Mentre il numero di impianti di energia rinnovabile cresce in Europa, due regioni importanti come Lazio e Sicilia vogliono bloccare eolico e fotovoltaico.
Il presidente della Sicilia, Renato Schifani, vuole un risarcimento per il danno ambientale causato alla regione.
Quello del Lazio, Francesco Rocca, parla di evidente saturazione del territorio e di rischi per il turismo.
Ma per arrivare al 42,5 per cento di energia rinnovabile entro il 2030, come stabilito in Ue, bisogna accelerare.
L’eolico e il fotovoltaico in Italia, come nel resto del mondo, stanno iniziando ad andare troppo bene, e rischiano di diventare davvero strategici nel raggiungimento dell’obiettivo delle emissioni nette zero fissato al 2050.
Sarà per questo che qualcuno, nel nostro Paese, si sta già muovendo per porre un freno a questa pericolosa deriva virtuosa. Il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, è arrivato per primo, affermando all’inizio di aprile, durante un convegno, di aver deciso di sospendere a breve il rilascio delle autorizzazioni per nuovi impianti fotovoltaici.
Ma il suo collega del Lazio, Francesco Rocca, ha fatto di più, coinvolgendo nell’iniziativa anche il governo nazionale, tramite il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi. Uniti sotto lo slogan: “Basta con i nuovi progetti di eolico e fotovoltaico”. E, per paradosso, proprio all’indomani dell’approvazione da parte della Regione Lazio, la prima in Italia, del piano regionale di Transizione ecologica. Peccato che proprio in queste ore il ministro per l’Ambiente e la sicurezza energetica, a Sapporo per il G7 Energia, abbia affermato testualmente: “Siamo molto soddisfatti del forte allineamento dei Paesi G7 nell’accelerare la transizione verso sistemi a emissioni nette nulle, garantendo la necessaria sicurezza delle forniture e la promozione degli investimenti nelle filiere più strategiche. Un particolare apprezzamento per l’accelerazione che si imprime alla fuoruscita dai combustibili fossili non abbattuti e per lo sviluppo del settore elettrico, con un contributo, fortemente promosso dall’Italia, alla crescita del fotovoltaico”.
Clima ed energia sono al centro del G7 in corso in Giappone. "E' emerso un forte impegno a valutazioni concrete su obiettivi finali per la decarbonizzazione", ha detto il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin. pic.twitter.com/5uGCrl3kun
Secondo Rocca e Sgarbi, la regione Lazio “è satura di impianti di eolico e fotovoltaico con un forte impatto ambientale”. In particolare, la premiata coppia punta il dito sulla situazione della provincia di Viterbo, dove ci sono 69 impianti eolici per 3.252 ettari impegnati. Numeri tali da far parlare, secondo il governatore del Lazio, di “un’evidente saturazione del territorio”. Nella provincia di Roma, invece, ci sono 14 impianti con 258 ettari impegnati, a Latina 25 impianti per un totale di 647 ettari, a Frosinone 5 impianti e 60 ettari impegnati. E la costruzione di altri dieci impianti è stata sbloccata di recente, dal governo Draghi. Rocca ora vuole mettere un freno a questo sviluppo di eolico e fotovoltaico, ma promette che “non si tratta di una battaglia che ci vede fuori dal tempo e fuori dagli obiettivi del 2030, vogliamo la decarbonizzazione ma lottiamo contro lo scempio della bellezza”.
Per giustificare il proprio ragionamento, Rocca e Sgarbi hanno chiamato in causa perfino alcune parole pronunciate dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Gli insulti al paesaggio e alla natura, il loro abbandono, oltre a rappresentare un affronto all’intelligenza, sono un attacco alla nostra identità”. Parole che, utilizzate senza una precisa contestualizzazione, contribuiscono a costruire una narrazione precisa: quella secondo cui eolico e fotovoltaico deturpano il paesaggio e basta. Cosa che evidentemente non fanno le centrali a gas e a carbone…
"La ripartenza mette in primo piano l'esaltazione delle nostre risorse culturali". Lo scrive il Presidente della Repubblica Mattarella in una lettera pubblicata dalla rivista Vanity Fair pic.twitter.com/Sf2e27XXle
Peccato che le parole di Mattarella, contenute in una lettera scritta nel 2021 per la rivista Vanity Fair, non facessero assolutamente riferimento a impianti per la produzione di energia rinnovabili, ma più verosimilmente – vista soprattutto l’utilizzo della parola ‘abbandono’ – alla mancata attuazione di strumenti per la tutela del territorio da cambiamenti climatici, cementificazione, dissesto idrogeologico.
