Ha 300 anni e può essere visto persino dallo spazio. È stato scoperto nel Triangolo dei Coralli grazie a una spedizione della National Geographic society.
Brasile, si è estinto in natura il pappagallo protagonista del film Rio
L’ara di Spix e altre sette specie di uccelli si sarebbero estinte dal 2001 ad oggi, lo ha rivelato un’indagine condotta da BirdLife international.
Il protagonista del film di animazione Rio, prodotto da Blue Sky Studios nel 2011, è un simpatico pappagallo di nome Blu, appartenente alla specie ara di Spix (Cyanopsitta spixii). Blu, strappato alla giungla brasiliana quando era solo un pulcino, finisce negli Stati Uniti come animale domestico. Da qui inizia un viaggio ricco di avventure per tornare in Brasile e accoppiarsi con Gioiel, l’ultima femmina della specie rimasta in natura. Nella realtà sarebbe, probabilmente, troppo tardi. Sembra infatti che l’ara di Spix sia ormai estinto in natura e ne sopravvivano solo alcuni esemplari in cattività. L’ultimo avvistamento in natura risale al 2000 .
Addio a otto specie di uccelli
Lo ha rivelato una nuova analisi statistica condotta dalla ong specializzata nella conservazione delle varie specie aviarie esistenti al mondo, BirdLife international. Le brutte notizie non finiscono qui, l’ara è infatti solo una delle otto specie estinte in questo secolo, dal 2001 ad oggi. Tra le altre ci sono il Cichlocolaptes mazarbarnetti, il ticotico di Novaes (Philydor novaesi), il poo uli (Melamprosops phaeosoma), il gufo pigmeo del Pernambuco (Glaucidium mooreorum) e l’ara glauca (Anodorhynchus glaucus). Le prime tre, secondo i ricercatori, sono sicuramente estinte e non ne esistono più esemplari nemmeno in cattività, mentre le altre sono ritenute probabilmente estinte. Lo studio di BirdLife international, utilizzando un nuovo metodo statistico, ha valutato lo stato di conservazione di 51 specie giudicate “in grave pericolo” dalla Lista rossa della Iucn.
Uccelli senza foreste
La maggior parte di queste estinzioni, secondo gli scienziati, anziché alla caccia o alla diffusione di specie alloctone come in passato, sarebbe imputabile alla deforestazione che sta spogliando le foreste del Sudamerica, privando gli uccelli del loro habitat naturale. “La gente pensa all’estinzione e pensa al dodo, ma la nostra analisi mostra che le estinzioni continuano e anzi stanno subendo un’accelerazione – ha spiegato Stuart Butchart, capo scientifico di BirdLife international. – Storicamente il 90 per cento delle estinzioni di uccelli ha riguardato piccole popolazioni su isole remote. Le prove raccolte dimostrano che è in corso un’ondata crescente di estinzioni continentali a causa della perdita di habitat causata da agricoltura e disboscamento non sostenibili”.
Finché c’è vita c’è speranza
Non tutto è perduto però per alcune delle specie protagoniste della ricerca. Per quanto riguarda l’ara di Spix, ad esempio, l’obiettivo è reintrodurre la specie in natura partendo dagli esemplari in cattività. Il futuro, tuttavia, appare cupo, sono oltre 26mila le specie animali minacciate in tutto il mondo, secondo l’ultima valutazione della Lista rossa della Iucn. Stiamo vivendo un evento eccezionalmente terribile, la sesta estinzione di massa della storia del pianeta, la prima causata da un suo abitante.
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