La finanza ha la fondamentale responsabilità di traghettare i capitali verso la transizione energetica. Se ne è discusso al Salone del Risparmio 2022.
Energie pulite ed educazione: la nuova frontiera degli investimenti che guardano al futuro
Accade sempre più spesso: chi ha in mano enormi capitali vuole lavorare per lo sviluppo sostenibile. E lo fa anche scegliendo gli investimenti giusti.
Sentire la “responsabilità di rendere il mondo un posto migliore”. Secondo il report Investing for global impact, è questo il motivo numero uno che spinge le famiglie facoltose a non tenersi tutti i propri patrimoni per sé, ma a destinarne almeno una parte all’impact investing. Cioè a quegli investimenti che, oltre a garantire un ritorno economico, fanno qualcosa di concreto e misurabile per la società e l’ambiente. Al secondo posto, col 20 per cento delle preferenze, c’è quello di “contribuire allo sviluppo sostenibile”. In altri termini, chi ha in mano enormi patrimoni è sempre più consapevole del proprio potere di fare qualcosa di concreto per cambiare il futuro degli altri. E da diversi anni ha gli strumenti finanziari per farlo, anche molto diversi rispetto alle classiche donazioni.
Si punta tutto su energie pulite ed educazione
In cosa si investe per rendere il mondo il posto migliore? Innanzitutto, nelle energie e tecnologie pulite e nell’educazione. Sono queste, da almeno quattro anni, le tematiche scelte dalla maggior parte degli investitori. A seguire, i progetti che riguardano agricoltura e alimentazione, salute e qualità della vita. Ancora più interessante è notare che, stando alle parole degli stessi intervistati, ne vale la pena: nel 75 per cento dei casi, gli investimenti a impatto già attivi hanno raggiunto o superato gli obiettivi finanziari stabiliti. Nell’88 per cento dei casi si può dire lo stesso per gli obiettivi sociali.
Su quali tematiche investi o investirai in futuro?
Tematica | Ha già investito capitali | Investirà nei prossimi 12 mesi |
---|---|---|
Energie e tecnologie pulite | 53% | 50% |
Educazione e formazione | 48% | 42% |
Alimentazione e agricoltura | 44% | 43% |
Salute e qualità della vita | 36% | 36% |
Creazione di posti di lavoro | 30% | 18% |
Clima | 26% | 32% |
Acqua e igiene | 24% | 24% |
Micocredito | 23% | 21% |
Fonte: Financial Times - Investing for Global Impact 2017. www.ftadviser.com/impact
Gli ostacoli agli investimenti responsabili
La strada degli investimenti a impatto, insomma, è promettente e in crescita. Non si può negare, però, il fatto che esistano anche degli ostacoli. Alla richiesta di citarli, poco meno della metà delle fondazioni e dei family office lamenta il fatto che non ci siano abbastanza opportunità di investimento che garantiscano una qualità adeguata e permettano di misurare i risultati. C’è poi chi preferisce gestire le attività finanziarie e quelle sociali su due binari paralleli; o, ancora, chi teme che le performance degli investimenti a impatto non siano abbastanza competitive; oppure chi ritiene ancora troppo immature le metodologie per valutare l’impatto sociale e ambientale.
Cos’è “Investing for global impact”
“Investing for global impact” è un report realizzato dal Financial Times, in partnership con GIST (Global Impact Solutions Today) e con il supporto della banca britannica Barclays. Lo studio interpella 246 soggetti, provenienti da 45 paesi, che gestiscono i capitali delle famiglie facoltose. Questi istituti si possono suddividere in due grandi categorie: da un lato ci sono le fondazioni, dall’altro i family office, vale a dire quelle società di servizi che forniscono consulenza a una o più famiglie, gestiscono gli investimenti e seguono l’amministrazione e la contabilità. La ricerca si focalizza su due grandi mondi. Da un lato l’impact investing, costituito da quegli investimenti che vogliono ottenere sia un ritorno finanziario sia un impatto sociale e ambientale positivo; dall’altro lato la filantropia, vale a dire le attività benefiche a fondo perduto.
Foto in apertura: Chris Jackson/Getty Images
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