Finanza climatica, carbon credit, gender, mitigazione. La Cop29 si è chiusa risultati difficilmente catalogabili in maniera netta come positivi o negativi.
Le emissioni dei sistemi alimentari e le “false” soluzioni della Cop27 che preoccupano gli esperti
Il Guardian racconta il punto di vista di ong e ambientalisti preoccupati per il prevalere degli interessi delle lobby sulla necessità di ridurre realmente le emissioni del cibo.
- Le emissioni dei sistemi alimentari vanno diminuite per contenere il riscaldamento globale e le sue conseguenze.
- Secondo gli esperti, però, la Cop27 è stata dominata dagli interessi delle lobby e dalle loro “false” soluzioni che mirano al profitto e non al bene del Pianeta e delle persone.
- Il Guardian racconta le preoccupazioni di ong e ambientalisti.
Insicurezza alimentare, perdita di diversità, aumento dei prezzi: buona parte del dibattito della Cop27, tenutasi lo scorso mese in Egitto, è stato incentrato sul cibo e sulla problematiche che riguardano la disponibilità, la produzione e la distribuzione degli alimenti, molte delle quali legate ai cambiamenti climatici.
I sistemi alimentari producono un terzo delle emissioni di gas serra di origine antropica, ma mentre tutti concordano sulla necessità di intervenire per ridurre questa quantità, le molteplici soluzioni messe in campo, invece, non convincono tutti. Come spiega un approfondimento del Guardian, secondo le ong e gli attivisti ambientali il vertice è stato dominato dagli interessi delle multinazionali dell’agroindustria e dalle loro “false” soluzioni per ridurre l’impronta ecologica del cibo.
Le controverse soluzioni della Cop27 alle emissioni dei sistemi alimentari
In particolare, gli esperti interpellati dal Guardian, hanno espresso preoccupazioni relativamente all’ascesa dell’agricoltura climate-smart, una parola che riassume una serie di soluzioni tecnologiche come robotica, intelligenza artificiale, carne coltivata in laboratorio e agricoltura di precisione, inclusi droni, Gps e tecnologie di irrigazione a goccia) sulle quali si sta investendo molto ma che in realtà in molti casi nasconderebbero un “rebranding” di pratiche dannose per l’agricoltura.
A preoccupare gli esperti è anche l’approccio con cui è stato affrontato il problema delle emissioni di metano negli allevamenti, orientato più a modificare la dieta delle mucche per diminuire le loro “flatulenze” invece che a promuovere una riduzione del consumo di carne nell’alimentazione umana. I mangimi innovativi a base di inibitori enzimatici che tanto hanno entusiasmato i colossi della carne e dei derivati animali, secondo gli ambientalisti non farebbero altro che portare a un aumento della produzione di carne invece che a una diminuzione. Inoltre, sono ancora sconosciuti i rischi e i benefici del loro utilizzo.
Fertilizzanti sintetici e agricoltura industriale a discapito dei piccoli agricoltori
Terzo punto che allarma gli esperti è la necessità espressa alla Cop27 di aumentare l’accesso e la disponibilità di fertilizzanti in nome della produttività e come risposta all’insicurezza alimentare. La diffusione dei fertilizzanti chimici azotati ha comportato un costo enorme per l’ambiente, il clima e la salute umana e animale – queste sostanze sono responsabili del 2 per cento delle emissioni di gas serra globali -, eppure durante la Cop27 non si è parlato di ridurli e nemmeno degli studi che dimostrano come non servano ad aumentare la produttività; al contrario, si sono spese solo parole (e soldi) su come utilizzarli in modo più efficiente.
Dal vertice è emerso infine come solo l’agricoltura industriale possa sfamare il mondo con una popolazione in crescita ma, fanno notare alcuni, la verità è che sono i piccoli produttori, con accesso a solo il 12 per cento dei terreni agricoli mondiali, a fornire oltre un terzo del cibo mondiale. A loro, invece, così come alle soluzioni agroecologiche che rispettano l’ambiente e la salute – sottolineano gli esperti – è stato concesso poco e nulla in termini di riconoscimenti e sussidi.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Approvato il testo sulla finanza climatica. Al sud del mondo la promessa di 300 miliardi di dollari all’anno: molto meno del necessario.
Mentre i negoziati alla Cop29 di Baku sono sempre più difficili, i paesi poveri e le piccole nazioni insulari sospendono le trattative.
Pubblicati i nuovi testi alla Cop29 di Baku. C’è la cifra di 1.300 miliardi di dollari, ma con un linguaggio molto vago e quindi debole.
Come costruire un nuovo multilateralismo climatico? Secondo Mark Watts, alla guida di C40, la risposta è nelle città e nel loro modo di far rete.
Pubblicate nella notte le nuove bozze di lavoro alla Cop29 di Baku, compresa quella sulla finanza climatica. Strada ancora in salita.
Si parla tanto di finanza climatica, di numeri, di cifre. Ma ogni dato ha un significato preciso, che non bisogna dimenticare in queste ore di negoziati cruciali alla Cop29 di Baku.
Basta con i “teatrini”. Qua si fa l’azione per il clima, o si muore. Dalla Cop29 arriva un chiaro messaggio a mettere da parte le strategie e gli individualismi.
La digitalizzazione è il tema del 16 novembre alla Cop29 di Baku. Perché non possiamo farne a meno, anche nelle strategie climatiche.