Dal mischiglio della Basilicata alla zucca malon del Friuli al cappero di Selargius, in Sardegna: i presìdi Slow Food che valorizzano prodotti dimenticati, ma di fondamentale valore per la biodiversità, il territorio e le comunità.
Vino rosso: elisir di lunga vita
Si sa da sempre, fin dall’antichità, da Ippocrate a Plinio il Vecchio, da Paracelso a Pasteur: il succo rosso donato da Dioniso agli uomini ha qualità corroboranti, benefiche, ricostituenti. Poi l’occhio della scienza cominciò a indagare. Per esempio, da qualche lustro gli epidemiologi si erano accorti del “paradosso francese”: nonostante una dieta con massicce daily
Si sa da sempre, fin dall’antichità, da Ippocrate a Plinio il Vecchio, da Paracelso a Pasteur: il succo rosso donato da Dioniso agli uomini ha qualità corroboranti, benefiche, ricostituenti. Poi l’occhio della scienza cominciò a indagare.
Per esempio, da qualche lustro gli epidemiologi si erano accorti del “paradosso francese”: nonostante una dieta con massicce daily intake di grassi animali (panna, burro, paté…), in Francia l’incidenza di malattie cardiovascolari è relativamente bassa. L’ipotesi è che la buona salute dei francesi sia dovuta anche al bicchiere di vino rosso che a pranzo non si fanno mai mancare. Sono stati identificati diversi principi attivi benefici: il rosso nettare è ricco di antiossidanti naturali (flavonoidi, polifenoli, procianidine) che proteggono dai radicali liberi (cioè dall’invecchiamento cellulare), abbassano il colesterolo “cattivo” (LDL) favorendo quello buono (HDL), migliorano l’elasticità delle arterie. È ricco di antocianine (che dànno il colore rubino), antisettiche e battericide.
Ha essenze nutritive, preziosi oligoelementi, enzimi e acido salicilico. I tannini poi svolgono addirittura un’azione antiveleno e di contrasto agli alcaloidi (come la caffeina). Qualche anno fa,q l’autorevole rivista Nature (n.414, 863-864, 2001) pubblicava una ricerca guidata da Roger Corder i cui risultati hanno fatto il giro del mondo: il vino rosso inibisce la sintesi dell’endotelina-1, responsabile dell’indurimento delle arterie e colpevole dell’aterosclerosi coronarica – e quindi può prevenire le malattie cardiache. L’ultimissima ricerca, or ora pubblicata dal “British Journal of Cancer”, è ancor più… inebriante. Una sostanza che si trova naturalmente nel vino rosso, nei grappoli d’uva, aiuta a prevenire il cancro.
La molecola – il resveratrolo – è prodotta dalle viti come autodifesa: un fungicida naturale. Ma i ricercatori hanno scoperto che nell’organismo umano si converte in una sostanza che riduce l’aggressività delle cellule tumorali e ne blocca la proliferazione, agendo selettivamente! Le proprietà antiossidanti, ossigenanti per gli enzimi “buoni” e antinfiammatorie del resveratrolo erano note. Ma per la prima volta si è fatta luce in profondità sui meccanismi con cui agisce. “Dobbiamo imparare dalla natura, questo solo può aiutarci nel nostro lavoro di ricerca di cure contro il cancro” ha ammesso il professor Gerry Potter, leader del team della Leicester De Montfort University. C’è di più. I ricercatori hannno rilevato che “il resveratrolo si trova in più alte concentrazioni proprio in quelle piante non trattate con fungicidi artificali e pesticidi”. Cioè quelle provenienti dall’agricoltura organica.
Insomma, fa proprio bene un bicchiere (o due, al massimo) di vino. Che sia rosso: le più interessanti sostanze terapeutiche si trovano nelle parti solide del grappolo (gambi, bucce e acini) che macerano nel succo solo nel processo di vinificazione del rosso (non così i vini bianchi e rosé). E biologico: le piante non trattate con pesticidi sono più ricche di elementi benefici. Alla nostra salute.
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