ha votato per i candidati presidenziali repubblicani per gran parte del secolo scorso, ma poi si è avvicinato molto ai democratici, che dal 1992 hanno vinto sette volte su otto.
Il consenso per Haley è una dichiarazione anti-Trump
Da tempo ci si interroga su dove convergerà il consenso di Haley, che rappresenta il volto moderato dei repubblicani in opposizione agli strappi estremi e populistici di Trump, in caso di ritirata dalle primarie o di mancato successo alla nomintion repubblicana, che oggi sembra essere saldamente in mano a Trump. Secondo alcuni osservatori, molto del consenso ottenuto da Haley in New Hampshire sarebbe da interpretare più come un tentativo di assestare un colpo a Trump che di supportare la leadership di Haley in vista della nomination.
A votare per Haley anche molti elettori non registrati fra i repubblicani
Interssante notare come il risultato di Haley abbia beneficiato soprattutto del voto degli elettori non registrati al Partito repubblicano – circail 70 per cento dei voti ottenuti dalla candidata – che in base alla legge elettorale dello stato possono partecipare alle primarie. Questo perché su Haley si è concentrata buona parte del voto anti-Trump e tradizionalmente repubblicano.
Trump ottiene altri 11 delegati, Haley 7
Le primarie in New Hampshire hanno messo in palio 22 delegati in vista della Convention repubblicana di luglio, ripartiti in maniera proporzionale in base ai risultati elettorali. Trump ne ha ottenuti 11 – arrivando a 31 totali- , mentre Haley se ne è assicurati 7 -16 in totale. Per vincere le primarie sarà necessario assicurarsi almeno 1.215 delegati totali sui 2.429 disponibili.
Nikki Haley sconfitta, ma annuncia che non si ritirerà
Nikki Haley, unica avversaria che ha ridotto il distacco abissale di qualche giorno prima in Iowa senza tuttavia riuscire a contendere la leadership a Trump, ha deciso di non ritirarsi. All’arrivo dei risultati, Haley si è congratulata con l’ex presidente e gli ha dato appuntamento il prossimo 24 febbraio alle primarie del South Carolina, di cui Haley è stata governatrice.
Donald Trump ha vinto le primarie repubblicane in New Hampshire
L’ex presidente Trump ha prevalso con il 54,5 per cento dei voti – secondo quanto riporta Associated Press -sulla rivale ed ex ambasciatrice degli Stati Uniti alle Nazioni Unite Nikki Haley, fermatasi al 43, 2 per cento. Haley aveva puntato molto sull’elettorato atipico del piccolo stato del nordest. “A novembre avremo delle elezioni grandiose e rivolteremo questo paese“, è stato il commento dell’ex presidente dopo la resa pubblica dei risultati.
Il villaggio di Dixville Notch si riconferma il primo dello stato a votare alle primarie
L’orario del voto in New Hampshire è a discrezione delle singole località e dei seggi. Per questo nel minuscolo miuscolo villaggio di Dixville Notch, si è già votato e qui, Haley ha fatto cappotto: 6 voti a 0 contro Trump. Dixville Notch sorge a 30 chilometri dal confine canadese e ha una popolazione di appena 12 abitanti. Tradizionalmente vota allo scoccare della mezzanottte per preservare il titolo di “primo seggio dello stato” o “first in the nation”.
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