Un gruppo di studenti universitari ha raggiunto la città di Kaifeng l’8 novembre dopo cinque ore di viaggio in sella a biciclette in sharing
Esserci e garantire a tutti il diritto alla cura. Cosa significa sostenere Emergency
10 milioni di persone vittime di guerra, mine antiuomo e povertà sono state curate da Emergency in 18 paesi del mondo. Sostenere l’organizzazione vuol dire questo: esserci e combattere perché le cure gratuite e di qualità siano garantite a ogni essere umano.
“Tra la quarta e la quinta superiore ho deciso di fare un mese di volontariato in Sierra Leone, in una cittadina a Nord del Paese. Non ero ancora una volontaria Emergency, ma è in quel viaggio che ho visto in faccia l’ingiustizia ed è dopo quel viaggio che ho deciso di dare il mio contributo a questa organizzazione”.
Ada va in Sierra Leone, a Lunsar, nel 2014, poco prima che scoppi l’epidemia di ebola. Qui incontra un bambino che ha bisogno di una trasfusione di sangue e un padre che non ha i soldi per pagare quella trasfusione. Ada scopre di avere lo stesso gruppo sanguigno e decide, così, di affrontare la sua paura degli aghi e donare lei il sangue. Tuttavia, gli aghi in dotazione all’ospedale sono troppo grandi per una trasfusione e le sue vene troppo sottili. Dopo vari tentativi, e il nulla di fatto, Ada e il suo gruppo decidono di comprare la sacca di sangue che ha permesso a quel bambino di continuare a vivere. C’è una domanda che, però, continua a ronzare nella testa e nel cuore di Ada: “E se noi non ci fossimo stati?“.
Leggi anche: Afghanistan. Nel centro di maternità fatto da donne, per le donne, oltre il pregiudizio
Cosa significa sostenere Emergency
Fare la tessera e sostenere Emergency significa questo. Significa esserci e garantire il diritto alla cura a tutti, senza discriminazioni. “Inutile fare troppi giri di parole, per poter fare quello che fa, Emergency ha bisogno di fondi. Così se io facessi il mio piccolo, tu il tuo, se ognuno di noi donasse il suo piccolo contributo, insieme, riusciremmo a fare la differenza”. Sono le parole di Angelo, giovane studente di medicina e, come Ada, volontario Emergency del gruppo Università. Parole disarmanti nella loro semplicità. Parole che racchiudono perfettamente il lavoro di Emergency, che dal 1994 offre cure gratuite e di qualità alle vittime della guerra, delle mine antiuomo e della povertà.
In 25 anni Emergency ha curato più di 10 milioni di persone in 18 paesi differenti, grazie ai medici, agli infermieri, ai volontari, a tutto lo staff nazionale ed internazionale, ai donatori grandi e piccoli, perché ognuno di loro ha dato il suo piccolo grande contributo, combattendo affinché il diritto a cure gratuite e di qualità fosse garantito a ogni essere umano.
Esserci, per Emergency, significa anche portare dei sorrisi in quei luoghi dove sono ancora visibili i segni del terremoto e la normalità della vita quotidiana tarda a ritornare. Infatti, dal 2017 Emergency è presente anche nelle zone del centro Italia colpite dal sisma, per portare assistenza infermieristica e psicologica a chi ne ha bisogno, in un momento in cui le strutture sanitarie sono in difficoltà.
Leggi anche: La cura come pratica sociale. Così le cliniche mobili di Emergency arrivano nelle zone più vulnerabili d’Italia
Guerre, terremoti, povertà
Quest’estate, Valeria, volontaria del gruppo Università di Pisa, si è cimentata da vicino nel programma Italia, partecipando alla prima edizione dei campi estivi: “Il primo giorno è stato emotivamente straziante. Abbiamo fatto un giro nei paesi colpiti dal terremoto e io sono ammutolita davanti alla devastazione, a quel silenzio totale che avvolge ogni cosa, allo stato di abbandono, alle case venute giù e a quelle che stavano ancora su ma con crepe enormi”.
I campi estivi, così come il Ludovan, un camper allestito ad hoc attivo dall’anno scorso, sono progetti attivati nelle province colpite dal sisma al fine di proporre attività ludiche e ricreative, per offrire momenti di svago, aggregazione e ascolto in luoghi difficili. Così Valeria ricorda i bambini che l’aspettavano per iniziare a giocare: “Avevo davanti il passaggio de Il piccolo principe in cui la volpe gli dice di tornare sempre alla stessa ora e gli spiega cosa sono i riti: è quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un’ora dalle altre ore. E noi eravamo lì a rendere quei pomeriggi diversi dagli altri pomeriggi”.
Dalla parte dei diritti, sempre
Ada, Angelo e Valeria sono tre persone diverse che in tre modi diversi hanno scelto di stare dalla parte dei diritti, contribuendo, con il loro piccolo grande aiuto, a costruire una cultura della pace.
Leggi anche: Forniamo cure gratuite in ospedali sostenibili, perché la nostra presenza diventi inutile
Sabato 5 e domenica 6 ottobre, in occasione della Campagna Tessera 2020, potrai scegliere di stare anche tu dalla parte dei diritti umani. I volontari di Emergency ti aspettano in numerose piazze italiane per raccontarti come potrai sostenere il nostro lavoro che, fino a oggi, ci ha permesso di curare oltre 10 milioni di persone. I fondi raccolti andranno a sostegno degli ospedali e dei centri sanitari di Emergency in Afghanistan, Iraq, Sierra Leone, Sudan, Uganda e Italia.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Numerosi eventi e artisti internazionali animeranno Milano, dove Emergency è nata 25 anni fa con l’obiettivo di garantire cure gratuite alle vittime delle guerre, delle mine e della povertà. Ad oggi, l’ong ha curato 10 milioni di persone.
Nelle foto di Giulio Piscitelli, in mostra a Milano in occasione dei 25 anni di Emergency, c’è la forza delle vittime. E sono un atto di accusa contro una guerra troppo lunga e normalizzata, “come un oggetto estraneo nel corpo bellissimo di un Paese senza pace”.
Profilazione razziale, xenofobia nel dibattito politico e omofobia nel report dell’Ecri. Tra le sue richieste c’è quella di rendere indipendente l’Unar.
Più di cento calciatrici hanno inviato una lettera alla Fifa per chiedere di interrompere la sponsorizzazione con la Saudi Aramco
Da questo autunno 7.000 nuovi studenti di San Diego sosterranno corsi che includono una quota di tematiche riservate al clima.
Dopo la non convalida dei trattenimenti dei 12 migranti di Egitto e Bangladesh, l’elenco dei Paesi sicuri viene definito per legge.
La “liana delle anime” è un decotto della medicina indigena dell’Amazzonia che può alterare lo stato psichico di chi la assume, e per questo affascina milioni di persone nel mondo.
Tra le 1.757 barche iscritte alla Barcolana di Trieste, la regata più partecipata del mondo, ce n’era una che gareggiava per Emergency.