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Benvenuti a Essen, la città delle miniere di carbone è diventata Capitale verde d’Europa 2017
La città di Essen, in Germania, ha sfruttato per decenni una grande miniera di carbone. Poi ha invertito la rotta: oggi è la Capitale verde d’Europa.
Per numerosi decenni, il nome della città ora premiata come Capitale verde d’Europa 2017 è stato associato ad attività tutt’altro che ecologiche. Il centro urbano di Essen, nella regione Renania Settentrionale-Westfalia, in Germania, ha legato infatti la propria storia allo sfruttamento della miniera di carbone Zollverein XII: una delle primissime grandi industrie europee, attiva già nel corso dell’Ottocento e trasformata oggi in un museo.
L’ultimo giacimento di carbone è stato chiuso a Essen nel 1986
Il paesaggio urbano di Essen è stato marchiato inesorabilmente dal gigantesco complesso industriale adibito all’estrazione del combustibile fossile. I pozzi, le cokerie, i binari ferroviari, le case dei minatori, le torri e gli edifici color ruggine sono stati il simbolo di una delle capitali industriali europee. Celebre anche nel campo della produzione di armi e per la presenza dell’industria siderurgica della famiglia Krupp, che qui fondò nel 1811 la prima fabbrica di quello che diventerà nel secolo successivo il colosso siderurgico ThyssenKrupp.
Tutto ciò, però, è ormai un ricordo. L’ultimo giacimento di carbone è stato chiuso da più di trent’anni, nel 1986: da allora, e soprattutto negli ultimi anni, la città ha avviato un processo di profonda trasformazione culturale, energetica e ambientale. “Essen ha un problema di immagine – ha ammesso Simone Raskob, capo del dipartimento ambientale del comune tedesco –, siamo costantemente associati ai secoli di industria mineraria. Eppure, da grigia la nostra città è tornata a essere verde”.
Tagli alla CO2, recupero dell’acqua piovana, piste ciclabili
Un’autentica rivoluzione per i 470mila abitanti della nona più importante città della Germania che si è tradotta in numerosi risultati concreti. Le amministrazioni che si sono succedute negli ultimi anni si sono infatti poste l’ambizioso obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 del 40 per cento entro il 2020. Al contempo, 128mila metri quadrati di strade sono stati ricoperti di asfalto a basso impatto sonoro, mentre è stato introdotto un sistema di gestione integrata e multifunzionale delle risorse idriche e degli spazi verdi che consente di recuperare l’acqua piovana, prevenendo le inondazioni e garantendo l’alimentazione delle falde sotterranee.
Essen è stata inoltre dotata 376 chilometri di piste ciclabili, il cui ulteriore sviluppo consentirà di far sì che un quarto degli spostamenti urbani sarà effettuato in bicicletta, entro il 2035 (anche grazie alla “ciclabile veloce” tra Duisburg e Hamm); al contempo, i tragitti in auto diminuiranno del 29 per cento. Gli investimenti nel settore della tutela ambientale, poi, consentiranno entro il 2025 di creare 20mila posti di lavoro (rispetto agli attuali 13mila), mentre il territorio è stato integrato da 3.100 ettari di spazi verdi (il 95 per cento della popolazione vive a non più di 300 metri da un parco o da un giardino). In termini di riciclo, inoltre, l’obiettivo fissato dall’amministrazione locale tedesca è di arrivare al 65 per cento entro i prossimi otto anni. Ma soprattutto, grazie all’impegno nella transizione ecologica, Essen è potuta uscire da due decenni di crisi economica e il tasso di disoccupazione (benché ancora doppio rispetto alla media nazionale) è tornato a scendere.
Prevista la bonifica dell’Emscher, per anni “discarica” industriale
Sfruttando il titolo di Capitale verde d’Europa, inoltre, Essen prevede di lanciare più di 300 iniziative e manifestazioni cittadine che contribuiranno a migliorare la qualità di vita in città e daranno impulso allo sviluppo sostenibile del centro urbano. Uno dei principali progetti prevede la decontaminazione del fiume Emscher, che per decenni è stato utilizzato come discarica industriale: per farlo serviranno 5,5 miliardi di euro, messi a disposizione da comune, regione e governo nazionale. Per effettuare le bonifica saranno necessari 400 chilometri di canali sotterranei, che verranno costruiti di qui al 2020.
Il commissario europeo all’Ambiente, Karmenu Vella, ha parlato di “trasformazione spettacolare di un centro nevralgico del carbone e dell’acciaio nella città più ‘green’ della regione. Un risultato che non avrebbe potuto essere centrato senza una visione d’insieme, una buona governance e una forte partecipazione dal basso”.
“Il premio che ci è stato assegnato – ha commentato il sindaco della città tedesca, Thomas Kufen – rappresenta il riconoscimento di enormi sforzi effettuati da Essen per la sua riconversione. Siamo riusciti a lasciarci alle spalle una storia industriale difficile e a reinventarci come ‘città verde’, grazie soprattutto alla capacità dei nostri abitanti di cambiare strada. Ora vogliamo diventare un modello per altre realtà europee”.
La Capitale verde per il 2018 sarà Nijmegen, in Olanda
Un esempio da seguire è, certamente, anche quello di Nijmegen, città di 170mila abitanti nei Paesi Bassi occidentali, insignita di recente del titolo di Capitale verde d’Europa per il 2018. Ciò grazie, tra le altre cose, alla creazione di 40 chilometri di piste ciclabili, alla conversione dei mezzi pubblici a carburanti puliti e all’installazione di quindicimila pannelli solari sul proprio territorio.
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