
L’auto connessa (in Italia ne circolano 18 milioni, il 45% del parco circolante) ha molti vantaggi in termini di sicurezza e innovazione. Ma a chi cediamo i dati personali e chi tutela la nostra privacy?
Calura, distrazioni, stanchezza. L’esodo estivo in auto nasconde molte insidie. Gli Adas, Advanced driver-assistance systems, possono aiutarci a prevenire o ridurre gli incidenti. Cosa sono e come usarli.
Dal 7 luglio 2024 tutti i nuovi veicoli venduti in Italia devono essere equipaggiati con i sistemi avanzati di assistenza alla guida, ossia con gli Adas (Advanced driver assistance systems). Si tratta di un importante passo avanti per incrementare la sicurezza della strada, in linea con il regolamento europeo 2019/2144, (General safety regulation 2), in vigore dal 6 luglio 2022 per i modelli di nuova omologazione e, come detto, dal 7 luglio per tutti i veicoli da immatricolare, anche se già prodotti. L’obiettivo principale è ridurre incidenti e mortalità sulle strade europee.
L’incidentalità stradale, specie nei lunghi e caldi esodi estivi, rappresenta un problema che ogni anno tocca picchi negativi proprio in occasione dei viaggi per le vacanze. Un problema di enormi dimensioni anche a livello mondiale. A dirlo l’annuale Global status report on road safety redatto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, secondo il quale si stima che sulle strade di tutto il mondo – 178 i paesi analizzati – muoiano ogni anno un milione e trecento mila persone; fra i venti e i cinquanta milioni il numero di feriti. Cifre impressionanti. A cui si aggiunge che le vittime sono soprattutto i giovani fra i 15 e i 29 anni.
Sempre secondo il report redatto dall’OMS, i principali fattori di rischio sulla strada sono tutti legati ai comportamenti alla guida, con esempi poco virtuosi soprattutto nei mesi estivi, quando i lunghi viaggi, la stanchezza e il caldo possono indurre a comportamenti molto rischiosi. Ecco i principali.
Quando si parla di sicurezza in auto, si parla in sintesi di due classi di sistemi: sistemi di sicurezza passiva (le cinture di sicurezza, i poggiatesta, gli airbag), ossia che limitano il più possibile le conseguenze di un incidente, che rendono meno gravi i danni; sistemi di sicurezza attiva o Adas, Advanced driver-assistance systems (dispositivi, sistemi o apparati come telecamere, sensori, radar…), ossia che hanno la possibilità di evitare che l’incidente si verifichi, o di prevenire o ridurre fortemente i rischi connessi, specie nei confronti degli utenti più vulnerabili come pedoni, ciclisti e motociclisti. Agli Adas citati, la nuova normativa in vigore dal 7 luglio, prevede altri obblighi, come la dotazione di sistemi per il monitoraggio della pressione dei pneumatici, capaci di inviare un segnale di allerta al conducente nel caso in cui si verifichi una perdita di pressione in uno degli pneumatici.
L’OMS stima che, in assenza di interventi, ci sarà un’ulteriore crescita degli incidenti stradali, destinati a diventare la settima causa di morte in assoluto entro il 2030. Oltre agli Adas, anche la guida autonoma potrebbe essere una soluzione per risolvere radicalmente il problema della sicurezza stradale, eliminando il principale problema, l’uomo e le sue distrazioni. Ma per questo, serve ancora un po’ di tempo.
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