Inoltre, Sgarbi e Rocca hanno sottolineato anche come il paesaggio sia “l’elemento portante del turismo in Italia e nel Lazio e difenderlo significa salvaguardare un elemento importante della nostra economia”. Ma questo discorso si potrebbe facilmente rovesciare: se turismo ed economia sono più importanti dell’ambiente, il turismo e l’economia di oggi garantiscono il rispetto dell’ambiente?
La situazione del fotovoltaico in Sicilia
Venendo alla Sicilia, il presidente della regione (ed ex presidente del Senato) Schifani ha affermato parlando di fotovoltaico che “dobbiamo valutare l’utile d’impresa con l’utile sociale e col danno ambientale. Questa attività porta lavoro? L’energia rimane in Sicilia? No”. In sintesi, l’obiettivo di Schifani sarebbe ottenere una sorta di risarcimento (non in soldi, afferma, ma sotto forma di sconti in bolletta) da parte delle aziende che insediano impianti fotovoltaici per i quali “la Sicilia paga un danno ambientale”.
In realtà, secondo i dati del rapporto Anie – Rinnovabili, la quota siciliana di impianti fotovoltaici sul totale nazionale a oggi è appena del 6 per cento. E a Schifani ha risposto direttamente Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, che in un editoriale sull’Huffington Post ha scritto che “nella dichiarazione del presidente Schifani, oltre ai soliti pregiudizi sugli impatti delle rinnovabili, non vi è alcun riferimento ai danni generati della crisi climatica anche alla Sicilia. Né al fatto che proprio in Sicilia, a Catania, Enel Green Power stia costruendo una nuova grande fabbrica – con mille nuovi posti di lavoro, tra diretti e indiretti, 600 milioni di euro di investimenti – con una capacità di produzione di pannelli solari innovativi, con una capacità produttiva di 3 gigawatt all’anno, 15 volte superiore a quella attuale”.
Mentre l'Ue accelera sulle #rinnovabili, il Presidente della #Sicilia annuncia l'intenzione di bloccare i nuovi impianti solari perché non porterebbero vantaggi alla regione, dimenticando così la crisi climatica e la transizione energetica. Di #EdoRonchihttps://t.co/H9O2KnUKXq
— Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile (@susdefItalia) April 11, 2023
In Italia, a fine 2021, secondo il rapporto statistico Gse (Gestore servizi energetici) risultano installati circa un milione di impianti fotovoltaici, per una potenza complessiva di 22,6 gigawatt e una produzione poco superiore a 25 terawattora, con una entrata in funzione di oltre 80.000 nuovi impianti nel corso dell’anno.
L’eolico installato invece, a fine 2022 è stimato in 11,8 gigawatt di potenza,con un aumento del 30 per centi rispetto al 2021 grazie a 208 nuovi impianti. Nonostante questo, siamo ancora indietro con gli obiettivi stabiliti dall’Unione europea, soprattutto i nuovi appena fissati dalla Commissione: ossia che la quota energia rinnovabile sul consumo lordo europeo, rispetto al 21,8 per cento del 2021, debba raddoppiare circa entro il 2030, per arrivare al 42,5 per cento, con possibilità di un’indicazione supplementare del 2,5 per cento, quindi fino al 45. L’accordo prevede procedure di autorizzazione accelerate per i progetti in materia di energie rinnovabili: “Senza questa accelerazione – ricorda di nuovo Ronchi – il balzo in avanti nei prossimi sette anni non sarebbe praticabile”. Altro che stop agli impianti, dunque.
Mancano 3.700 GW per centrare l’obiettivo di triplicare le rinnovabili, secondo Ember. Ma ora c’è chi teme un rallentamento della crescita solare dopo anni.
Il paese del Caucaso punta su eolico, solare e idroelettrico. Ma il legame con il petrolio è ancora forte. Quali progetti ci sono nel cassetto e che ruolo gioca l’Europa.
Pur annullando la sentenza del 2021, la Corte conferma che Shell ha la responsabilità di ridurre le proprie emissioni in base alla legge sui diritti umani.
L’ad del colosso statunitense, Darren Woods, ha parlato dalla Cop29 di Baku. Exxon prevede di investire nella transizione oltre 20 miliardi di dollari entro il 2027.
Transizione ecologica e biodiversità i temi al centro del confronto, in occasione della presentazione del Bilancio di sostenibilità territoriale siciliano.
In vista della Cop29 di Baku, le organizzazioni chiedono che si discuta di come stoppare il rifornimento energetico di Israele per porre fine alla guerra.