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Emirati Arabi Uniti: chi sono
I primi a dare un’impressione lontanamente unitaria furono i Persiani nel 200 a.C. e poi quando, in seguito alla predicazione del Profeta Muhammed, l’invio di corrieri in tutte le tribù, con l’esplicito scopo di unire i popoli arabi sotto un unico credo, delineò una situazione che è simile a quella attuale. Già a quel tempo
I primi a dare un’impressione lontanamente unitaria furono i
Persiani nel 200 a.C. e poi quando, in seguito alla predicazione
del Profeta Muhammed, l’invio di corrieri in tutte le tribù,
con l’esplicito scopo di unire i popoli arabi sotto un unico credo,
delineò una situazione che è simile a quella
attuale.
Già a quel tempo il commercio lungo le vie carovaniere era
la principale fonte di sostentamento, e i vari emirati si
combattevano a vicenda. Ancor oggi alcune zone sono un paradiso del
contrabbando, per esempio con l’Iran, si importano jeans e
videoregistratori e si esportano caviale e tappeti, le diatribe fra
i vari gruppi si sono perpetuate con costanza attraverso i
secoli.
Per cercare di risolvere la situazione furono gli inglesi ad
istituire sulla zona un protettorato, che si risolse in un Trattato
generale di pace nel 1919.
Nel 1945-47 una grande guerra per il possesso dei neo-scoperti
giacimenti petroliferi che creò una grande confusione sui
confini, che dovettero essere ridefiniti dagli inglesi; per fare
ciò fu necessario che un diplomatico inglese percorresse a
dorso di cammello montagne e deserti, chiedendo ai vari capi
tribù e dei villaggi a quale sceicco dovevano
fedeltà.
Nel 1968 l’Inghilterra annunciò che tre anni dopo avrebbe
lasciato il golfo, il 30 Marzo 1968, venne realizzata una
federazione che ebbe, però, breve durata.
Nel 1971 ecco una costituzione provvisoria per gli Emirati Arabi
Uniti che comprendevano Abu Dhabi, Dubai, Sharjah, Ras al-Khaimah,
Umm Al Quwain, Ajman e Fujairah, ufficialmente avrebbe dovuto
durare 5 anni, ma, di fatto, è ancora oggi in vigore.
I piccoli emirati avevano bisogno della federazione per
sopravvivere e anche oggi è una necessità, ecco
perché hanno accettato di assegnare più potere ad Abu
Dhabi e Dubai che hanno 8 membri a testa nel Consiglio Federale
Nazionale, contro i 6 di Sharjah e Ras al-khaimah e i 4 degli
altri.
I principi religiosi e civili sui quali si basa il consiglio degli
emirati, sono un miscuglio fra i codici tradizionali del deserto e
il Corano; le attività presenti oltre alla scoperta del
petrolio sono ripartite: il 70% è attività costiera,
pesca delle perle, costruzione navi, il 15% allevamento e
agricoltura, mentre il 20% sono ancora beduini e semi nomadi.
Per un’idea dell’orientamento nazionale nella politica
internazionale, escludendo i complicatissimi rapporti che li legano
al commercio di petrolio mondiale, basti sapere che nel1990-1991
durante l’invasione del Kuwait, gli emirati fornirono truppe alla
coalizzazione anti irachena.
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