L’anno che sta per concludersi fa ben sperare per il futuro dell’energia solare. I dati globali sul fotovoltaico crescono, gli esempi positivi si moltiplicano. Sebbene resti molto lavoro da fare, seguire il sole ci manterrà sulla strada giusta.
Entomologi: ma che domande!
Un po’ di ironia non fa mai male. Oggi parliamo di alcune domande poste da alcuni intelligentissimi scienziati entomologi e delle relative sperimentazioni, tutte, badate bene, vincitrici del prestigioso premio: l’Ignobel.
Secondo alcuni antropologi la vera differenza tra l’uomo e gli
altri animali è la capacità di farsi domande. Mentre
gli animali sono in grado di rispondere solo alle necessità
del quotidiano (cibo, riparo, accoppiamento ecc.), gli esseri umani
si fanno domande anche su un altro piano: quello filosofico.
Così fioccano gli interrogativi sul perché ci siamo,
sul nostro senso, su cosa è il bene. Anche gli entomologi
sono in grado di porsi quesiti “culturali” e non legati
necessariamente alla vita quotidiana. Vediamoli (e sorridiamo un
po’).
Partiamo con la prima, posta da un importante gruppo di ricerca
dell’Università della Florida. Ebbene l’internazionalmente
famoso professor phd di entomologia Professor Mark Hostetler si
interrogò su questo annoso problema: ma a che specie
appartengono gli insetti che si spiaccicano sul parabrezza delle
auto durante un viaggio? Badate bene che la domanda ha senso, dato
che non tutti gli insetti condividono questo eroico immolamento
sulle nostre auto e quindi significa che alcuni sono in grado di
vedere l’automobile e, vilmente, di evitarla, altri non
indietreggiano e si scontrano con il nemico. Dopo una
sperimentazione faticosa ed elaborata della durata di ben due anni
il chiarissimo entomologo Professor Mark Hostetler scoprì
che la maggior parte degli insetti spiaccicati sui tergicristalli
degli enormi Suv americani era, tenetevi forte, erano dei
moscerini!
Passiamo alla prossima domanda, posta da un gruppo di
entomologi olandesi. Ebbene, essi si armarono di alambicchi,
solventi, olfattometri e, con a disposizione un intero laboratorio
ultramoderno, cercarono la risposta alla seguente domanda: l’odore
dei piedi è in effetti simile al famoso formaggio olandese
Leerdammer e, soprattutto, è vero che entrambi gli odori
sono in grado di attirare le zanzare? La risposta che venne fuori
dai milioni di dati estrapolati dalla sperimentazione ci lascia a
bocca aperta (e naso chiuso): che l’odore dei piedi assomigli a
quello del formaggio olandese non è una leggenda
metropolitana, ma un fatto con solide radici scientifiche. Gli
entomologi olandesi furono in grado di dimostrare che entrambi gli
odori hanno tanti componenti in comune e, meraviglia delle
meraviglie, entrambi attirano le zanzare.
Pensate che alcuni entomologi australiani, passeggiando per il
deserto, avevano notato un fatto incredibile: alcuni coleotteri
cercavano di accoppiarsi con lattine di birra che i turisti
maleducati lasciavano per terra. Ovviamente, il cervellone di
questi esimi scienziati si mise immediatamente in moto per
individuare il “perché” di questa abominevole devianza. E
quindi presero i collettori, li allevarono per anni, presero delle
bottiglie di birra e delle femmine di coleottero e poi fecero un
test. Il risultato ottenuto fu sorprendente: sembra che i maschi
dei coleotteri in questione non facessero differenza tra il collo
di bottiglia e le femmine della loro specie. Ma perché
questo fenomeno? Non sia mai che uno scienziato si fermi alla mera
osservazione, la risposta sta nelle cose: poiché sono mezzi
ciechi non riescono a cogliere la differenza (e sono non troppo
raffinati) tra le bottiglie di birra e le femmine, che sono la
stessa cosa.
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