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Quando le nuove tecnologie portano l’economia circolare nella nostra vita quotidiana

Le tecnologie di Henkel permettono di realizzare buste, imballaggi e cannucce di carta che garantiscono performance paragonabili alla plastica, con un impatto ambientale inferiore.

Sul fatto che il futuro del nostro sistema economico sia circolare, ormai, ci sono pochi dubbi. L’approccio lineare – prendi, consuma e butta – ha mostrato tutti i suoi limiti, portandoci sull’orlo di una catastrofe ecologica. Una catastrofe che potremo evitare soltanto se impareremo a fare un uso più consapevole delle risorse della natura, preferendo gli oggetti durevoli a quelli usa e getta, facendo ricorso alla plastica soltanto quando non ci sono alternative valide, trovando nuovi escamotage per riparare e riutilizzare gli oggetti e, infine, riciclandoli quando la loro vita utile è terminata.

Se per i cittadini è soprattutto una questione di mentalità, per le industrie è una sfida tecnologica di tutto rispetto. Non è un caso se il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) elaborato dall’esecutivo di Mario Draghi stanzia 2,10 miliardi di euro per l’economia circolare, attingendo al poderoso contributo di 221,5 miliardi in arrivo dall’Unione europea mediante il fondo Next Generation Eu.

Ora bisognerà mettere a fattor comune le migliori competenze per trovare soluzioni pratiche che rendano più circolare il nostro sistema produttivo. E, di conseguenza, i vari oggetti che costellano la nostra vita quotidiana. Le grandi aziende stanno già lavorando in questa direzione, consapevoli di quanto quest’esigenza sia sempre più sentita, a tutti i livelli. Tra di loro c’è la multinazionale Henkel che, oltre a essere nota in tutto il mondo nel campo dei detergenti e dei cosmetici, è anche leader nella produzione di adesivi, sigillanti e rivestimenti funzionali. Tali tecnologie, invisibili agli occhi del consumatore finale, sono proprio quelle che permettono di sostituire i materiali a maggior impatto ambientale – in primis la plastica – con alternative riciclabili o biodegradabili.

I consumatori chiedono a gran voce di ridurre la plastica

La plastica è in cima alla lista delle preoccupazioni ambientali dei cittadini europei, rivela un’indagine di Gfk: la cita il 53 per cento del campione, più ancora rispetto ai cambiamenti climatici (44 per cento). C’è però un motivo se il caffè da asporto ci viene servito in un bicchiere di plastica oppure, quando scartiamo un prodotto ordinato da un e-commerce, all’interno della busta notiamo le classiche bolle protettive in plastica. Spesso infatti quello specifico imballaggio è l’unico che, a costi accettabili, possa garantire la corretta conservazione del contenuto, tenerlo al riparo dagli urti o mantenerne la temperatura. Svariate aziende si stanno mobilitando per superare questo limite, andando così incontro alla sensibilità dei loro clienti e dimostrando un atteggiamento proattivo. Per aiutarle in questo percorso di riduzione della plastica, la divisione Adhesive Technologies di Henkel si è messa all’opera per trovare un’alternativa sostenibile, nello specifico ampliando i possibili usi della carta grazie alla tecnologia Epix.

Dalla plastica alla carta grazie a Epix

Il primo punto da chiarire è che Epix non è un prodotto da acquistare già pronto, ma una piattaforma tecnologica. “Un po’ come l’elettrico che rappresenta l’innovazione per il mondo dell’auto”, spiega Mauro Bonfiglio, responsabile europeo di Henkel per lo sviluppo tecnologico e l’innovazione nel ramo del packaging. Il suo obiettivo è quello di potenziare le funzionalità della carta per farle raggiungere prestazioni paragonabili a quelle della plastica, andando incontro a un’esigenza sempre più sentita da parte dei grandi brand. A tutto vantaggio della sostenibilità economica e ambientale.

Il principale limite di molti imballaggi flessibili sta nel fatto che sono costituiti da sottilissimi strati sovrapposti di materiali diversi. L’esempio classico sono le confezioni di caffè macinato che, al contrario di quanto molti credono in buona fede, non possono essere riciclate. Un imballaggio con Epix, al contrario, può essere conferito insieme alla carta. “Nell’impianto di trattamento Epix non influenza il processo produttivo e la confezione viene immessa nel circuito di riciclo della carta”, continua Bonfiglio.

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Le tazze per bevande calde sono una delle applicazioni di Epix a cui sta lavorando Henkel © Kell Sikkema/Unsplash

Dalle buste ai bicchieri, le applicazioni di Epix

Nata negli Stati Uniti e da poco introdotta anche in Europa, Epix è una tecnologia che trova tre principali applicazioni. La prima è quella delle buste imbottite per le spedizioni, a cui Epix attribuisce l’effetto ammortizzante rendendo superfluo il rivestimento interno in pluriball (che anche i consumatori più meticolosi fanno una gran fatica a staccare). La seconda è quella delle confezioni per alimenti. “Pensiamo per esempio all’incarto di una barretta di cioccolato, che non deve macchiarsi per effetto della componente grassa del prodotto né danneggiarsi per l’umidità. Epix in questo caso agisce come una sorta di barriera che migliora le prestazioni funzionali e tecniche della carta”, prosegue Bonfiglio. La terza è quella dei bicchieri per il caffè o altre bevande calde da asporto. Se possiamo afferrarle senza scottarci è perché contengono una coestrusione di polietilene; un domani lo stesso effetto sarà fornito da Epix. E noi potremo sorseggiare con serenità il nostro caffè, consapevoli del fatto che la tazza verrà poi riciclata senza problemi.

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A partire da luglio, in Europa, le cannucce in plastica monouso dovranno essere sostituite da alternative più sostenibili © Meghan Rodgers/Unsplash

Cannucce di carta resistenti e biodegradabili

Il 3 luglio 2021 è il giorno X: il giorno in cui entrerà in vigore la direttiva con cui l’Unione europea mette al bando dieci categorie di prodotti in plastica monouso, in presenza di alternative valide, meno inquinanti e offerte a un costo accessibile. Insieme a sacchetti, piatti da picnic e cotton fioc, in questa lista troviamo anche le cannucce.

Si tratta di un cambiamento non da poco. A livello globale, si stima infatti che ogni giorno ne vengano usate circa 500 milioni. Fatta eccezione per alcune esigenze particolari, per la stragrande maggioranza sono del tutto inutili. Fino ad oggi sono realizzate in polipropilene, un materiale che tecnicamente può essere riciclato ma, se non trattato nel modo corretto, ha un rilevante impatto sull’ambiente.

Per l’intero settore sarà una rivoluzione. È per questo che la divisione Adhesive Technologies di Henkel si è mossa in anticipo, lanciando il brand Aquence St di adesivi funzionali alla produzione di cannucce di carta. Queste ultime sono costituite da tre sottili strati sovrapposti, incollati tra loro. La nuova tecnologia le rende resistenti e adatte all’uso – possono restare immerse anche per un’ora all’interno della bevanda – ma al tempo stesso perfettamente biodegradabili.

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