La finanza ha la fondamentale responsabilità di traghettare i capitali verso la transizione energetica. Se ne è discusso al Salone del Risparmio 2022.
Con le energie pulite i rendimenti raddoppiano
Le società che hanno scommesso sulle rinnovabili surclassano (anche in Borsa) quelle ancora ancorate alle fossili.
Ormai tutti i segnali convergono verso la stessa direzione: le energie pulite sono la scelta vincente. L’ultima conferma in ordine di tempo arriva dalle piazze borsistiche internazionali, dove i rendimenti delle società che hanno puntato sulle rinnovabili sono letteralmente il doppio rispetto a quelli di chi continua a fare affidamento sulle fonti fossili. Lo rivela il report Carbon Clean 200, pubblicato dall’ente no profit As You Saw e dalla società di ricerca Corporate Knights, sulla base dei dati forniti da Bloomberg.
Fact of the day: The top 200 companies who generate the bulk of their revenue from #CleanEnergy have offered juicier returns to investors over the past 18 months than their counterparts in #FossilFuels. https://t.co/CwQTOSXx6e #RenewableEnergy
— As You Sow (@AsYouSow) 16 febbraio 2018
Quali sono le “Clean 200”
Ma come si arriva a questa clamorosa affermazione? Innanzitutto i ricercatori hanno isolato le cosiddette Clean 200. Ciò significa che, fra tutte le aziende che hanno una capitalizzazione di mercato superiore al miliardo di dollari, hanno individuato quelle che alla fine del primo trimestre di quest’anno traggono almeno il 10 per cento dei propri ricavi dalle fonti rinnovabili. Poi hanno applicato dei filtri “in negativo”, escludendo i colossi dell’energia e le utility che ricavano dalle fonti pulite meno del 50 per cento della propria energia, così come le più grandi società del carbone e delle armi, o ancora chi non si è impegnato a sufficienza contro la deforestazione e il lavoro forzato. Il risultato è un elenco di 200 aziende, messe in ordine sulla base del volume dei loro ricavi “green”. A dominare è la Cina con 68 aziende su 200, seguita da Usa (35) e Giappone (21).
Rendimenti vertiginosi per le energie pulite
Ed è qui che arrivano i dati più interessanti. Questo 200 aziende “verdi”, complessivamente, negli ultimi 18 mesi hanno generato rendimenti pari al 32,1 per cento; l’efficienza energetica si è rivelata particolarmente redditizia. La differenza, rispetto all’indice di riferimento per i combustibili fossili, è abissale: le aziende dello S&P 1200 Global Energy Index si sono dovute accontentare di rendimenti del 15,7 per cento. “Nel complesso, il modello che abbiamo presentato continua a indicare che la domanda e le dinamiche di mercato stanno guidando l’inesorabile transizione dei combustibili fossili a un’economia legata alle energie pulite”, si legge nello studio.
Leggi anche: Come sarà l’energia del futuro in Italia e nel mondo, tra rinnovabili e stoccaggio
Un addio a carbone e petrolio da 6mila miliardi di dollari
Per fortuna, nonostante tutti gli ostacoli, questo messaggio sta guadagnando terreno in modo sempre più concreto e determinante. Sono ormai 787 le organizzazioni e poco meno di 60mila gli individui ad aver risposto all’appello di Divest Invest, promettendo quindi di ritirare i propri capitali dai combustibili fossili e reinvestirli, almeno in parte, in alternative più pulite nell’arco dei prossimi cinque anni. In questo gruppo c’è chi gestisce miliardi di dollari e chi ne investe poche migliaia, ci sono organizzazioni religiose e fondi sovrani, università e fondi pensione. Quel che è certo è che la massa critica è stata raggiunta, e continua a crescere: ormai siamo a un totale di 6mila miliardi di dollari di asset gestiti.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Il Green Deal europeo e i piani di ripresa post-Covid incideranno sulla finanza sostenibile? L’abbiamo chiesto a Davide Tentori, ricercatore dell’Ispi.
Servono investimenti immensi per realizzare gli Sdgs, ma il percorso è tracciato. Ne abbiamo parlato con Francesco Timpano di Asvis.
Il Pnrr potrebbe aprire una stagione diversa per gli investimenti a impatto nel nostro paese. Parola di Giovanna Melandri, presidente di Human foundation e Social impact agenda per l’Italia.
Cos’è un investimento responsabile? Come può il risparmiatore orientarsi in un panorama sempre più articolato? Ecco una breve guida.
La finanza sostenibile cresce, ma il nostro Pianeta resta in crisi. Eurosif, il Forum europeo per gli investimenti sostenibili e responsabili, propone alcune vie d’uscita.
Entro il 2026 l’Unione europea emetterà 250 miliardi di euro in obbligazioni verdi per finanziare le iniziative previste dal piano Next Generation Eu.
La finanza sostenibile crea valore nel lungo periodo, sia per l’investitore sia per il Pianeta e la società. Un approccio che riscuote sempre più successo.
La ripresa post-Covid è un’opportunità da non perdere per rendere più sostenibile la nostra economia. Anche grazie alla finanza etica.