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Sono tante e afferenti a diversi aspetti della produzione tessile: perché conoscere le certificazioni è il primo passo per fare una scelta responsabile
Sigle e codici a non finire, associazioni e certificazioni, ma quali sono quelle veramente affidabili e, soprattutto, quelle da conoscere per fare delle scelte di acquisto responsabile? Negli ultimi tempi, l’industria della moda è stata al centro di numerose polemiche anche rispetto all’affidabilità delle certificazioni. Un’inchiesta dell’ong britannica Earthsight, pubblicata nella sezione Fashion Crimes, ha infatti rivelato che colossi del fast fashion come H&M e Zara utilizzano grandi quantità di cotone che ha il marchio di Better Cotton, che dovrebbe garantire etica e sostenibilità, ma è stato coltivato in territori illegalmente deforestati in Brasile.
Le accuse includono accaparramento di terre, violazioni dei diritti umani e corruzione. Questo cotone è coltivato da due delle più grandi agroindustrie brasiliane, SLC Agrícola e il Gruppo Horita, nello stato di Bahia occidentale, una zona ricca di biodiversità chiamata Cerrado, devastata dall’agricoltura su larga scala. Alla luce di queste rivelazioni, è fondamentale conoscere le diverse certificazioni che garantiscono l’eticità e la sostenibilità dei prodotti tessili. Ecco una panoramica delle più importanti. Comprendere queste certificazioni è fondamentale per fare scelte consapevoli e sostenibili nel mondo della moda. Conoscere le sigle e i loro significati aiuta a garantire che i prodotti tessili acquistati rispettino criteri etici ed ecologici, contribuendo a un futuro più sostenibile per tutti.
Una delle principali categorie riguarda l’ambiente. Queste certificazioni assicurano che i processi produttivi minimizzino gli impatti nocivi sull’ambiente e il consumo di risorse naturali. Un esempio è il marchio OEKO-TEX® Standard 100, che verifica l’assenza di sostanze nocive nei prodotti tessili, garantendo la sicurezza per i consumatori e la sostenibilità ambientale. Altre sono focalizzate sugli aspetti etici e sociali, garantendo il rispetto dei diritti dei lavoratori, delle condizioni di lavoro, dei diritti umani e della trasparenza aziendale. Un esempio significativo è lo standard SA8000, che si focalizza sul miglioramento delle condizioni di lavoro e assicura che le aziende operino in modo equo e rispettoso nei confronti dei loro dipendenti.
Un’area di crescente importanza è quella delle certificazioni per i diritti degli animali, che fissano regole per la tutela degli animali e incentivano i marchi a rinunciare all’uso di materiali di origine animale. Il Responsible Wool Standard (RWS), ad esempio, assicura che la lana provenga da allevamenti che rispettano il benessere degli animali, promuovendo pratiche agricole sostenibili e etiche.
Le certificazioni relative al biologico garantiscono che le fibre tessili naturali provengano da coltivazioni biologiche e siano tracciabili lungo tutta la filiera produttiva. Il Global Organic Textile Standard (GOTS) è uno degli standard più riconosciuti in questo ambito, certificando che il processo produttivo rispetta rigorosi criteri ambientali e sociali.
Infine, le certificazioni relative al riciclo attestano l’utilizzo di materiali riciclati nei prodotti tessili. Aziende innovative stanno sviluppando filati derivati da rimanenze di tessuti, plastica riciclata e altri scarti. Il Global Recycled Standard (GRS) certifica l’intera catena di approvvigionamento dei materiali riciclati, garantendo trasparenza e sostenibilità.
Il sistema ISO rappresenta uno dei sistemi normativi più conosciuti e diffusi a livello globale. Le norme ISO stabiliscono criteri produttivi e organizzativi rigorosi, garantendo qualità e sicurezza lungo tutta la catena produttiva, rappresentando un punto di riferimento per le aziende del settore. Navigare nel mondo delle certificazioni tessili può sembrare complesso, ma comprendere le diverse categorie e i loro significati è fondamentale per fare scelte consapevoli e avere fiducia nei prodotti che si acquistano.
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