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Entrambi i candidati alla presidenza del Venezuela si dichiarano vincitori, ma l’opposizione vuole evitare scontri e violenze di piazza.
Nonostante le autorità del Venezuela abbiano annunciato la vittoria del presidente in carica Nicolás Maduro alle elezioni presidenziali che si sono tenute domenica 28 luglio, entrambi i contendenti hanno rivendicato la vittoria. Lo sfidante del socialista Maduro era Edmundo González il quale ha denunciato brogli e tattiche scorrette sia durante le pratiche di voto che a urne chiuse, mentre era in corso lo spoglio delle schede. Maduro – al potere dal 2013 dopo la morte di Hugo Chávez – avrebbe vinto con il 51 per cento dei voti secondo i dati ufficiali, nonostante i sondaggi lo dessero in svantaggio. Ora potrà governare per altri sei anni. González, invece, avrebbe portato a casa solo il 44 per cento dei consensi, ma l’opposizione ha più volte affermato di avere “motivi per festeggiare” la vittoria del suo candidato.
María Corina Machado, vera leader della Piattaforma unitaria, la coalizione d’opposizione composta da partiti che hanno deciso di unire le forze pur di sconfiggere Maduro, ha dichiarato che González avrebbe vinto con il 70 per cento dei voti, secondo quanto riportato da numerosi sondaggi indipendenti: “Il Venezuela ha un nuovo presidente eletto ed è Edmundo González. Abbiamo vinto e tutto il mondo lo sa”, ha affermato in una conferenza stampa congiunta. Tra i sondaggi a cui Machado fa riferimento, c’è quello di Edison Research che aveva previsto una vittoria dell’opposizione con il 65 per cento dei voti. Tra l’altro Machado non ha potuto candidarsi in prima persona per di un divieto a ricoprire cariche pubbliche che l’ha costretta a passare il testimone a González, ex diplomatico di 74 anni, noto per essere un politico calmo e poco incline allo scontro.
Dal canto suo, Maduro ha dichiarato che la sua è la vittoria della pace e della stabilità del Venezuela sostenendo che sia la campagna elettorale che il processo di voto sarebbero stati trasparenti. Tutto questo mentre fuochi d’artificio e droni coloravano il cielo e la notte sopra il palazzo presidenziale, nella capitale Caracas.
Anche gli Stati Uniti d’America sono intervenuti attraverso le parole del segretario di stato Antony Blinken. Blinken si è congratulato con i venezuelani per essere andati in massa a votare per decidere il destino del loro paese, ma ha anche aggiunto che Washington è preoccupata dal fatto che “il risultato non rifletta la volontà o il voto del popolo venezuelano” chiedendo alla commissione elettorale di rendere pubblici i risultati del voto.
Secondo quanto riportato da Reuters, infatti, ci sarebbero state code fuori dai seggi per votare fin dalle prime ore del mattino di domenica. Code causate anche da un ritardo, in alcune località, dell’orario di apertura. Le autorità, dal canto loro, affermano che l’affluenza è stata quasi del 60 per cento e che l’annuncio della vittoria di Maduro è arrivata all’80 per cento dei voti scrutinati.
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