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Traumatizzati e sfollati da casa, moltissimi bambini rischiano di non poter riprendere gli studi. Terre des hommes avvia i primi aiuti nelle zone più colpite
Quando le ho chiesto come stava, Lara, la mia collega libanese, mi ha detto: “Io sto bene. Grazie per il pensiero”. Ma so che per lei e per tutti gli abitanti di Beirut martedì 4 agosto 2020 sarà una data che non verrà dimenticata, sarà il pomeriggio in cui hanno perso qualcosa di prezioso: il cuore della loro città. Lara mi dice che i suoi genitori – come tanti in Libano – sostengono che un’esplosione di tale entità non si ricordava a memoria d’uomo, né durante la lunga guerra civile, né negli anni bui degli attentati e della guerra con Israele.
Il bilancio, ad oggi di 137 vittime e oltre cinquemila feriti, è purtroppo destinato a salire ancora. Tante persone risultano ancora disperse e le strutture sanitarie di Beirut, già con servizi ridotti a causa della crisi economica in cui versa il paese in default e dall’emergenza Covid, non sono in grado di soccorrere tutti coloro che hanno bisogno di cure.
Tre ospedali di Beirut sono completamente distrutti, altri due hanno subito ingenti danni, il porto è stato spazzato via e anche l’aeroporto è danneggiato. Tra le centinaia di edifici polverizzati dall’esplosione ci sono anche i depositi di medicinali e le riserve di grano di tutto il Libano, che adesso giacciono sulla banchina come una grande spiaggia artificiale.
E questa esplosione è arrivata come una gigantesca ciliegina su una torta molto amara: dallo scorso ottobre, infatti, il Libano è sprofondato in una crisi economica senza precedenti, che ha ridotto dell’80 per cento il potere di acquisto della moneta locale e fatto schizzare i prezzi di tutti i beni essenziali oltre che il tasso di disoccupazione e sottoccupazione. Poi ci si è messo anche il Covid, che negli ultimi giorni sta vivendo una vigorosa recrudescenza, tanto che il Libano era in procinto di entrare in un nuovo lockdown.
In questo buio scenario i bambini sono ancora una volta le vittime più vulnerabili. Traumatizzati da questa catastrofe, sfollati da casa, moltissimi di loro rischiano di non riprendere gli studi e ingrossare le fila dei piccoli lavoratori e delle spose bambine, a causa dell’impoverimento delle loro famiglie. Non è ancora chiaro quante strutture scolastiche risultino inutilizzabili a causa dell’esplosione, avvenuta a poche settimane dall’inizio dell’anno scolastico. Il settore della pubblica istruzione, peraltro, risultava già fragilissimo a causa della mancanza di risorse e dell’afflusso, negli ultimi anni, di oltre 600mila bambini siriani in fuga dalla guerra.
Terre des Hommes, che è presente dal 2006 in Libano, si è subito attivata per portare soccorso psicologico, assistenza materiale e beni di prima necessità alle famiglie con bambini nelle zone più colpite. Già oggi il nostro team di Child Protection sta organizzando attività di assistenza psicosociale con i bambini e le famiglie a Gemmayzeh, Mar Mikhail e Sassine, 3 dei quartieri più colpiti della capitale.
Lara mi ribadisce quanto sia fondamentale stare accanto ai più piccoli nei momenti di crisi, sostenerli nella elaborazione dei traumi ed offrire loro opportunità di studio e di gioco, spazi sicuri, una vita il più possibile normale. Per questo saranno creati spazi protetti per i bambini al lato delle tende che in questo momento stanno distribuendo cibo e materiali di prima necessità alle persone sfollate.
Qui gli operatori realizzeranno attività strutturate di supporto psicosociale per garantire ai bambini e alle bambine uno spazio sicuro dove poter esprimere e elaborare l’evento traumatico di cui sono stati vittime e testimoni. Inoltre stiamo monitorando i bisogni all’interno delle scuole e degli alberghi, nei dintorni di Beirut, che stanno iniziando ad accogliere le famiglie rimaste senza casa.
Nei quindici anni di attività in Libano Terre des Hommes ha effettuato centinaia d’interventi di emergenza, sostegno all’educazione e protezione dei bambini vulnerabili libanesi, così come di quelli rifugiati siriani, siriopalestinesi e palestinesi. Con il solo progetto Back to the Future, finanziato con il fondo Madad dell’Unione europea, ha ristrutturato otto scuole e riportato a scuola oltre 25mila bambini.Ma per questa congiuntura così negativa serve l’aiuto di tutti. Quello della comunità internazionale, del nostro governo e la solidarietà di noi privati cittadini. Per contribuire a questo intervento d’emergenza di Terre des Hommes clicca qui.
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