Le esplosioni hanno avuto luogo durante la commemorazione di Qasem Soleimani, il capo delle forze al-Qods ucciso da un drone statunitense quattro anni fa.
Ultimo aggiornamento delle ore 13:20 del 9 gennaio 2024
Il Ministro dell’Interno iraniano Ahmad Vahidiha dichiarato alla TV di Stato nella mattina del 4 gennaio che il bilancio delle vittime è di 91 – in calo rispetto a 103 immediatamente dopo l’attacco e a 95 come dichiarato nella sera del 3 gennaio – e che altre 284 persone sono rimaste ferite nelledue esplosioni avvenute in Iran nei pressi del cimitero della città di Kerman, dove migliaia di persone si stavano recando per commemorare il quarto anniversario della morte del generale Qasem Soleimani, il capo delle forze al-Qods delle “Guardiani della rivoluzione”, ucciso in un attacco mirato sull’aeroporto di Baghdad il 3 gennaio 2020 per volontà dell’allora presidente statunitense Donald Trump.
Inizialmente, il giornale locale iraniano Nournews ha riportato l’esplosione di diverse bombole del gas sulla strada che porta al cimitero. Successivamente, è stata riportata la dichiarazione di un funzionario locale della provincia di Kerman, che ha definito l’accaduto un attacco terroristico. L’agenzia di stampa Tasnim ha riferito che due valigette cariche di esplosivo sono state posizionate all’ingresso del cimitero e poi fatte esplodere a distanza. La prima esplosione è avvenuta a 700 metri dalla tomba di Soleimani; la seconda a un chilometro di distanza, suggerendo che i pacchi esplosivi non hanno dovuto superare alcun cancello di sicurezza.
Al momento nessun gruppo ha rivendicato quanto successo. Se la matrice terroristica verrà confermata, questo attacco si configurerebbe come il più grave degli ultimi anni.
Iranian state media says two explosions have struck a procession marking the anniversary of General Qassem Soleimani’s assassination.
The blasts reportedly happened near the slain commander’s gravesite in the city of Kerman. pic.twitter.com/KbgkrewSf8
Nonostante non si conosca ancora la matrice dell’attacco, la leadership iraniana, in particolare gli alti vertici delle “Guardie della rivoluzione”, hanno attaccato i “nemici”. Vahidi ha dichiarato che la risposta iraniana sarà “decisa e forte” e che avverrà nel breve periodo. Anche il presidente Ebrahim Raisi ha condannato le esplosioni e ha dichiarato che “le esplosioni di oggi a Kerman sono crimini commessi dai nemici dell’Iran e dai mercenari del terrorismo e dell’oscurità” e che gli autori saranno rapidamente individuati.
Teheran non sta facendo mistero di sospettare di Tel Aviv per l’attacco, tenendo conto che solo pochi giorni fa l’Ayatollah Khamenei ha giurato vendetta per l’omicidio, per mano israeliana, del generale Mousavi, avvenuto in Siria lo scorso 25 dicembre. Senza tener conto di quanto successo ieri a Beirut, con l’attacco mirato che ha portato alla morte del numero due di Hamas Saleh al-Arouri.
Le prime condanne internazionali sono arrivate dagli Houthi, dal presidente turco Recep Tayyip Erdoğan e dal presidente russo Vladimir Putin.
#BREAKING Iran's Interior Minister Ahmad Vahidi: The perpetrators of the explosions in Kerman will receive a crushing response from Iran's security and intelligence bodies in the shortest time possible. Everything is under control. There's nothing to worry about, as our forces… pic.twitter.com/TIa5HSp24m
Qasem Soleimani, morto a 62 anni, era il capo della forze Al-Qods dei “Guardiani della rivoluzione” ed è stato una figura chiave dei Pasdaran e del regime iraniano. In molti lo hanno considerato l’architetto delle operazioni iraniane nella regione, grazie a lui Teheran ha potuto radicare la propria influenza non soltanto in Iraq, ma anche in Siria e Libano.
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