La campagna Vote for animals, promossa da Lav e altre organizzazioni, mira a far assumere a candidati e partiti un impegno maggiore sul tema dei diritti animali.
Allevamenti di visoni: una settimana per chiedere all’Italia di dire basta alle pellicce
Gli allevamenti di visoni sono crudeli verso gli animali e pericolosi per la nostra comunità. Essere Animali chiede al governo di vietarli.
Da diversi anni il settore delle pellicce si confronta con una profonda crisi. La diminuzione dei prezzi fa il paio con la diminuzione della produzione: si stima infatti che nel 2018 la produzione di pelliccia di visoni sia diminuita del 20 per cento e quella di volpe blu finlandese del 15-20 per cento, entrambe rispetto all’anno precedente. In termini di prezzo invece, dal bilancio 2018 della casa d’asta scandinava Saga furs emerge che il livello dei prezzi delle pelli di visone e di volpe sono diminuiti rispettivamente del 24 per cento e del 20 per cento rispetto al 2017. Quest’anno si registrano invece vendite ferme, rispetto alla disponibilità totale dei capi, al 44per cento per le pellicce di visone, al 14 per cento per quelle di volpe e addirittura al 9 per cento per quelle di procione. Molti capi risultano invenduti e senza acquirenti nonostante i prezzi sempre più bassi.
Anche alcuni grandi stilisti sono contro le pellicce
Anche il settore della moda ha lanciato un messaggio molto chiaro: stilisti di fama mondiale tra cui Versace, Armani, Gucci, Hugo Boss, Burberry hanno totalmente escluso le pellicce dalle loro ultime collezioni. “Il progresso tecnologico raggiunto in questi anni ci permette di avere a disposizione valide alternative che rendono inutile il ricorso a pratiche crudeli nei confronti degli animali”, ha dichiarato Giorgio Armani.
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Il danno per gli animali e per l’ambiente causato dagli allevamenti di visoni
In natura i visoni vivono nelle foreste vicino a fiumi e laghi. Sono animali selvatici e semiacquatici che amano immergersi nell’acqua e nuotare. Per questi motivi, la vita nelle piccole gabbie degli allevamenti intensivi causa loro fortissimo stress, portandoli ad assumere comportamenti stereotipati e autolesionistici. A differenza di quanto si possa pensare, i visoni allevati per la produzione di pelliccia non sono animali addomesticati, in quanto questo processo produce cambiamenti nel loro mantello che il settore della pelliccia considera incompatibili con le proprie esigenze commerciali.
Oltre a questo, i visoni allevati in Italia non appartengono a specie autoctone, ma adattandosi facilmente al nostro ambiente ed essendo animali carnivori possono causare problemi alla biodiversità dei boschi in cui si trovano. È questo il motivo per cui Paesi come il Giappone hanno classificato il visone americano una “specie aliena invasiva” e hanno chiuso questi allevamenti.
In Italia diverse colonie di visoni americani liberi sono presenti in Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Lombardia, Toscana, Lazio, Abruzzo e Sardegna in seguito a fughe accidentali o liberazioni volontarie di animali. I parchi regionali fluviali lombardi, parco del Serio e parco Adda Sud, e il parco dei Colli Euganei in Veneto hanno già vietato a livello locale questi allevamenti, ma in altre regioni migliaia di visoni sono ancora allevati in zone limitrofe ad altri parchi naturali.
Gli orrori degli allevamenti: gabbie minuscole, autolesionismo e morte per soffocamento
Gli allevamenti di visoni sono di tipo intensivo con migliaia di animali allevati in gabbie disposte “a batteria” e rialzate da terra. Una recente indagine di Anima international realizzata in Polonia mostra le condizioni di vita a cui questi animali sono sottoposti all’interno di uno degli allevamenti di visoni più grandi al mondo. Condizioni molto simili a quelle che abbiamo rilevato durante le nostre indagini all’interno degli allevamenti di visoni italiani e che denunciamo dal 2013 attraverso la nostra campagna #VisoniLiberi.
Uno dei problemi più diffusi documentati dall’investigatore sono le ferite profonde che gli animali si procurano l’un l’altro e gli atti di cannibalismo. I visoni destinati alla produzione di pellicce vivono in queste condizioni per circa 8 mesi, mentre i riproduttori possono essere rinchiusi anche per anni. Tutti gli animali vengono uccisi in apposite camere a gas dove muoiono per soffocamento da monossido o biossido di carbonio. In Italia è consentito utilizzare il gas di scarico di un trattore agricolo, operazione che comporta difficoltà a creare concentrazioni adatte ad uccidere in breve tempo gli animali, con il rischio di prolungare le loro sofferenze.
Contagi di coronavirus e chiusure in tutta Europa
In Europa, sono 13 gli Stati ad aver vietato del tutto gli allevamenti di animali da pelliccia, mentre in Germania e Svizzera le leggi sul benessere di questi animali sono talmente restrittive che non esiste alcun allevamento. Pochi mesi fa l’Olanda, dopo una lunga serie di contagi di coronavirus negli allevamenti intensivi di visoni, ha deciso di anticipare il divieto al marzo 2021. Nel 2013 il governo olandese aveva fissato al 2024 il termine ultimo per la dismissione degli allevamenti, ma la pandemia ha anticipato la decisione di 3 anni.
A questa lista potrebbe presto aggiungersi anche la Danimarca, che ha deciso di abbattere l’intera popolazione di visoni presenti nel suo territorio per motivi sanitari. Le autorità sanitarie danesi hanno scoperto che una mutazione del coronavirus presente nei visoni è stata trasmessa agli esseri umani e questo potrebbe arrivare a ridurre l’efficacia dei vaccini a cui il mondo sta lavorando. Le autorità danesi hanno dichiarato che cinque casi del nuovo ceppo virale sono stati registrati negli allevamenti di visoni e 12 casi negli esseri umani. L’abbattimento dei 17 milioni di visoni presenti in suolo danese avverrà con l’intervento di polizia, esercito e guardia nazionale.
Gli allevamenti di visoni in Italia
In Italia sono una decina gli allevamenti di visoni attivi e anche nel nostro Paese alcuni visoni sono risultati positivi al coronavirus. I tamponi sono stati effettuati ad agosto, ma le autorità sanitarie non hanno diffuso la notizia.
La scelta del Governo italiano di continuare a tenere aperti questi allevamenti, crudeli verso gli animali e pericolosi per la nostra comunità, è indifendibile. Molti paesi europei li hanno già vietati perché è stata data priorità alle preoccupazioni per il benessere degli animali e per la salute pubblica. La priorità dell’Italia non deve essere quella di preservare gli interessi dell’industria della pelliccia, ma di tutelare la nostra salute e quella di questi animali. Per questo motivo abbiamo deciso di lanciare un appello al Governo affinché questi luoghi chiudano i battenti una volta per tutte. Chiunque può partecipare alla Settimana d’azione e aiutaci a chiudere gli allevamenti di visoni in Italia.
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