Come costruire un nuovo multilateralismo climatico? Secondo Mark Watts, alla guida di C40, la risposta è nelle città e nel loro modo di far rete.
La bozza dell’enciclica sull’ambiente di papa Francesco pubblicata in anteprima dall’Espresso
Laudato sì del Santo Padre Francesco sulla cura della casa comune è il titolo dell’enciclica sull’ambiente, la seconda scritta da papa Francesco dall’inizio del suo pontificato dopo Lumen fidei del 29 giugno 2013. La sua presentazione ufficiale avverrà il 18 giugno, ma il settimanale l’Espresso è entrato in possesso di una bozza della versione integrale
Laudato sì del Santo Padre Francesco sulla cura della casa comune è il titolo dell’enciclica sull’ambiente, la seconda scritta da papa Francesco dall’inizio del suo pontificato dopo Lumen fidei del 29 giugno 2013. La sua presentazione ufficiale avverrà il 18 giugno, ma il settimanale l’Espresso è entrato in possesso di una bozza della versione integrale che sembra essere molto simile, salvo modifiche delle ultime ore, a quello che sarà il testo definitivo.
Il direttore della sala stampa vaticana, Federico Lombardi, ha dichiarato che “la regola dell’embargo rimane in vigore”, ma non ha smentito che il documento di 191 pagine divise in sei capitoli pubblicato dal settimanale sia quello corretto. Al contrario, Lombardi ha chiesto di rispettare “la correttezza giornalistica che richiede di attendere la pubblicazione ufficiale del testo finale”.
In questi giorni diverse personalità internazionali hanno dichiarato che questa enciclica smuoverà le coscienze non solo dei fedeli. Christiana Figueres, segretaria esecutiva della Convezione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, ha dichiarato che le parole del papa avranno un impatto notevole sui negoziati sul clima (Cop 21) che si terranno a dicembre, a Parigi.
Laudato sì, mì Signore”, cantava San Francesco d’Assisi. In questo bel cantico ci ricordava che la nostra casa comune è anche come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza. Questa sorella protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla. La distruzione dell’ambiente umano è qualcosa di molto serio. Il Patriarca Bartolomeo si è riferito particolarmente alla necessità che ognuno si penta del proprio modo di maltrattare il pianeta. Su questo punto, egli si è espresso ripetutamente in maniera ferma e stimolante, invitandoci a riconoscere i peccati contro la creazione. Perché “un crimine contro la natura è un crimine contro noi stessi e un peccato contro Dio”. Credo che Francesco sia l’esempio per eccellenza della cura per ciò che è debole e di una ecologia integrale, vissuta con gioia e autenticità. È il santo patrono di tutti quelli che studiano e lavorano nel campo dell’ecologia.
A questo link potete trovare il documento pubblicato dall’Espresso
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