Il clima che cambia sta delineando una nuova geografia del cibo con l’agricoltura chiamata a rispondere alle sfide ambientali e di sicurezza alimentare.
Combattere le erbacce in maniera naturale con… le erbacce
I ricercatori dell’Università di Pisa hanno sviluppato un erbicida naturale grazie all’olio essenziale ricavato da alcune erbacce.
Se non puoi batterle unisciti a loro. Seguendo questo proverbio un gruppo di ricercatori di Scienze agrarie e Farmacia dell’Università di Pisa ha trovato un rimedio per contrastare in maniera naturale e sostenibile le erbe infestanti, le cosiddette erbacce. Hanno infatti sviluppato un erbicida ricavato dagli oli essenziali delle stesse erbacce. Ricordiamo prima che, solitamente, le erbacce vengono definite tali solo perché crescono nel posto sbagliato, e se in un luogo la stessa varietà può essere gradita in un altro può essere estirpata senza complimenti. “Qualsiasi pianta che cresca in un ambiente abbandonato diventa un’erbaccia – ha scritto Richard Mabey nel suo Elogio delle erbacce. – Le infestanti sono vittime di un reato di associazione a delinquere, e sono accomunate alle compagnie discutibili che frequentano. Se crescono in mezzo al pattume anche loro diventano una specie di rifiuti. Immondizie vegetali”. Detto questo alcune piante infestanti rappresentano effettivamente un serio problema per l’agricoltura e sono responsabili di un calo della produttività agricola.
Un erbicida alle erbacce
L’erbicida è stato dunque realizzato sfruttando le stesse piante che dovrebbe contrastare. “Nessuno sino ad ora aveva pensato di usare gli oli essenziali estratti da erbacce per combattere le stesse erbacce”, ha spiegato Stefano Benvenuti, ricercatore dell’ateneo pisano.
Le piante utilizzate
I ricercatori, che hanno pubblicato anche uno studio sulla rivista scientifica Weed Research, hanno individuato cinque specie da cui sono stati estratti oli essenziali particolarmente efficaci: l’achillea (Achillea millefolium), l’assenzio annuale (Artemisia annua), l’assenzio dei fratelli Verlot (Artemisia verlotiorum), la santolina delle spiagge (Otanthus maritimus), e la Nappola (Xanthium strumarium).
Ricerca per la sostenibilità
La ricerca, durata tre anni e condotta sia in laboratorio che in serra, è nata con l’obiettivo di sviluppare un sistema per combattere le piante infestanti in modo ecologicamente sostenibile, anche in virtù dei recenti divieti di utilizzare sostanze che si sono rivelate altamente pericolose per la salute umana e per l’ambiente, una su tutte il glifosato, uno degli erbicidi più diffusi in campo agricolo e che ha effetti devastanti sulla salute delle persone.
Una scelta vantaggiosa
L’utilizzo di oli essenziali ricavati dalle piante infestanti, oltre ad essere ecologicamente sostenibile e senza impatto sulla salute, è anche una scelta economicamente vantaggiosa. “È una soluzione che presenterebbe anche dei vantaggi dal punto di vista economico – ha affermato Benvenuti – dal momento che si tratta di piante che hanno costi agronomici limitati, soprattutto da un punto di vista idrico, e così paradossalmente anche specie spontanee ancora prive di una utilità possono divenire amiche dell’uomo e dell’ambiente”.
Le applicazioni
Secondo i ricercatori i nuovi erbicidi possono essere utilizzati, proprio come quelli tradizionali, sia nella fase di pre-impianto della coltura che localizzandone la distribuzione in presenza della coltura stessa. “L’impiego di maggiore innovazione potrebbe tuttavia essere quello in città, dai marciapiedi, ai bordi stradali a tutte le aree spesso colonizzate da specie indesiderate”, ha concluso il ricercatore.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Secondo un’indagine dell’Irccs Neuromed, consumando elevate quantità di cibi ultra-processati le persone diventano biologicamente più vecchie rispetto all’età cronologica.
Ricercatori australiani hanno osservato che il consumo quotidiano di verdure crucifere abbassa la pressione sanguigna, riducendo del 5 per cento il rischio di infarto o ictus.
Un’indagine dell’Istituto superiore di sanità rivela una scarsa aderenza degli italiani alla dieta mediterranea: “scelte sempre più occidentalizzate e globalizzate”.
Delicato, confortevole, profumato, il risotto zucca, latte e tartufo accoglie le delizie dell’autunno, scaldando il cuore come il focolare di un camino.
Secondo i risultati di uno studio su 39mila adulti francesi, un consumo di cibi ultra-processati è associato all’insonnia cronica.
Se ne è discusso a un evento a Roma, a partire dalla proposta di legge per andare oltre gli allevamenti intensivi. Gli interventi di produttori, medici, veterinari, studiosi e politici.
Il governo è al lavoro sul decreto “contaminazioni” per l’agricoltura biologica che prevede limiti di tolleranza più elevati per i residui accidentali. Un testo che fa discutere.
La Giornata mondiale dell’alimentazione 2024 punta a sensibilizzare sul tema del diritto al cibo che non è ancora garantito a tutti, nonostante si sprechino grandi risorse per produrlo.